Un’icona del Moderno da esplorare anche online
Nel mondo di Egon Schiele al Leopold Museum
Egon Schiele (1890 - 1918), Woman in Underclothes and Stockings (Wally Neuzil), Particolare, 1913, Vienna, Leopold Museum
Francesca Grego
28/04/2020
Mondo - Se non fosse stato per Rudolf Leopold, forse Egon Schiele sarebbe ancora un controverso talento di portata regionale. È il 1953 quando il futuro dottor Leopold decide di investire i soldi ricevuti in premio dalla famiglia per l’esame di maturità in un regalo apparentemente bizzarro: un quadro di Schiele al posto di un Maggiolino Volkswagen. L’acquisto di The Hermits è l’inizio di una lunga avventura. In circa 50 anni Leopold metterà insieme la più importante raccolta al mondo dedicata all’enfant terrible della Secessione, più mobili di Otto Wagner e Josef Hoffmann, stampe, disegni e preziosi esemplari di arti decorative, nonché pezzi forti di Gustav Klimt, Richard Gerstl, Oskar Kokoschka, Koloman Moser. La passione per Schiele è testimoniata dal possesso di una folta schiera di capolavori, tra cui l’Autoritratto con alchechengi e il suo gemello femminile, il Ritratto di Wally Neuzil.
Egon Schiele (1890 - 1918), Ritratto di Wally Neuzil, 1912, Vienna, Egon Schiele (1890 - 1918), Woman in Underclothes and Stockings (Wally Neuzil), 1913, Vienna, Leopold Museum
Medico e psicanalista, Leopold studia a fondo anche l’arte, diventando uno dei massimi esperti del pittore di Tulln, nonché il principale artefice della sua fama. Per molto tempo sarà una delle due persone al mondo in grado di certificare l’autenticità di un’opera di Egon Schiele. Fino al ’91 conserverà nel proprio appartamento tutto il suo patrimonio. Dieci anni dopo cederà allo Stato austriaco i 5000 pezzi che oggi costituiscono il tesoro del Leopold Museum. Con i soldi ricevuti il dottor Rudolf tornerà beatamente a collezionare, fino all’improvvisa scomparsa nel 2010.
Intanto l’elegante parallelepipedo bianco che ospita i suoi quadri è diventato la meta più frequentata del MuseumsQuartier, la piazza culturale di Vienna. Al suo interno sono conservate oltre 6000 opere, tra cui quasi 50 dipinti e 187 opere grafiche di Egon Schiele, oltre a lettere e documenti personali. E poi capolavori di Gustav Klimt come La Vita e la Morte o le repliche dei dipinti perduti delle Facoltà, il celebre Autoritratto nudo di Gerstl, le tele incandescenti di Kokoschka (di cui il Leopold detiene la raccolta più ampia del pianeta), nonché una straordinaria raccolta di oggetti disegnati da Koloman Moser, Josef Hoffmann e altri grandi protagonisti della Wiener Werkstätte.
Mostre temporanee si affiancano all’offerta permanente del museo, tra dialoghi con gli artisti di casa e approfondimenti sui fermenti artistici del primo Novecento.
Gustav Klimt (1862 - 1918), Morte e Vita, 1910-1915, Olio su tela, Vienna, Leopold Museum
Nel mondo di Egon Schiele
Il Leopold Museum è una meta imperdibile per i fan di Schiele. Attraverso la più grande raccolta a lui dedicata esistente al mondo, è possibile ripercorrerne l’evoluzione tra autoritratti iconici e nudi scandalosi, ma anche scoprire aspetti meno noti della sua ricerca, come il paesaggio, le poesie o la fascinazione per Trieste, che a quei tempi era il porto dell’Impero austroungarico. Girando per le sale del museo sorprende realizzare che Schiele sia riuscito a produrre tutto questo in poco più di un decennio, con la vita e la carriera troncate sul più bello a soli 28 anni dall’influenza spagnola.
Nell’allestimento tematico di recente concezione balza all’occhio l’originalità dell’opera di Schiele. In una Vienna che è culla d’arte, ma anche di censure che Freud va svelando, è il primo ad indagare il corpo e la sessualità a partire da se stesso e dai propri limiti. Oscuro, viscerale, graficamente irresistibile, pur venendo dagli ambienti della Secessione si segnala subito per una sensibilità nuova che si riflette nello stile e suscita non poche resistenze. Al Leopold, per esempio, troviamo un quadro che reinterpreta il celebre Bacio di Klimt , che di Schiele fu vero e proprio mentore. Al posto dei bagliori divini dell’oro troviamo un drammatico accostamento di nero e rosso: sono gli abiti di una suora e di un cardinale, stretti in un abbraccio proibito che mostra come le pulsioni vadano spesso oltre le regole.
Uno dei generi preferiti di Schiele è il ritratto, ottimamente rappresentato nelle sale del museo viennese. E qui tra le carni infiammate di Wally Neuzil, storica amante del pittore, il corpo della moglie Edith, musa di un’arte che si rasserena, e una schiera di modelle cercate ovunque, perfino negli ospedali, scopriamo come a differenza di molti suoi contemporanei Schiele fosse interessato alle donne come persone e soggetti con un proprio carattere, non come immagini di una bellezza estetizzata. Imperdibile, poi, la sala degli autoritratti, dal disarmante Nudo maschile seduto all’arcinoto Autoritratto con alchechengi, fino all’introspezione dell’Autoritratto con testa reclinata e alla figura dell’artista-profeta che spunta da The Hermits, il quadro con cui Rudolf Leopold iniziò la sua collezione.
Egon Schiele (1890 - 1918), Il Cardinale e la Suora (Carezza), 1912, Olio su pannello, 70 x 80.5 cm, Vienna, Egon Schiele (1890 - 1918), Woman in Underclothes and Stockings (Wally Neuzil), 1913, Vienna, Leopold Museum
Un viaggio inedito nella Vienna Fin de Siècle
Ma il Leopold Museum è anche un osservatorio privilegiato sulla capitale della Mitteleuropa tra due secoli: una stagione magica che vede il vecchio mondo dell’Impero tramontare tra sfarzo e decadenza, per lasciare spazio ad una nuova era, quella del Moderno. Inaugurata a marzo, l’esposizione permanente Vienna 1900. L’inizio del Modernismo è una finestra aperta sulle espressioni artistiche e intellettuali di un’epoca sospesa tra sogno e realtà, bellezza e sfacelo. Circa 1300 pezzi ne mettono in scena il racconto, in un intreccio di arti e personalità che ha pochi eguali nella storia. Dipinti, opere grafiche, sculture e fotografie si mescolano a mobili, gioielli, oggetti in vetro, metallo, pelle e tessuto, fino alla ricostruzione di un intero appartamento: una dimostrazione di come per gli artisti di quell’epoca la creatività non avesse davvero confini.
Tutto il Leopold online
Da Klimt a Schiele, dalla Secessione all’Espressionismo, fino ai focus sulle mostre temporanee, l’offerta del Leopold è fruibile anche online attraverso immagini ad alta definizione delle opere, fotografie degli allestimenti, approfondimenti, interviste e video dal backstage del museo. E per una panoramica sugli highlight della collezione è attivo il link alla pagina dedicata di Google Arts & Culture, con sei esposizioni virtuali e più di 120 opere da scoprire.
Egon Shiele (1890 - 1918), Autoritratto con alchechengi, 1912, Vienna, Egon Schiele (1890 - 1918), Woman in Underclothes and Stockings (Wally Neuzil), 1913, Vienna, Leopold Museum
Egon Schiele (1890 - 1918), Ritratto di Wally Neuzil, 1912, Vienna, Egon Schiele (1890 - 1918), Woman in Underclothes and Stockings (Wally Neuzil), 1913, Vienna, Leopold Museum
Medico e psicanalista, Leopold studia a fondo anche l’arte, diventando uno dei massimi esperti del pittore di Tulln, nonché il principale artefice della sua fama. Per molto tempo sarà una delle due persone al mondo in grado di certificare l’autenticità di un’opera di Egon Schiele. Fino al ’91 conserverà nel proprio appartamento tutto il suo patrimonio. Dieci anni dopo cederà allo Stato austriaco i 5000 pezzi che oggi costituiscono il tesoro del Leopold Museum. Con i soldi ricevuti il dottor Rudolf tornerà beatamente a collezionare, fino all’improvvisa scomparsa nel 2010.
Intanto l’elegante parallelepipedo bianco che ospita i suoi quadri è diventato la meta più frequentata del MuseumsQuartier, la piazza culturale di Vienna. Al suo interno sono conservate oltre 6000 opere, tra cui quasi 50 dipinti e 187 opere grafiche di Egon Schiele, oltre a lettere e documenti personali. E poi capolavori di Gustav Klimt come La Vita e la Morte o le repliche dei dipinti perduti delle Facoltà, il celebre Autoritratto nudo di Gerstl, le tele incandescenti di Kokoschka (di cui il Leopold detiene la raccolta più ampia del pianeta), nonché una straordinaria raccolta di oggetti disegnati da Koloman Moser, Josef Hoffmann e altri grandi protagonisti della Wiener Werkstätte.
Mostre temporanee si affiancano all’offerta permanente del museo, tra dialoghi con gli artisti di casa e approfondimenti sui fermenti artistici del primo Novecento.
Gustav Klimt (1862 - 1918), Morte e Vita, 1910-1915, Olio su tela, Vienna, Leopold Museum
Nel mondo di Egon Schiele
Il Leopold Museum è una meta imperdibile per i fan di Schiele. Attraverso la più grande raccolta a lui dedicata esistente al mondo, è possibile ripercorrerne l’evoluzione tra autoritratti iconici e nudi scandalosi, ma anche scoprire aspetti meno noti della sua ricerca, come il paesaggio, le poesie o la fascinazione per Trieste, che a quei tempi era il porto dell’Impero austroungarico. Girando per le sale del museo sorprende realizzare che Schiele sia riuscito a produrre tutto questo in poco più di un decennio, con la vita e la carriera troncate sul più bello a soli 28 anni dall’influenza spagnola.
Nell’allestimento tematico di recente concezione balza all’occhio l’originalità dell’opera di Schiele. In una Vienna che è culla d’arte, ma anche di censure che Freud va svelando, è il primo ad indagare il corpo e la sessualità a partire da se stesso e dai propri limiti. Oscuro, viscerale, graficamente irresistibile, pur venendo dagli ambienti della Secessione si segnala subito per una sensibilità nuova che si riflette nello stile e suscita non poche resistenze. Al Leopold, per esempio, troviamo un quadro che reinterpreta il celebre Bacio di Klimt , che di Schiele fu vero e proprio mentore. Al posto dei bagliori divini dell’oro troviamo un drammatico accostamento di nero e rosso: sono gli abiti di una suora e di un cardinale, stretti in un abbraccio proibito che mostra come le pulsioni vadano spesso oltre le regole.
Uno dei generi preferiti di Schiele è il ritratto, ottimamente rappresentato nelle sale del museo viennese. E qui tra le carni infiammate di Wally Neuzil, storica amante del pittore, il corpo della moglie Edith, musa di un’arte che si rasserena, e una schiera di modelle cercate ovunque, perfino negli ospedali, scopriamo come a differenza di molti suoi contemporanei Schiele fosse interessato alle donne come persone e soggetti con un proprio carattere, non come immagini di una bellezza estetizzata. Imperdibile, poi, la sala degli autoritratti, dal disarmante Nudo maschile seduto all’arcinoto Autoritratto con alchechengi, fino all’introspezione dell’Autoritratto con testa reclinata e alla figura dell’artista-profeta che spunta da The Hermits, il quadro con cui Rudolf Leopold iniziò la sua collezione.
Egon Schiele (1890 - 1918), Il Cardinale e la Suora (Carezza), 1912, Olio su pannello, 70 x 80.5 cm, Vienna, Egon Schiele (1890 - 1918), Woman in Underclothes and Stockings (Wally Neuzil), 1913, Vienna, Leopold Museum
Un viaggio inedito nella Vienna Fin de Siècle
Ma il Leopold Museum è anche un osservatorio privilegiato sulla capitale della Mitteleuropa tra due secoli: una stagione magica che vede il vecchio mondo dell’Impero tramontare tra sfarzo e decadenza, per lasciare spazio ad una nuova era, quella del Moderno. Inaugurata a marzo, l’esposizione permanente Vienna 1900. L’inizio del Modernismo è una finestra aperta sulle espressioni artistiche e intellettuali di un’epoca sospesa tra sogno e realtà, bellezza e sfacelo. Circa 1300 pezzi ne mettono in scena il racconto, in un intreccio di arti e personalità che ha pochi eguali nella storia. Dipinti, opere grafiche, sculture e fotografie si mescolano a mobili, gioielli, oggetti in vetro, metallo, pelle e tessuto, fino alla ricostruzione di un intero appartamento: una dimostrazione di come per gli artisti di quell’epoca la creatività non avesse davvero confini.
Tutto il Leopold online
Da Klimt a Schiele, dalla Secessione all’Espressionismo, fino ai focus sulle mostre temporanee, l’offerta del Leopold è fruibile anche online attraverso immagini ad alta definizione delle opere, fotografie degli allestimenti, approfondimenti, interviste e video dal backstage del museo. E per una panoramica sugli highlight della collezione è attivo il link alla pagina dedicata di Google Arts & Culture, con sei esposizioni virtuali e più di 120 opere da scoprire.
Egon Shiele (1890 - 1918), Autoritratto con alchechengi, 1912, Vienna, Egon Schiele (1890 - 1918), Woman in Underclothes and Stockings (Wally Neuzil), 1913, Vienna, Leopold Museum
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