A Roma dal 5 maggio al 14 luglio

L'arte salvata: frammenti di storia italiana in mostra al Quirinale

Vincent van Gogh, Il giardiniere, 1889. Rubato nel 1998 dalla Galleria Nazionale d’Arte moderna a Roma e recuperato a Roma nello stesso anno. Courtesy Comando TPC
 

Samantha De Martin

03/05/2019

Roma - Il Giardiniere di van Gogh era stato rubato nel 1998, a mano armata, dalla Galleria d’Arte Moderna di Roma, come anche Le Cabanon de Jourdan di Paul Cézanne. Il cratere a calice attico e figure rosse con il trasporto del corpo di Sarpedonte del 515 a.C. era stato invece trafugato dalla necropoli ceretana di Greppe Sant’Angelo per approdare al Met di New York ed essere restituita allo Stato italiano nel 2008. Ed eccola la Madonna di Senigallia di Piero della Francesca, sottratta nel 1975 alla Galleria Nazionale delle Marche di Urbino e ritrovata l’anno dopo a Locarno.
Sono solo alcune delle 801.851 opere d’arte recuperate in mezzo secolo di intensa attività investigativa e restituite nel tempo dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, un reparto specializzato dell’Arma dei Carabinieri istituito il 3 maggio del 1969 per contrastare i crimini a danno al nostro patrimonio storico artistico.
In occasione del cinquantesimo anniversario dall’istituzione, una mostra, nelle sale della Palazzina Gregoriana del Quirinale, presenta al pubblico, suddivise in cinque sezioni espositive, un centinaio di opere disperse in ogni angolo del mondo - dalla Giamaica al Marocco, dall’Ucraina all’America fino al Giappone - e riportate in Italia per essere ricontestualizzate nel territorio e nel tessuto connettivo di origine.

In corso fino al 14 luglio, l’esposizione dal titolo L’arte di salvare l’arte. Frammenti di storia d’Italia, a cura di Francesco Buranelli, presenta anche una serie di opere restituite al patrimonio artistico nazionale grazie all’azione di diplomazia culturale messa in atto di concerto con il Ministero per i beni e le attività culturali.
Accanto ai capolavori presenti in mostra - tra i quali i grandi vasi del sommo ceramista Euphronios, fraudolentemente asportati dall'attuale città di Cerveteri, il Trapezophoros, la Triade Capitolina da Guidonia, le oreficerie Castellani, la statua di Vibia Sabina, moglie dell’imperatore Adriano, la Sacra Famiglia con una Santa di Andrea Mantegna, la Madonna di Senigallia di Piero della Francesca, con la sua solennità ieratica ricca di simboli religiosi e politici - si potranno ammirare anche alcuni beni messi in sicurezza nelle zone dell’Italia centrale colpite dagli eventi sismici del 2016.
Il personale specializzato guiderà i visitatori lungo il percorso espositivo e nella consultazione della banca dati disponibile on line.
L'itinerario enfatizza l’importanza storica di ciascuna delle opere esposte, simili a tessere del variegato mosaico della cultura del belpaese, legate tra loro dal fil rouge che unisce indissolubilmente la storia dell’arte a quella dell’Arma.
Le diverse testimonianze archeologiche delle popolazioni preromane che abitarono l’Italia prima della nascita del concetto moderno di nazione lasciano il posto alle Imagines Mariae del primo Rinascimento, per condurre il visitatore all’Italia di oggi. L’esposizione si chiude con uno sguardo rivolto al futuro e, implicitamente, con l'augurio rivolto al Comando TPC di una lunga vita di successi. Ultimo, in ordine cronologico, l'aver ricondotto in Italia la bella Madonna della Consolazione di Andrea della Robbia, rubata a Scansano.
In chiusura non mancano le copie dei dieci “grandi assenti”, i capolavori ancora da salvare: dalla Natività di Caravaggio al Ritratto di donna di Gustav Klimt, dalla Madonna con Bambino di Giovanni Bellini all’ Ecce Homo di Antonello da Messina. L’ideazione e la progettazione dell’allestimento è di Michelangelo Lupo, mentre il catalogo della mostra è edito da De Luca Editori d'Arte.

La mostra sarà aperta martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 16 con ultimo ingresso ore 15, mentre rimarrà chiusa dal 31 maggio al 2 giugno.

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