Fabiano Ventura. Sulle tracce dei ghiacciai

Fabiano Ventura durante la spedizione "Sulle tracce dei ghiacciai", Himalaya, 2018 | © Fabiano Ventura

 

Dal 15 Settembre 2019 al 17 Febbraio 2020

Bassano del Grappa | Vicenza

Luogo: Galleria Civica

Indirizzo: Piazza Garibaldi 34

Orari: Mer - Lun 10 - 19 | Chiuso Mar / 25 Dic / 1° Gen

Enti promotori:

  • Città di Bassano del Grappa
  • Musei Biblioteca Archivio Bassano del Grappa
  • Main Sponsor: ETRA Futuro sostenibile
  • Sponsor: Manfrotto Imagine More
  • Sant'Eusebio Restaurant
  • Con : Macromicro
  • On The Trail of the Glaciers
  • Media partner: ARTE.it
  • Il Giornale di Vicenza
  • Bassano Fotografia 19 Sconfinamenti

Costo del biglietto: Intero 7 € | Ridotto 5 € | Ingesso scolaresche 2 € | Sulle tracce dei ghiacciai + Museo Civico: Intero 10 € | Ridotto 8 €

Telefono per informazioni: +39 0424 519 901

E-Mail info: info@museibassano.it

Sito ufficiale: http://www.museibassano.it




Alla ricerca del passato per un futuro sostenibile

Dal 15 settembre 2019 al 17 febbraio 2020 il Museo Civico di Bassano del Grappa ospita la mostra fotografica Sulle tracce dei ghiacciai, il grande progetto realizzato dal fotografo Fabiano Ventura per documentare gli effetti dei cambiamenti climatici sui ghiacciai più importanti della Terra. L’esposizione ripercorre le cinque spedizioni del progetto in Karakorum, Caucaso, Alaska, Ande e Himalaya, con un allestimento che offre un confronto diretto tra fotografie storiche e moderne. Ne emerge un senso di urgenza per la salvaguardia dei ghiacciai, sensibili indicatori della salute del nostro pianeta.
 FOTO – Sulle tracce dei ghiacciai. Viaggio tra le vette del mondo
Sulle tracce dei ghiacciai coniuga comparazione fotografica e ricerca scientifica, analizzando gli effetti prodotti dai cambiamenti climatici partendo dall’osservazione delle variazioni sulle masse glaciali. Con 6 spedizioni realizzate nell’arco di 10 anni, il progetto ha lo scopo di produrre misurazioni glaciologiche attraverso apparati fotografici realizzati dallo stesso punto d’osservazione e nel medesimo periodo dell’anno di quelli realizzati dai fotografi-esploratori di fine ‘800 e inizio ‘900. Le immagini storiche in bianco e nero, dovutamente restaurate, sono infatti affiancate a quelle moderne realizzate da Fabiano Ventura con macchine di grande formato in pellicola fino al 4x5 pollici. Il forte potere comunicativo creato dai confronti fotografici, insieme ai risultati della ricerca scientifica, sviluppano così nell’osservatore una maggiore consapevolezza dell’impatto delle attività antropiche sul clima ambientale, sensibilizzando l’opinione pubblica sulla necessità di salvaguardare le risorse naturali per le generazioni future.

La mostra espone i risultati delle prime cinque spedizioni del progetto fotografico-scientifico, tenutesi rispettivamente nelle catene montuose del Karakorum, del Caucaso, dell’Alaska, delle Ande e dell’Himalaya. Fabiano Ventura ha ripercorso, insieme a un team di ricercatori, le tracce dei fotografi-esploratori di fine ‘800 e inizio ‘900 (tra i quali Vittorio Sella, Alberto Maria De Agostini, Massimo Terzano, Mor von Dechy, William Osgood Field, Harry Fielding Reid, A. J. Brabazon, Richard U. Light e Marion T. Millett) scattando nuove fotografie, sovrapponibili, di fatto, a quelle del passato.

Il confronto testimonia l’arretramento delle masse glaciali, fornendo un’idea immediata delle straordinarie variazioni climatiche che il nostro pianeta sta vivendo. Una mostra di rilevanza internazionale, al contempo legata alla tradizionale rassegna Biennale di Bassano Fotografia 2019. Sconfinamenti (14 settembre - 3 novembre 2019) - festival organizzato da Pro Bassano in collaborazione con il Comune di Bassano del Grappa, giunto quest’anno alla sua sesta edizione - che si pone l’obiettivo di informare e sensibilizzare il visitatore verso una tematica quanto mai importante e delicata per la nostra contemporaneità. I confronti fotografici mostrano chiaramente l’allarmante processo di scioglimento dei ghiacciai di tutto il pianeta e il cambiamento di paesaggi che erano rimasti immutati per secoli. I muri di ghiaccio, alti anche centinaia di metri, hanno lasciato oggi il posto a placidi laghetti montani e intere vallate, un tempo ricoperte di ghiaccio, sono ora boschi sconfinati o praterie verdeggianti.

Sei spedizioni realizzate nell’arco di dieci anni

KARAKORUM 2009
Nel 2009, in occasione del centesimo anniversario della spedizione del Duca degli Abruzzi in Karakorum, è stata effettuata la prima delle missioni previste dal progetto. A 100 anni di distanza, è stata raccolta una notevole quantità di dati negli stessi luoghi visitati dalle spedizioni storiche. In particolare sono state replicate le riprese realizzate a inizio secolo dai fotografi Vittorio Sella e Massimo Terzano, che parteciparono alle più importanti spedizioni esplorative italiane nella regione, rispettivamente nel 1909 (guidata dal Duca degli Abruzzi) e nel 1929 (guidata da Aimone di Savoia, Duca di Spoleto). Le nuove riprese fotografiche realizzate da Fabiano Ventura hanno ottenuto risultati di valenza scientifica e ambientale - ma anche estetica - di prim’ordine. Il comitato scientifico del progetto - composto da Claudio Smiraglia, Professore Ordinario all’Università Statale di Milano, già Presidente del Comitato Glaciologico Italiano, e da Kenneth Hewitt, professore emerito di Geografia e Studi Ambientali della Wilfrid Laurier University a Waterloo (Ontario, Canada) - ha seguito il team, fornendo indicazioni utili alla pianificazione e alla scelta delle osservazioni sul campo.

CAUCASO 2011
La seconda spedizione ha interessato la catena montuosa del Caucaso dal versante georgiano; avviata il 28 luglio 2011, si è conclusa il primo settembre dello stesso anno. Lo scopo principale è stato quello di effettuare nuovamente le fotografie storiche dal medesimo punto di vista, di valutare le variazioni di superficie dei ghiacciai locali tramite indagini geomorfologiche e di misurare la velocità di fusione dei ghiacciai locali grazie all’installazione di paline ablometriche, per mettere in relazione lo spessore del detrito galleggiante sul ghiaccio, il tasso di fusione dello stesso e il potere riflettente (albedo) delle diverse superfici. Sul campo, insieme a Fabiano Ventura, hanno operato i glaciologi Kenneth Hewitt e Riccardo Scotti e la troupe televisiva composta dal regista Marco Preti e dal cameraman Luca Venchiarutti. Per questa seconda missione il comitato scientifico internazionale è stato ulteriormente ampliato comprendendo Claudio Smiraglia, Kenneth Hewitt e Christoph Mayer.
In passato le spedizioni esplorative italiane di maggior rilievo nella zona del Caucaso sono state compiute da W. F. Donkey, da Mor Dechy, da Vittorio Sella, da Hermann Woolley, da Andrea Pollitzer, da Vittorio Ronchetti e da Viliam Heckel; fotografi-esploratori che hanno lasciato un vasto archivio di immagini, base storica per le analisi comparative fotografiche sullo stato dei ghiacciai della regione. Sulla base dei confronti fotografici e delle osservazioni scientifiche effettuate, si è evidenziato che i ghiacciai della catena del Caucaso mostrano forti arretramenti delle loro fronti, nonché sensibili perdite del loro spessore, come ad esempio il ghiacciaio Chalaat, che ha perso 200 m di spessore e la cui fronte si è arretrata di oltre 3 km.

ALASKA 2013
Avviatasi il 22 luglio 2013 e conclusasi il 27 agosto dello stesso anno, la terza missione in Alaska ha segnato un altro grande successo del progetto Sulle tracce dei ghiacciai. I 28 confronti fotografici e le 6 panoramiche, dimostrano come il Johns Hopkins e il Gran Pacific Glacier siano arretrati di oltre 15 km mentre il Read è arretrato di circa 3,5 km in poco più di 100 anni. Il team di ricerca, coordinato da Claudio Smiraglia, esperto glaciologo dell’università Statale di Milano, mette insieme i ricercatori più esperti nel campo della glaciologia, provenienti da tutto il mondo: Riccardo Scotti, (Università di Milano Bicocca); Roman Mokitya (University Alaska Fairbanks); Jamie N. Womble, (Ph.D. Wildlife Biologist National Park Service); Bruce F. Molnia, (Ph.D. U.S. Geological Survey); Alessio Gusmeroli (University Alaska Fairbanks); Eyal Saiet (University Alaska Fairbanks). Per raggiungere i suoi obiettivi di ricerca e comunicazione l’associazione Macromicro ha inoltre attivato collaborazioni con alcuni noti istituti di ricerca, in particolare, con il National Snow and Ice Data Center di Boulder, Colorado, che gestisce l’archivio mondiale delle fotografie e dei dati scientifici dei ghiacciai, e con il Comitato Glaciologico Italiano che, dal 1895, promuove e coordina le ricerche nel settore della glaciologia in Italia.

ANDE 2016
Partita l’11 febbraio 2016 la quarta spedizione si è svolta nella Terra del Fuoco e nelle Ande della Patagonia dove il team, composto da fotografi, film-maker e ricercatori, ha lavorato, in momenti diversi, per oltre 2 mesi. Nei primi 45 giorni di permanenza Fabiano Ventura ha ripercorso le orme del sacerdote salesiano, fotografo e cineasta Alberto Maria De Agostini, per ripeterne le splendide fotografie, realizzate tra il 1910 e la metà degli anni ‘50, dagli esatti punti di ripresa e nello stesso periodo dell’anno. A metà marzo la spedizione, dopo aver percorso oltre 1000 km nella Patagonia cilena e argentina alla ricerca dei luoghi fotografici storici, ha incontrato un team di ingegneri e geologi per portare a termine l’attività più strettamente scientifica, la verifica di nuovi metodi e tecniche per la realizzazione dei modelli tridimensionali delle fronti glaciali, prevista nell’ambito del progetto GlacioVar. Il lavoro dei ricercatori ha portato alla realizzazione di modelli 3D del ghiacciaio Exploradores, in Cile, attraverso immagini acquisite da terra, da droni e da satellite, al fine di aumentare la comprensione degli effetti dei cambiamenti climatici, in relazione al fenomeno dell’arretramento dei ghiacciai.

HIMALAYA 2018
La quinta spedizione del progetto si è svolta dal 20 aprile all’8 giugno 2018 nel versante nepalese del Kangchenjunga, nel versante Nord dell’Everest e del Cho Oyu, rispettivamente la terza, la prima e la sesta montagna più alta della Terra. In Nepal il team ha ripercorso il tracciato della spedizione dell‘alpinista esploratore inglese Douglas William Freshfield del 1899 alla quale partecipò il noto fotografo Vittorio Sella, metre in Tibet il team ha ripercorso le tracce degli alpinisti e fotografi George Mallory e Edward Oliver Wheeler che parteciparono alle prime spedizioni esplorative inglesi del Monte Everest.

ALPI 2020
La spedizione che conclude il progetto avrà luogo sulle Alpi italiane, francesi e svizzere, nell’estate del 2020. Si svilupperà lungo un ampio itinerario con l’obiettivo di raccogliere una ricca documentazione sulla condizione dei ghiacciai alpini e di organizzare eventi nei luoghi più significativi per sensibilizzare il pubblico al tema dei cambiamenti climatici. La ricerca iconografica che Fabiano Ventura ha svolto nei mesi scorsi ha visto coinvolti gli archivi fotografici della Fondazione Sella a Biella e del Museo Nazionale della Montagna “Duca degli Abruzzi”, della Galleria d’Arte Moderna e del Comitato Glaciologico Italiano, a Torino.

Fabiano Ventura, Direttore del progetto e fotografo ambientalista

Fabiano Ventura è un fotografo paesaggista specializzato in tematiche ambientali. Dopo numerose partecipazioni a spedizioni scientifiche, fotografiche e alpinistiche, nei luoghi più selvaggi e remoti della Terra, dal 2007 è impegnato nel progetto Sulle tracce dei ghiacciai di cui è ideatore e direttore. La sua sensibilità al sempre più grave problema dei cambiamenti climatici lo ha portato in questi anni a concentrare gran parte della sua attività su un obiettivo: diffondere il più possibile tra il grande pubblico la conoscenza di questo fenomeno. Così, accompagnato da ricercatori e registi, è andato a fotografare dal vivo le incredibili trasformazioni dei ghiacciai più grandi del mondo e sta divulgando i risultati del suo lavoro attraverso la realizzazione di mostre, conferenze, programmi didattici, installazioni e documentari.

Elena Pavan, Sindaco della città di Bassano del Grappa

Diversi sono i motivi per cui andare orgogliosi nel presentare Sulle tracce dei ghiacciai, esposizione ospitata negli spazi della Galleria Civica del Museo di Bassano fino al 17 febbraio 2020. Il primo è la forza e la potenza comunicativa delle immagini: affiancando fotografie storiche a riproduzioni moderne Fabiano Ventura, ideatore e direttore del progetto, avvicina il visitatore ad uno dei temi più attuali e importanti per i nostri giorni, i disastrosi effetti prodotti dal riscaldamento globale. I ghiacciai diventano così il mezzo con il quale analizzare e mostrare visivamente questi cambiamenti: laddove i fotografi-esploratori dell’800 e ‘900 documentavano imponenti distese di ghiaccio, le fotografie scattate da Ventura a partire dal 2009 testimoniano il processo di scioglimento degli stessi e il conseguente cambiamento dei paesaggi. Questo grande evento si lega all’ormai tradizionale appuntamento cittadino di Bassano Fotografia Sconfinamenti, rassegna biennale giunta quest’anno alla sua sesta edizione, appuntamento in grado di appassionare persone di tutte le età e che testimonia la costante passione dei bassanesi per questa forma artistica. Ospitare Sulle tracce dei ghiacciai diventa così per Bassano del Grappa un’opportunità unica di riflessione su questi temi così importanti e urgenti per la nostra coscienza civica.

Chiara Casarin, Direttore di Musei Civici di Bassano del Grappa

Ospitare questa mostra all’interno dei Musei Civici di Bassano del Grappa diventa un’occasione per rinnovare il nostro impegno verso il contemporaneo e le tematiche più attuali. Ancora una volta l’arte diviene uno strumento per capire il nostro presente e la fotografia il mezzo con il quale visualizzarlo. Sulle tracce dei ghiacciai è proprio questo: un’esposizione nella quale la fotografia, presente e passata, diviene strumento didattico di sensibilizzazione verso gli allarmanti riscontri prodotti dai cambiamenti climatici. I confronti realizzati da Fabiano Ventura, a più di 70 anni di differenza, tra immagini fotografiche storiche e moderne, intendono sviluppare nel visitatore una maggiore consapevolezza ambientale, sensibilizzando l’opinione pubblica sulla necessità di salvaguardare le risorse naturali per le generazioni future. L’utilizzo delle forme d’arte quali strumenti per capire il nostro presente rendono i musei dei luoghi vivi, nei quali apprezzare le opere ma anche riflettere su ciò che ci circonda. In questo modo, i Musei Civici di Bassano del Grappa danno il loro contributo per la formazione di un senso morale e civico verso questa natura che oggi, più che mai, va protetta e salvaguardata.

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