Dal 4 novembre al 7 aprile al Castello di Novara

Da Boldini a de Nittis, Les italiens de Paris si incontrano a Novara

Federico Zandomeneghi, Colloquio a tavolino, Olio su tela, 75 x 60 cm
 

Samantha De Martin

03/10/2023

Novara - Modelle, amanti, attrici a cavallo. E poi scene di vita urbana, Londra e Parigi a confronto, con le loro vedute urbane immortalate da Giovanni Boldini e Giuseppe de Nittis, autentiche tranche de vie di due vivaci metropoli ottocentesche, e ancora nudi e soggetti femminili colti in intimità. E su tutto la Ville Lumière dove artisti italiani come Boldini, de Nittis, Antonio Mancini, Federico Zandomenghi trovarono casa (e fortuna) e dove il pittore livornese Vittorio Matteo Corcos si presentò “senza nemmeno un biglietto”, come lui stesso racconterà a Ugo Ojetti nel 1907.
Sono i protagonisti della prossima mostra dal titolo Boldini, De Nittis et les Italiens de Paris, a cura della storica dell’arte Elisabetta Chiodini, che METS Percorsi d’Arte porta al Castello di Novara dal 4 novembre al 7 aprile.



Giuseppe de Nittis, Passeggiata con i cagnolini, Olio su tela, 42 x 31 cm

Un percorso di otto sale accoglierà novanta opere dei protagonisti di quella indimenticabile stagione in un viaggio che ci riporta idealmente nella Parigi di fine Ottocento e inizio Novecento, tra i lavori di alcuni dei maestri italiani più noti e amati dal grande pubblico, conosciuti come Les Italiens de Paris. Attraverso confronti dal ritmo serrato il pubblico sarà invitato a calarsi nello spirito dell’epoca, tra atelier e mostre nella città che, a partire dai primi anni Venti dell’Ottocento, aveva attratto numerosi artisti italiani desiderosi di confrontarsi con la cultura figurativa d’Oltralpe e di ampliare il proprio mercato oltre confine. Grazie alle prime Esposizioni Universali, città come Londra e Parigi erano divenute centri nevralgici del mercato internazionale dell’arte contemporanea. Sarà proprio dagli anni Sessanta che intraprendenti mercanti d’arte, da Adolphe Goupil a Thomas e William Agnew, faranno a gara per assicurarsi le opere di giovani artisti promettenti, convincendoli a stipulare contratti “in esclusiva”, diventandone i diretti intermediari con i compratori.

In mostra un tête-à-tête tra Giovanni Boldini e Giuseppe de Nittis, diversissimi tra loro e non proprio in ottimi rapporti, presenterà alcuni dei lavori di maggior successo dei due, come la serie di dipinti dedicati a Berthe, modella e amante di Boldini, e alla sensuale Gabrielle de Rasty. La celeberrima Amazzone (1879 ca) affiancherà il ritratto dell’attrice Alice Regnault a cavallo o ancora Fanciulla con gatto nero (1885). Signora in giardino (1882 ca) e Fiori d’autunno (1883-1884) sono invece tra le ultime opere eseguite da De Nittis, scomparso improvvisamente nell’agosto del 1884 a soli trentotto anni.



Vittorio Corcos, Le istitutrici ai campi Elisi

Un’altra sala ospiterà alcuni dei capolavori assoluti eseguiti da Antonio Mancini tra Napoli e Parigi dal 1872 come Il suonatore di violino (1877) e Scugnizzo con chitarra (1877). Arrivato a Parigi nel 1874, a trentatré anni, per quello che avrebbe dovuto essere “un breve soggiorno di studio”, il pittore veneziano Federico Zandomenghi non se ne sarebbe più allontanato. La mostra a Novara esporrà lo straordinario Ritratto di Diego Martelli (1879) presentato da Zandomeneghi alla quarta esposizione impressionista nel 1879, nella Collezione delle Gallerie degli Uffizi, e poi Il violoncellista (1882 ca), il pastello Coppia al Caffè (1886 ca), dalla collezione della Fondazione Francesco Federico Cerruti.

Il confronto tra Parigi e Londra passa attraverso una serie di vedute urbane e scene di moderna vita quotidiana. La famosa Place Clichy (1874) di Boldini, opera di collezione privata raramente concessa in prestito, sarà messa a confronto con la monumentale Westminster (1878) eseguita da De Nittis per il banchiere Kaye Knowles, uno dei capolavori assoluti del pittore, con quel taglio modernissimo che rende lo spettatore parte della scena.



Giovanni Boldini, Ritratto della signora Speranza, Olio su tela, 112.1 x 220.7 cm

Se la piccola sala della “cella” del castello si prepara ad abbracciare un’accurata selezione di nudi e soggetti femminili colti in intimità, che riflettono i differenti approcci dei rispettivi artisti al tema, a chiudere il percorso saranno i “ritratti mondani” eseguiti da Giovanni Boldini e Vittorio Matteo Corcos, una tipologia che renderà i pittori ricercatissimi tra i contemporanei.
Da non perdere il Ritratto di René Cole in abito da sera (1893), uno dei rari ritratti maschili eseguiti da Boldini, e l’inedito Ritratto di Lia Silvia Goldmann Clerici (1912-1915) di Corcos.

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