Dal 6 marzo presso la Reggia borbonica di Quisisana
I fasti dei Romani, tra il Vesuvio e il mare. Riapre il Museo Archeologico di Stabia

Museo Archeologico Libero D’Orsi, nuovo allestimento I Courtesy Parco Archeologico di Pompei
Francesca Grego
05/03/2024
Napoli - Un viaggio nel tempo, alla scoperta della vita nelle lussuose ville d’otium dove i Romani ritempravano corpo e spirito tra gli strepitosi panorami del Golfo di Napoli. ̀O delle fiorenti attività delle ville rustiche, antenate delle moderne fattorie, che punteggiavano il territorio tra il Vesuvio e il mare. O, ancora, ripercorrere la rinascita di un’antica città sepolta dalla lava, che, a differenza di Ercolano e Pompei, tornò a vivere poco dopo la fatidica eruzione del 79. L’invito arriva dal Museo Archeologico Libero D’Orsi di Stabia, che riapre le porte al pubblico domani, mercoledì 6 marzo, dopo importanti lavori di ampliamento e rinnovamento eseguiti nell’ambito del Grande Progetto Pompei.

Museo Archeologico Libero D’Orsi, nuovo allestimento I Courtesy Parco Archeologico di Pompei
Spazi espositivi raddoppiati, oltre 500 reperti, depositi visitabili e un percorso moderno e accattivante attendono il pubblico presso la Reggia di Quisisana, il più antico sito reale borbonico con sette secoli di storia alle spalle, che oggi è anche un centro di ricerca e scuola di formazione e digitalizzazione in ambito archeologico. “Il Museo Archeologico di Stabia è molto più di un museo di opere di pregio, che per quantità e qualità evidenziano il valore storico e culturale del territorio stabiano, ma un vero e proprio polo culturale e centro di ricerca di richiamo internazionale”, spiega il direttore del Parco Archeologico di Pompei Gabriel Zuchtriegel.

Museo Archeologico Libero D’Orsi, nuovo allestimento I Courtesy Parco Archeologico di Pompei
Per i visitatori le novità da scoprire sono davvero numerose: dai nuovi reperti restaurati alle installazioni multimediali create per rivivere la storia del sito e degli scavi, ma anche per godere dei lussureggianti paesaggi amati dai Romani, ricostruiti così come erano all’epoca. E ancora, 125 ulteriori reperti recentemente sequestrati dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Napoli e restituiti al Parco Archeologico di Pompei.
In mostra troveremo dipinti murali, marmi, decorazioni, oggetti di uso quotidiano in bronzo e in ceramica provenienti da Stabiae e dintorni, che originariamente adornavano lussuosi triclini (sale da pranzo) e cubicola (camere da letto), ma anche raffinati complessi termali.

Museo Archeologico Libero D’Orsi, nuovo allestimento I Courtesy Parco Archeologico di Pompei
Grazie a un accordo stipulato con il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, per la prima volta vedremo insieme i reperti emersi durante gli scavi degli anni Cinquanta, intrapresi da Libero D’Orsi, e quelli portati alla luce in epoca borbonica, che tornano a Stabia dopo 250 anni grazie a prestiti concessi secondo cicli di rotazione.

Museo Archeologico Libero D’Orsi, nuovo allestimento I Courtesy Parco Archeologico di Pompei
Da non perdere sono gli apparati decorativi delle ville marittime rinvenute sulla collina di Varano. “Hai tratto un’apertura nella tua camera da letto e ti sei spalancato un panorama sul golfo di Stabia”, scriveva Cicerone all’amico Marco Mario. Restituiti così com’erano allora da moderne proiezioni multimediali, i paesaggi di Ischia, Capri, della penisola sorrentina, di Capo Miseno e delle verdi montagne circostanti fanno così da sfondo di antichi ambienti ricostruiti, arredi rinvenuti in portici e giardini, ritratti dei padroni di casa e preziosi bassorilievi.

Museo Archeologico Libero D’Orsi, nuovo allestimento I Courtesy Parco Archeologico di Pompei
A differenza di Pompei ed Ercolano, Stabiae rinasce dopo l’eruzione del 79 d.C.: decretarne la salvezza è la posizione centrale all’interno della rete viaria dell’epoca, il cui simbolo è il carro ritrovato con tanto di cavalli sulle rampe di Villa Arianna. A raccontare il ritorno alla vita, insieme a un’installazione interattiva, sono i reperti rinvenuti sotto il Duomo di Castellammare di Stabia, risalenti al II e III secolo.

Museo Archeologico Libero D’Orsi, nuovo allestimento I Courtesy Parco Archeologico di Pompei

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Spazi espositivi raddoppiati, oltre 500 reperti, depositi visitabili e un percorso moderno e accattivante attendono il pubblico presso la Reggia di Quisisana, il più antico sito reale borbonico con sette secoli di storia alle spalle, che oggi è anche un centro di ricerca e scuola di formazione e digitalizzazione in ambito archeologico. “Il Museo Archeologico di Stabia è molto più di un museo di opere di pregio, che per quantità e qualità evidenziano il valore storico e culturale del territorio stabiano, ma un vero e proprio polo culturale e centro di ricerca di richiamo internazionale”, spiega il direttore del Parco Archeologico di Pompei Gabriel Zuchtriegel.

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Per i visitatori le novità da scoprire sono davvero numerose: dai nuovi reperti restaurati alle installazioni multimediali create per rivivere la storia del sito e degli scavi, ma anche per godere dei lussureggianti paesaggi amati dai Romani, ricostruiti così come erano all’epoca. E ancora, 125 ulteriori reperti recentemente sequestrati dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Napoli e restituiti al Parco Archeologico di Pompei.
In mostra troveremo dipinti murali, marmi, decorazioni, oggetti di uso quotidiano in bronzo e in ceramica provenienti da Stabiae e dintorni, che originariamente adornavano lussuosi triclini (sale da pranzo) e cubicola (camere da letto), ma anche raffinati complessi termali.

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Grazie a un accordo stipulato con il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, per la prima volta vedremo insieme i reperti emersi durante gli scavi degli anni Cinquanta, intrapresi da Libero D’Orsi, e quelli portati alla luce in epoca borbonica, che tornano a Stabia dopo 250 anni grazie a prestiti concessi secondo cicli di rotazione.

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Da non perdere sono gli apparati decorativi delle ville marittime rinvenute sulla collina di Varano. “Hai tratto un’apertura nella tua camera da letto e ti sei spalancato un panorama sul golfo di Stabia”, scriveva Cicerone all’amico Marco Mario. Restituiti così com’erano allora da moderne proiezioni multimediali, i paesaggi di Ischia, Capri, della penisola sorrentina, di Capo Miseno e delle verdi montagne circostanti fanno così da sfondo di antichi ambienti ricostruiti, arredi rinvenuti in portici e giardini, ritratti dei padroni di casa e preziosi bassorilievi.

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A differenza di Pompei ed Ercolano, Stabiae rinasce dopo l’eruzione del 79 d.C.: decretarne la salvezza è la posizione centrale all’interno della rete viaria dell’epoca, il cui simbolo è il carro ritrovato con tanto di cavalli sulle rampe di Villa Arianna. A raccontare il ritorno alla vita, insieme a un’installazione interattiva, sono i reperti rinvenuti sotto il Duomo di Castellammare di Stabia, risalenti al II e III secolo.

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