Vittorio Zecchin, Duilio Cambellotti e Le Mille e una notte

12/12/2013

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Sabato 14 dicembre presso il Museo Boncompagni Ludovisi aprirà al pubblico la mostra "Vittorio Zecchin, Duilio Cambellotti e Le Mille e una notte". Realizzata in collaborazione con il Museo di Ca' Pesaro a Venezia, con la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma e con il Museo Nazionale d'Arte Orientale “Giuseppe Tucci”di Roma, l'esposizione è curata da Mariastella Margozzi, direttrice del Museo Boncompagni Ludovisi, insieme a Matteo Piccolo, funzionario della Galleria Internazionale di Ca' Pesaro di Venezia, e a Flora Parisi, funzionaria della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma. Il progetto di allestimento è dell'architetto Massimo Licoccia, funzionario della Galleria nazionale d'arte moderna. La realizzazione è di Articolarte srl.Nel 1914 Vittorio Zecchin, artista muranese protagonista della stagione modernista italiana, viene incaricato di decorare la sala da pranzo dell’Hotel Terminus a Venezia. Realizza dodici pannelli dipinti su tela, che hanno come soggetto alcune delle storie de Le mille e una notte, raccolta di fiabe orientali che viene pubblicata dai Fratelli Treves a Milano nello stesso anno. I due piccoli volumi, usciti nella collana Biblioteca dei ragazzi, vengono illustrati dall'artista romano Duilio Cambellotti con venti tavole dipinte a tempera. Non sappiamo se Zecchin tenne conto nella realizzazione dei suoi pannelli della pubblicazione dei Treves, né se Cambellotti abbia avuto notizia del lavoro di Zecchin. Di fatto, grazie ai due artisti le storie meravigliose de Le mille e una notte, già ampiamente apprezzate soprattutto in Francia dopo la traduzione integrale di Antoine Galland, si diffusero anche in Italia dando il via a una serie eccezionale di edizioni che continua fino ai nostri giorni.
Mentre Zecchin, con una tecnica ricchissima e virtuosistica, traspone nei suoi pannelli sia le novità pittoriche introdotte dall'arte secessionista di ascendenza klimtiana, sia le esperienze maturate nell’ambito della tradizione musiva e vetraria veneziana, Cambellotti, tra i maggiori artisti modernisti romani dell’inizio del XX secolo, cerca di interpretare le favole orientali con un gusto popolare ed arguto nei contenuti ed estremamente efficace nel segno grafico totalmente emancipato da reminescenze simboliste.
Di Zecchin si presentano i sei pannelli di proprietà del Museo di Ca' Pesaro a Venezia e una serie di vasi in vetro che l’artista realizzò per la ditta muranese Venini. Di Cambellotti si avrà in mostra la serie originale delle venti tavole per l'illustrazione del libro, di proprietà dell'Archivio Cambellotti di Roma. Inoltre, sono state selezionate, insieme alla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, una serie di pubblicazioni della celebre raccolta di fiabe, tra cui la prima in lingua francese di Antoine Galland.
Per suggerire l'ambiente originario in cui le storie de Le mille e una notte si sono generate, vengono infine presentate due mattonelle persiane del XVIII secolo, che rappresentano il mondo orientale fiabesco che vede nascere quei suggestivi racconti. Anche la lucerna ad olio che viene esposta è un esemplare in uso nell'India coeva alla genesi letteraria delle storie e rappresenta anche il tòpos di una delle fiabe più conosciute, quella de La lampada di Aladino, rimasta nell'immaginario collettivo ininterrottamente per diverse generazioni. Mattonelle e lucerna sono stati gentilmente concessi alla mostra dal Museo Nazionale d'Arte Orientale di Roma.
L'esposizione del Museo Boncompagni Ludovisi raccoglie quindi intorno al tema trattato una serie di testimonianze di quanto esso fosse stato popolare all'inizio del XX secolo e quale interesse abbia generato per l'Oriente, interesse che coinvolgerà il gusto in ogni campo del costume sociale.

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