Dal 20 settembre a Palazzo Reale

La fantasia surreale di Leonora Carrington è in arrivo a Milano

Leonora Carrington, Grandmother Moorhead’s Aromatic Kitchen, 1974, Olio su tela, The Charles B. Goddard Center for Visual and Performing Arts - Ardmore, Oklahoma
 

Francesca Grego

28/07/2025

Milano - Dopo la mostra dedicata a Leonor Fini, Milano si prepara a riscoprire un’altra grande artista legata al Surrealismo. Si tratta di Leonora Carrington, sul palcoscenico di Palazzo Reale dal 20 settembre 2025 all’11 gennaio 2026 nella sua prima retrospettiva italiana. “La sposa del vento” la definì Max Ernst, con il quale la Carrington condivise una storia d’amore e la sua opera d’arte totale, la leggendaria casa di Saint-Martin d’Ardecéche, nel Sud della Francia. Pittrice, scultrice, drammaturga, pioniera del pensiero femminista ed ecologista, artista giramondo e intellettuale radicale, ma anche madre, paziente psichiatrica, esploratrice della coscienza e della fantasia, Carrington ha risvegliato l’interesse del pubblico italiano e internazionale alla Biennale di Venezia 2022, quando un suo racconto, Il latte dei sogni, ha ispirato il titolo della rassegna. 

Attraverso una ricca selezione di opere provenienti da collezioni pubbliche e private di tutto il mondo - il Dallas Museum of Art, l’Art Institute of Chicago e il Goddards Charles B. Center negli Stati Uniti, il Banco Nacional de México, il FAMM - Femmes Artistes du Musée de Mougins in Francia, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, tra le altre - la mostra milanese restituirà il mondo complesso e multiforme di un’artista senza confini, esplorando in cinque sezioni i temi essenziali della sua ricerca. 

In arrivo dipinti, disegni, fotografie e materiali d’archivio scelti per documentare a 360 gradi la vita creativa di Carrington, dalle origini celtiche in Lancashire, ai soggiorni a Firenze, Parigi, nel Midi francese, in Spagna e a New York, fino al radicamento in Messico, dove è stata celebrata al pari di figure come Frida Kahlo e Remedios Varo. Il percorso espositivo curato da Tere Arcq e Carlos Martìn esplorerà in cinque sezioni i temi principali della sua arte. L’immersione nell’universo della fantasia, dove, come nei libri del suo amato Lewis Carroll, l’assurdo e il fiabesco convivono con il quotidiano, incontra miti e conoscenze esoteriche dimenticate, come la magia tradizionale messicana. 

In primo piano la capacità di Carrington di anticipare questioni oggi molto attuali, come l’ecologia e il femminismo, che nella sua ricerca si veste di forme imprevedibili e creative: la cucina, per esempio, da sempre associata al vissuto e alla fatica femminile, diventa il luogo della rivincita assumendo valenze alchemiche che troviamo trasposte nei suoi quadri. Infine la mostra evidenzierà il legame dell’artista con l’italia, tappa decisiva nella sua formazione: nella Firenze dei primi anni Trenta, infatti, Carrington consolidò la decisione di dedicarsi all’arte e fece proprie influenze destinate a forgiarne per sempre l’immaginario, in primis quelle dei pittori del Trecento e Quattrocento toscano.