Dal 12 marzo al 5 giugno alla Palazzina di Caccia di Stupinigi (Torino)

I colori di Frida sotto la lente di Nickolas Muray

Nickolas Muray, Frida con la sua aquila da compagnia, Coyoacan | Courtesy © Nickolas Muray Photo Archive
 

Samantha De Martin

23/02/2022

Torino - Una Frida insolita, in posa dietro l’obiettivo del suo amico, amante, confidente Nickolas Muray, sbuca tra gli scatti per restituire al pubblico la magnetica potenza di uno sguardo che, al pari del pennello, racchiude l’esistenza drammatica, e al tempo stesso straordinaria, di un’icona senza tempo.
Ed eccola Frida su un tetto di New York o stretta in una delle sue coloratissime bluse di seta, in compagnia della sua aquila o in posa per Nick, protagonista della mostra Frida Kahlo Through the Lens of Nickolas Muray, un viaggio emozionale in 60 scatti nella vita dell’artista, atteso dal 12 Marzo al 5 giugno presso la Palazzina di Caccia di Stupinigi (Torino).
L’incontro tra i due era avvenuto nel 1923, quasi per caso, tramite l’artista messicano Miguel Covarrubias, studente di Diego Rivera. Il magnetismo di Frida aveva conquistato Nickolas dando avvio a una storia d'amore che sarebbe andata avanti, tra alti e bassi, per i successivi dieci anni lasciando il posto a un’amicizia protrattasi fino alla morte di Frida, nel 1954.


Nickolas Muray, Frida con Nick nel suo studio | Courtesy © Nickolas Muray Photo Archive

Le fotografie realizzate da Muray nel corso di questa relazione, che coprono un periodo che dal 1937 si allunga al 1946, raccontano l’artista da una prospettiva unica, quella dell’amico, dell’amante, del confidente. I lavori in mostra rivelano al tempo stesso le qualità di Muray come ritrattista e come maestro della fotografia a colori, campo in quegli anni pionieristico.

Il suo obiettivo sembra frugare nell’animo della pittrice agganciando il meglio di Frida per svelarlo al mondo, mettendo in luce il profondo interesse della donna per la vita e per la sua eredità messicana, l'affetto per le persone più care e con le quali amava condividere il suo tempo. Le immagini, nate dal rapporto professionale e personale tra i due, sono diventate un’icona. Un itinerario cronologico racconta il percorso professionale e personale di Kahlo, dagli scatti del 1937 a Tizapan in Messico, alle fotografie del 1948 a Pedregal e Coyoacan. Tra queste si inseriscono le foto realizzate nel 1939 nello studio di Muray e, nel 1946, a New York, esposte in mostra come a ricostruire un album fotografico di famiglia. Tra queste Frida Kahlo on White Bench, lo scatto iconico, nonché linea grafica della mostra.

Il percorso, a cura di Next Exhibition e Ono Arte, con il patrocinio dell’Ambasciata del Messico in Italia, del Consolato Onorario del Messico a Torino e di Torino Città Metropolitana, getta uno sguardo sulla Frida più intima e ancora sconosciuta, regalando un viaggio tra i sentimenti e le emozioni della pittrice. Non mancano le ricostruzioni degli ambienti di casa Azul, come la camera da letto con il letto d’arte e di sofferenza, oltre allo studio in cui Frida creava.
O ancora la riproduzione degli abiti e dei monili, espressione di quello stile unico racchiuso tanto nell’abbigliamento colorato quanto nei vistosi accessori di ispirazione etnica e tribale.


Nickolas Muray, Frida sul tetto, New York, 1946 |  Courtesy © Nickolas Muray Photo Archive

Gli amori di Frida riemergono, invece, nel percorso attraverso le lettere originali scambiate con Nickolas Muray e attraverso il documentario Artists in Love, in collaborazione con SKY Arte, dedicato alla tormentata relazione con Diego Rivera. Nello spazio immersivo, nel cuore centrale della Citroniera di Ponente, il pubblico potrà ammirare una serie di video prodotti dalla stessa Kahlo. Nell’area merchandising, la nuova esperienza VR permetterà di “vedere con gli occhi di Frida” la celebre Casa Azul grazie alla tecnologia degli Oculus Quest 2, di ultimissima generazione.
Ad arricchire il percorso sarà una mostra nella mostra, un intervento dell’artista internazionale di origine messicana, Karla De Lara, esponente dell’iperrealismo della pop art, che tesserà un fil rouge tra passato e futuro. Attraverso l’intervento, a cura di Chiara Candellone Sticca, De Lara porterà il pubblico a conoscere di Frida attraverso l'intimità del suo studio d'artista, raccogliendo il dolore dell’artista e trasformandolo in gioia, per la vita e per la sua terra.

Interrotta a pochi giorni dall’apertura dallo stop forzato imposto dalla pandemia, la mostra tornerà con un nuovo allestimento e nuovi contenuti. La si potrà visitare dal lunedì al giovedì dalle 10 alle 18, venerdì e sabato dalle 10 alle 20, domenica dalle 10 alle 18. Ultimo ingresso consentito un’ora prima dell’orario di chiusura.


Nickolas Muray, Frida con rebozo magenta | Courtesy © Nickolas Muray Photo Archive

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