Concetto spaziale, 1955

Lucio Fontana

 
DESCRIZIONE:
Quest’opera, realizzata nel 1955, risente del clima informale in cui è stata elaborata, della poetica cioè che metteva in risalto i valori della gestualità e del colore, steso senza apparente ordine formale. I valori espressivi del gesto sono qui però ridotti ad un grado vicino allo zero in quanto il colore dominante, nero, quasi annulla la forza energica del pur visibile tratto pittorico. Evidentemente l’artista in questo caso intende fondare l’espressività del quadro più sui valori plastici che su quelli cromatici o gestuali. L’opera infatti fa parte dell’ampia serie di dipinti in cui Fontana ha impiegato piccole pietre colorate, o frammenti di vetro, che, applicati alla superficie, si pongono in relazione con i buchi che la costellano in quanto fattori linguistici di valore opposto. Se il buco oltrepassa la tela verso un al-di-là che non vediamo il rilievo della pietra fonda invece una relazione spaziale con un al-di-qua che è anche il nostro spazio, la nostra dimensione fenomenica pienamente esperibile. Il dipinto si fonda su queste relazioni, dove le pietre e i buchi agiscono come poli opposti di un unico movimento dialettico: virtuali e reali, bianchi e neri, positivi e negativi, essi concorrono a costruire il significato dell’opera, che si mostra perciò polisemica, polifonica, come tutte le opere dell’artista. 
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