Un importante restauro alla Casa Madre dei Mutilati e Invalidi di Guerra

La nuova luce degli affreschi delle Vittorie della Grande Guerra

Giuseppe Santagata, la Battaglia del Piave dopo il restauro | Courtesy of Soprintendenza Speciale di Roma
 

Samantha De Martin

18/12/2018

Roma - Le scene di trincea raccontate senza retorica, i corpi d’armata, le carte geografiche che tracciano i luoghi dei combattimenti, i percorsi bellici ritrovano la loro luce originaria grazie a un importante restauro.

Il grande affresco murale che corre lungo la Corte delle Vittorie della Casa Madre dei Mutilati e Invalidi di Guerra a Roma è l’unico esempio italiano a raccontare per immagini, in oltre 500 metri quadrati, la Grande Guerra.
A realizzare il ciclo pittorico che celebra le quattro vittorie delle truppe italiane nel primo conflitto mondiale erano stati Antonio Giuseppe Santagata e Cipriano Efisio Oppo, entrambi reduci e feriti durante i combattimenti, ma soprattutto artisti poliedrici e personalità di spicco del Novecento italiano.
L'intervento di restauro giunge a 80 anni di distanza dalla realizzazione degli affreschi, grazie al Bando indetto nel 2014 dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri per iniziative culturali in occasione del Centenario della Grande Guerra. Il progetto, classificatosi al secondo posto tra gli oltre 750 presentati in tutta Italia, ha ottenuto un finanziamento di 124 mila euro, che ha consentito di restaurare le battaglie del Piave e della Bainsizza, due delle quattro vittorie con i maggiori segni di decadimento.



Il restauro, durato otto mesi, effettuato con la supervisione della Soprintendenza Speciale di Roma, è stato realizzato da Lucia Morganti e Valentina White, storiche d’arte e restauratrici specializzate sulle tecniche della pittura murale del Novecento, che da 20 anni studiano e restaurano la Casa Madre.

Tornano così a respirare gli affreschi realizzati dai due artisti tra il 1936 e il 1938, ripercorrendo la storia della più nobile pittura murale italiana. Oppo e Santagata si dimostrano, in questo ciclo, puristi dell’affresco, rifacendosi in tutto alle tecniche del passato. L’accurata diagnostica dell'intervento ha infatti evidenziato come Santagata si rifaccia al Rinascimento, con una superficie pittorica liscia e levigata con la spatola, mentre Oppo, con il suo lavoro dall' aspetto più ruvido e materico, guarda al Barocco.
Nata come memoriale tra il 1925 e il 1938 su progetto di Marcello Piacentini, la Casa Madre, oltre ai lavori di Santagata e Oppo conserva contributi di Mario Sironi, Romano Romanelli, Giovanni Prini, Edoardo De Neri e Carlo Socrate, artisti reduci dalla Prima Guerra Mondiale.



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