A Roma dall'8 novembre al 6 gennaio
A Palazzo Cipolla le folgorazioni di Corrado Cagli

Corrado Cagli, I vasi, 1934, olio su tavola, 85 x 55 cm, Roma, Collezione Jacorossi
Samantha De Martin
07/11/2019
Roma - “A convogliare la forza della pittura contemporanea occorrono i muri, le pareti” scriveva Corrado Cagli nel 1993 nell’articolo intitolato Muri ai pittori.
Questo antesignano della street-art, tra i maggiori rappresentanti della Scuola Romana, torna nella capitale dopo vent’anni dall’ultima mostra a lui dedicata.
L’ universo in costante evoluzione e rivoluzione, il susseguirsi incessante di idee, quello stile di vita nomade del periodo di esilio americano che diede come frutti un’arte definita dal saggista Raffaele Bedarida “schizofrenia stilistica”, prende forma nel percorso espositivo allestito a Palazzo Cipolla fino al 6 gennaio e promosso dalla Fondazione Terzo Pilastro-Internazionale.
L’ampia attività creativa di uno dei protagonisti più poliedrici del dibattito artistico italiano e internazionale del XX secolo trova voce nell’ampio repertorio di dipinti scelti, tra i disegni, le sculture, i bozzetti e i costumi teatrali, gli arazzi e le grafiche, per un totale di 200 opere provenienti da diverse istituzioni e prestigiose collezioni private.
Ai primi lavori giovanili in maiolica si aggiungono quelli realizzati a olio o con altre tecniche del periodo della Scuola Romana (1928 – 1938), e ancora le prove neometafisiche elaborate tra il 1946 e il 1947 a New York, dove l’artista di Ancona portò avanti la sua attività sperimentando tecniche e stili sempre diversi e dove fondò, assieme a George Balanchine e Lincoln Kirstein, l’odierno New York City Ballet.
Gli studi sulla Quarta dimensione (1949), i Motivi cellulari e le Impronte dirette e indirette (1950) - realizzati negli stesi anni in cui Cagli partecipa alla costituzione della collezione Verzocchi, sul tema del lavoro, oggi conservata nella Pinacoteca Civica di Forlì - anticipano le eteree Metamorfosi (1957 – 1968), le Variazioni orfiche (1957) e ancora l’enigmatica serie delle Carte (1958 – 1963) e le Mutazioni modulari sviluppate fino alla metà degli anni Settanta.
«Oggi l’arte di Cagli - spiega il curatore della mostra, Bruno Corà - esige nuove riflessioni. Questo momento espositivo consentirà di indagare e di affermare, con i nuovi strumenti critici a disposizione, l’attualità della lezione di Cagli, la cui azione proteiforme non cessa mai di stupire e di esercitare stimoli ad artisti, chiamando oggi a declinare i modi della sua incessante ricerca e dei suoi esiti più alti».
Il percorso evidenzia con vigore lo sforzo continuo verso la contaminazione, da parte di un artista alla ricerca di collaborazioni al di fuori dei confini di una singola disciplina, sempre a contatto con letterati, musicisti, matematici, architetti.
Non mancano alcuni dei momenti iconici della pittura di Cagli, come quelli rivolti a dare una identità al “muralismo” italiano nella ricerca di “un’arte ciclica e polifonica”. E per l’occasione sono riuniti in mostra alcuni pannelli del ciclo esposto, e in parte censurato, all’Esposizione Universale di Parigi del 1937.
Completano il percorso i bozzetti architettonici della Fontana dello Zodiaco di Terni e a quelli del Monumento di Göttingen in Germania.
«La mostra a Palazzo Cipolla - spiega Emmanuele F.M. Emanuele, presidente della Fondazione Terzo Pilastro Internazionale - saprà condurre il visitatore per mano attraverso l’esperienza multiforme e versatile dell’opera di uno tra i più eclettici artisti del nostro tempo. Un artista che offrì un importante contributo al dibattito teorico del secondo dopoguerra, influenzando personalità del calibro di Guttuso, Afro, Leoncillo e Scialoja».
L’esposizione si potrà visitare dal martedì alla domenica dalle 10 alle 20.
Leggi anche:
• Corrado Cagli. Folgorazioni e mutazioni
• A palazzo Cipolla 60 anni di Ennio Calabria
Questo antesignano della street-art, tra i maggiori rappresentanti della Scuola Romana, torna nella capitale dopo vent’anni dall’ultima mostra a lui dedicata.
L’ universo in costante evoluzione e rivoluzione, il susseguirsi incessante di idee, quello stile di vita nomade del periodo di esilio americano che diede come frutti un’arte definita dal saggista Raffaele Bedarida “schizofrenia stilistica”, prende forma nel percorso espositivo allestito a Palazzo Cipolla fino al 6 gennaio e promosso dalla Fondazione Terzo Pilastro-Internazionale.
L’ampia attività creativa di uno dei protagonisti più poliedrici del dibattito artistico italiano e internazionale del XX secolo trova voce nell’ampio repertorio di dipinti scelti, tra i disegni, le sculture, i bozzetti e i costumi teatrali, gli arazzi e le grafiche, per un totale di 200 opere provenienti da diverse istituzioni e prestigiose collezioni private.
Ai primi lavori giovanili in maiolica si aggiungono quelli realizzati a olio o con altre tecniche del periodo della Scuola Romana (1928 – 1938), e ancora le prove neometafisiche elaborate tra il 1946 e il 1947 a New York, dove l’artista di Ancona portò avanti la sua attività sperimentando tecniche e stili sempre diversi e dove fondò, assieme a George Balanchine e Lincoln Kirstein, l’odierno New York City Ballet.
Gli studi sulla Quarta dimensione (1949), i Motivi cellulari e le Impronte dirette e indirette (1950) - realizzati negli stesi anni in cui Cagli partecipa alla costituzione della collezione Verzocchi, sul tema del lavoro, oggi conservata nella Pinacoteca Civica di Forlì - anticipano le eteree Metamorfosi (1957 – 1968), le Variazioni orfiche (1957) e ancora l’enigmatica serie delle Carte (1958 – 1963) e le Mutazioni modulari sviluppate fino alla metà degli anni Settanta.
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Il percorso evidenzia con vigore lo sforzo continuo verso la contaminazione, da parte di un artista alla ricerca di collaborazioni al di fuori dei confini di una singola disciplina, sempre a contatto con letterati, musicisti, matematici, architetti.
Non mancano alcuni dei momenti iconici della pittura di Cagli, come quelli rivolti a dare una identità al “muralismo” italiano nella ricerca di “un’arte ciclica e polifonica”. E per l’occasione sono riuniti in mostra alcuni pannelli del ciclo esposto, e in parte censurato, all’Esposizione Universale di Parigi del 1937.
Completano il percorso i bozzetti architettonici della Fontana dello Zodiaco di Terni e a quelli del Monumento di Göttingen in Germania.
«La mostra a Palazzo Cipolla - spiega Emmanuele F.M. Emanuele, presidente della Fondazione Terzo Pilastro Internazionale - saprà condurre il visitatore per mano attraverso l’esperienza multiforme e versatile dell’opera di uno tra i più eclettici artisti del nostro tempo. Un artista che offrì un importante contributo al dibattito teorico del secondo dopoguerra, influenzando personalità del calibro di Guttuso, Afro, Leoncillo e Scialoja».
L’esposizione si potrà visitare dal martedì alla domenica dalle 10 alle 20.
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