Dal 29 marzo in diverse sedi

Jan Fabre a Napoli, tra coralli, l'omaggio a Bosch e un dialogo inedito con Caravaggio

Jan Fabre, L’uomo che sorregge la croce, 2015, cera, Oro rosso al Pio Monte della Misericordia
 

Samantha De Martin

25/03/2019

Napoli - Rosso. Come il sangue e il corallo al centro di una vicenda di metamorfosi incessanti o come il tesoro proveniente dagli abissi della mente da cui l’artista belga Jan Fabre genera teschi, croci, cuori anatomici, spade e pugnali costellati di immagini e segni che rimandano a storie altre. Un ciclo di continue connessioni, di materiali che mutano destinazione e funzione, in un universo centrifugo di simboli che parlano d’arte e bellezza, della forza e insieme delle fragilità del genere umano.
Jan Fabre torna a Napoli con un nuovo progetto che coinvolge quattro luoghi della città: il Museo e Real Bosco di Capodimonte, la chiesa del Pio Monte della Misericordia, il Museo Madre e la galleria Studio Trisorio.
Al Museo e Real Bosco di Capodimonte, il 30 marzo inaugura la mostra dal titolo Oro Rosso. Sculture d’oro e corallo, disegni di sangue, curata da Stefano Causa e Blandine Gwizdala, nella quale saranno esposte sculture in oro e disegni di sangue creati dall’artista dagli anni Settanta ad oggi, accanto a una serie inedita di sculture in corallo rosso, realizzata appositamente per Capodimonte.
Questi lavori dialogheranno con una selezione speciale di opere d’arte provenienti dalla collezione permanente del museo e da altre istituzioni museali napoletane. Se le sculture dorate di Fabre danno corpo alle idee dell’artista in merito alla creazione, all’arte al rapporto con i grandi maestri del passato, nei disegni di sangue si ritrovano le più profonde motivazioni del genio Fabre, il suo manifesto poetico, fisico, intimo.
“Il sangue oggi è oro” dice, il corallo è l’ “oro rosso”, per la sua preziosità e valenza apotropaica.

Alla chiesa del Pio Monte della Misericordia, sempre a partire dal 30 marzo, avrà luogo il dialogo tra la scultura in cera L’uomo che sorregge la croce - autoritratto dell’artista di Anversa - e il capolavoro di Caravaggio, Sette opere di Misericordia.
“L’uomo che sorregge la croce - scrive la curatrice Melania Rossi - è la rappresentazione dell’interrogarsi, è la celebrazione del dubbio, e con la sua collocazione all’interno del Pio Monte della Misericordia sembra aggiungere un’ottava Opera di Misericordia: confortare chi dubita. Nel dipinto di Caravaggio, il bello e il vero coincidono mirabilmente e la sua opera è un incredibile intreccio di luce e buio in cui la volontà di rappresentare la verità dell’essere umano del 1600 trova piena soddisfazione. Tutta la ricerca di Jan Fabre, artista del nostro tempo, va nella stessa direzione”.

L'iconica scultura L’uomo che misura le nuvole, in un’inedita versione in marmo di Carrara allestita nel Cortile d'onore del museo regionale d'arte contemporanea, sarà invece l’impronta dell’artista al Museo Madre, dove Fabre celebra la capacità di immaginare, sognare e conoscere, elevandosi oltre il destino degli esseri umani.

L’ultima tappa del viaggio partenopeo nell’arte dell’artista belga avrà luogo presso la storica galleria Studio Trisorio, e, come recita il titolo, sarà un “Omaggio a Hieronymus Bosch in Congo”. A partire dal 29 marzo sarà infatti esposta una selezione di opere realizzate completamente con gusci di scarabei iridescenti ispirati alla violenta storia della colonizzazione del Congo belga. In questi lavori si coglie il dialogo tra l’ispirazione storica e la simbologia medioevale tratta dal capolavoro di uno dei più grandi maestri fiamminghi, Il Giardino delle Delizie (1480-1490). L’artista accompagna il suo pubblico in una zona indefinita, tra il Paradiso e il Congo Belga, in un'illusione di libertà, in un luogo lontano, mitico e al tempo stesso concreto, attraverso una polisemia di immagini dell’esistenza umana.

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