Il gran tour delle opere italiane
Torna a casa il Pugilatore in riposo

Pugilatore in riposo
L.S.
24/07/2013
Roma - Il “Pugilatore in riposo”, scultura greca in bronzo del IV secolo a.C., torna a casa. Sono state ultimate questa mattina le complesse operazioni di ricollocamento dell’opera rientrata nella sua sede al Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo dopo essere stata esposta prima a Francoforte e poi al Metropolitan Museum di New York per una mostra organizzata nell’ambito dell’Anno della Cultura Italiana negli Stati Uniti.
La statua, che raffigura un pugile possente al riposo dopo un combattimento, è uno dei pochi esemplari originali in bronzo rimasti intatti. Come spiega infatti Rita Paris, direttrice del Museo di Palazzo Massimo “la maggior parte delle statue greche bronzee sono andate distrutte e noi le conosciamo solo attraverso copie romane in marmo”. Altra peculiarità che rende unica quest’opera che dalla Grecia fu portata a Roma per decorare le Terme di Costantino, è la rara umanità ritratta nel volto, motivo per cui, d’intesa, i ministeri dei Beni culturali e degli Esteri l’avevano selezionata per la mostra newyorchese.
Il trasporto, che ha richiesto l’impiego di due triple casse, una per il sedile in roccia (elemento moderno), e uno per la scultura, è avvenuto sotto la supervisione costante di accompagnatori speciali ed è stato il risultato di studi aprofonditi dell’opera e delle sue condizioni.
La statua, che raffigura un pugile possente al riposo dopo un combattimento, è uno dei pochi esemplari originali in bronzo rimasti intatti. Come spiega infatti Rita Paris, direttrice del Museo di Palazzo Massimo “la maggior parte delle statue greche bronzee sono andate distrutte e noi le conosciamo solo attraverso copie romane in marmo”. Altra peculiarità che rende unica quest’opera che dalla Grecia fu portata a Roma per decorare le Terme di Costantino, è la rara umanità ritratta nel volto, motivo per cui, d’intesa, i ministeri dei Beni culturali e degli Esteri l’avevano selezionata per la mostra newyorchese.
Il trasporto, che ha richiesto l’impiego di due triple casse, una per il sedile in roccia (elemento moderno), e uno per la scultura, è avvenuto sotto la supervisione costante di accompagnatori speciali ed è stato il risultato di studi aprofonditi dell’opera e delle sue condizioni.
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