Nello specchio della grotta - Video-installazione di Savino Marseglia (Grotta di S. Procopio), Via S. Procopio- 71023 - Bovino (FG)

01/04/2011

WEB: http://arteinforma.blogspot.com/2011/03/nello-specchio-della-grotta-video.html




La grotta si situa come un luogo magico del silenzio, l'antro ancestrale, nel cui grembo si svolge la funzione reale e virtuale del processo creativo. L’artista realizza all’interno di un’antica grotta scavata nella roccia, un laboratorio volto a recuperare un'identità perduta. Una riflessione sulle reali possibilità dell’arte di svolgere nella società e nella storia efficacemente un ruolo propositivo. Il tema della perdita dell’identità, dell’appartenenza, l’artista e il ruolo dell’arte nella società, da sempre caro a Savino Marseglia, trova qui la sua efficace esplicitazione. L’intento è quello di evidenziare la duplice conflittualità che caratterizza oggi l’opera d’arte: a partire dal processo creativo e dagli ostacoli psicologici, sociali e storici che poi incontra nella società. Due specchi, ruotano attorno al corpo dell’artista, quasi a voler dimostrare la mefistofelica monotonia dell’arte contemporanea, caduta, inevitabilmente nel letargo accademico di codici linguistici, ormai svuotati di ogni significato. Il movimento degli specchi, produce un gioco particolare di riflessi, da cui scaturiscono corpi ambigui, a volte deformati, a volte drammatici o frammentati. L’artista esplora il proprio io, alla ricerca di una nuova consapevolezza della propria identità nel mondo che lo circonda. La grotta, diventa punto di partenza per un nuovo percorso di riconsiderazione della propria coscienza d’artista. Il luogo in cui l’opera d’arte si realizza tra reale e virtuale, prefigurando nuove identità. Rappresenta simbolicamente, lo spazio ideale in cui ritrovare le tracce semantiche delle nostre origini. La ripresa video dell’avvenimento proiettato simultaneamente sulla parete non illuminata della caverna, produce effetti percettivi di immagini “primitive” che scorrono lentamente tra una figura e l’altra. L’alternarsi di immagini formano un reticolo labirintico di segni, che ricorda i graffiti preistorici dei nostri antenati.. La realtà e la finzione si fondono, mitologicamente nello spazio e nel tempo, evocando in qualche maniera l’indicibile, il limite e le difficoltà che incontra oggi l’arte contemporanea nel mondo reale della comunicazione globalizzata; in un momento storico in cui si ritiene comunemente che, in una società, l'identità delle persone o di interi popoli non sia altro che un concetto che non trova più rispondenza nella realtà attuale.
(Tiziano Licata)
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