TOULOUSE-LAUTREC, L’ARTISTA CHE DIPINSE LA BELLE ÉPOQUE

05/09/2011

WEB: http://www.arcadja.com/artmagazine/it/2011/09/05/toulouse-lautrec-lartista-che-dipinse-la-belle-epoque/


"E pensare che non avrei mai dipinto, se le mie gambe fossero state appena un po' più lunghe", così affermava Henri de Toulouse-Lautrec, l'aristocratico artista dal corpo deforme che fin dalla più tenera età sapeva che avrebbe fatto il pittore, a causa della sua statura molto ridotta - dovuta a una duplice frattura alle gambe contratta tra il 1878 ed il 1879 - che non gli consentì, d'altra parte, di pensare ad un lavoro fisicamente impegnativo. Eppure questo ometto sofferente per malattie genetiche e menomazioni fisiche, una volta lasciata la monotonia della vita in famiglia nel sud della Francia, si immerge nell'atmosfera gioiosa, entusiasmante e sfrenata della Belle Époque parigina. Nell'elettrizzante Ville Lumière di fine Ottocento, il giovane Henri assapora infatti la vita bohémienne di Montmartre, bazzicando con gli "amici della notte" (pittori, poeti e artisti) i celebri Moulin Rouge, Divan Japonais e Folies Bergère. Inizialmente Toulouse-Lautrec è quasi intimorito dalla trasgressione imperante nel quartiere per eccellenza dei creativi, ma è proprio in questi luoghi  che il maestro trova la preziosa ispirazione per le sue ricerche artistiche: i personaggi colti nei caffè-concerto, nelle sale da ballo, nei postriboli, nei circhi e nei teatri, raccontati con caustica e rutilante malinconia, diventano la "fauna" prediletta nelle sue opere.
Oggi una mostra alla Fondazione Magnani Rocca di Mamiano di Traversetolo (Parma), dal titolo Toulouse-Lautrec e la Parigi della Belle Époque e curata da Stefano Roffi, presenta l'intero corpus delle affiche dell'artista accostato poi ai suoi dipinti di figura e a quelli di paesaggio degli impressionisti Monet e Renoir, oltre a Cézanne. La rassegna parmense viene così incentrata sul "gioco dei confronti" per tutto il percorso espositivo, soffermandosi particolarmente sul parallelismo fra le opere del maestro francese e le stampe giapponesi Ukiyo-e prodotte tra il XVII e il XX secolo, sulla frizzante competizione che il pittore ingaggia con Chéret, Mucha, Steinlen e Bonnard nel conquistare le commesse pubblicitarie e, infine, sull'influenza che Pablo Picasso riceve da Toulouse-Lautrec in occasione dei suoi primi soggiorni parigini, quando ormai il nobile artista lascia quel mondo e la vita a soli trentasette anni.
Dal 10 settembre all'11 dicembre 2011, quindi, la Fondazione Magnani Rocca ospita un'esposizione imperdibile che porta, dopo parecchi anni, nel Belpaese una approfondita e colta riflessione sul celebre artista francese, le cui opere scarseggiano nelle istituzioni museali italiane. E così senza dover raggiungere i rinomati musei internazionali, è possibile conoscere il grande maestro che si sentiva a proprio agio solo nel demi-monde del cabaret e della vita notturna parigina.
L'arte di Toulouse-Lautrec si sviluppa nella capitale francese di fine Ottocento "dominata" ancora dall'Impressionismo, ma la sua visione artistica di Henri non si allinea con quella degli esponenti del movimento; la sua pittura infatti non rivela interesse per il paesaggio e per la luce, mentre esprime un fascino fortissimo per la figura umana. Vagando per Montmartre, il pittore coglie nuove connessioni fra l'arte e la vita quotidiana, rivolgendo la sua attenzione ai personaggi: mette a fuoco e analizza da vicino i "tipi" umani che incontra (per usare un'espressione flaubertiana), mostrandoli sotto una luce distorta, ironica, attraverso nuove inquadrature, insoliti tagli delle scene, nuovi colori e giustapposizioni di colore. La tipologia dei soggetti immortalati inoltre è la più varia: ballerine, habituès dei cafès, borghesi goderecci, il popolo notturno, ma anche prostitute e le masse di derelitti che vivono ai margini della società e circondano il giovane aristocratico.
Non solo. Oltre all'occhio spietato e caricaturale per le caratteristiche e la gestualità dei soggetti che immortala, Henri de Toulouse-Lautrec elabora anche un uso innovativo di ampie stesure di colori piatti, marcate silhouettes e punti di vista inconsueti che riecheggiano l'arte del Sol Levante. A partire dell'Esposizione Universale del 1878, infatti, gli esempi della creatività giapponese contribuiscono in una certa misura a rinnovare l'ispirazione dei pittori occidentali e le loro abitudini visive: nasce il fenomeno culturale chiamato Giapponismo. Ammirata e studiata da Whistler, Degas, Gauguin, Van Gogh, Monet, Renoir e molti altri celebri artisti, l'arte nipponica, soprattutto quella delle stampe Ukiyo-e, persuade anche Toulouse-Lautrec che di quell'abilità orientale riprende molti elementi stilistici riferendosi, in particolare, alle xilografie di Kitagawa Utamaro, Kikugawa Eizan, Utagawa Toyokuni, Kunisada e del geniale Katsushika Hokusai.
La scia del Japonisme (l'ispirazione all'arte nipponica), inoltre, si fa sentire nelle celeberrime affiche, in cui Toulouse-Lautrec si esprime rielaborando perfettamente il linearismo grafico giapponese: dai profili degli uomini in cilindro, alle ombre nere alle spalle del soggetto, alla sagoma "senza testa" della cantante Yvette Guilbert nel notissimo locale Divan Japonais.
I manifesti del pittore francese sono capolavori d'arte e documenti di un'epoca. Conquistarono il pubblico d'allora che li amò e li collezionò, in un periodo in cui altri grandi maestri si cimentavano in questo genere in forte ascesa o si lasciavano influenzare da questi innovativi "veicoli" di comunicazione di massa. Tra quest'ultimi spicca il nome di Pablo Picasso che, attraverso l'esempio di Toulouse-Lautrec, attua la sua trasformazione da pittore accademico in artista d'avanguardia, iniziando il suo periodo definito appunto "Lautrec".
L'artista spagnolo, infatti, dipinge una cinquantina di tele in cui rappresenta i soggetti preferiti del maestro francese, in versione però quasi caricaturale. Soggetti e ambientazioni picassiane richiamano lo stile Toulouse-Lautrec, anche se in Picasso non si trova traccia del colore fluido e freddo, della linea in movimento, dell'impaginazione provocatoria e insieme meditata del francese. Contrariamente a Toulouse-Lautrec, incline piuttosto a esprimere solitudine, emarginazione, disperazione nel vizio, stupidità insieme ad oscenità, l'artista iberico invece non accentua l'avvilimento dei suoi personaggi; il suo sforzo è volto a marcare il carattere seduttivo dei suoi modelli - in prevalenza prostitute e ballerine - che egli descrive con insistenza fino all'eccesso, facendone maschere di volgarità e marionette grottesche.   Dal 10 settembre all'11 dicembre 2011
Toulouse-Lautrec e la Parigi della Belle Époque
Fondazione Magnani Rocca
via Fondazione Magnani Rocca 4, Mamiano di Traversetolo (Parma)
Web: www.magnanirocca.it
Mail: info@magnanirocca.it
Orario: dal martedì al venerdì dalle 10.00 alle 18.00; sabato, domenica e festivi dalle 10.00 alle 19.00; lunedì chiuso.
Ingresso: intero 9 euro; ridotto 5 euro....

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