In mostra a Firenze fino al 22 marzo 2020
Da Giacometti a LaChapelle, l'enigma di Pinocchio nell'arte del Novecento

David LaChapelle, David Bowie: Face Masks, 1995. Cromogenic Print, 66,04x50,08
Francesca Grego
25/10/2019
Firenze - C'è chi lo si ama e chi lo detesta, ma pochi personaggi sono radicati come Pinocchio nell'immaginario collettivo. Al punto che schiere di artisti adulti e vaccinati ne hanno tratto ispirazione per i propri lavori.
A esplorare in tutte le sue dimensioni l'influenza del burattino di Collodi nella produzione novecentesca arriva ora la mostra Pinocchio. Da Giacometti a LaChapelle, in calendario a Villa Bardini fino al prossimo 22 marzo.
Nel percorso curato da Lucia Fraschi oltre 50 opere – tra video, fotografie, dipinti, sculture in legno, metallo e cartapesta – ci accompagnano alla scoperta del potere di un'icona. Alberto Giacometti, David LaChapelle, Alexander Calder, Bruno Munari, Mimmo Paladino, Luigi Ontani, Venturino Venturi, Paul McCarthy sono solo alcuni dei nomi di spicco che popolano l'allestimento. Accanto alle loro creazioni - provenienti direttamente dagli atelier degli artisti o da musei come la Fondazione Guggenheim di Venezia, la Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma, la Fondazione Giacometti di Parigi, il Zurcher Hochschule der Kunste/Museum flur Gestaltung di Zurigo e la Fondazione Carlo Collodi – trovano posto installazioni multimediali dedicate a grandi e piccini.
Obiettivo di Generali Valore Cultura, che sostiene il progetto, è infatti portare la grande arte a un pubblico sempre più ampio. Motivo per cui l'iniziativa sarà affiancata da laboratori didattici, visite guidate rivolte a target specifici e giornate di apertura gratuita per tutti. In bilico tra ingenuità e furbizia, autonomia e soggezione, e infine tra la vita e la morte, la creatura collodiana si apre qui a molteplici letture.
Lo sottolineano i titoli delle sette sezioni, ciascuna delle quali mette sul tappeto un'ambivalenza rivelatrice: da “Pinocchio (non ) è un burattino” a “Pinocchio (non) è una maschera”, ripercorriamo in parallelo con l'avventura del personaggio tutto il suo fascino metaforico, che da una fiaba ottocentesca lo ha catapultato nell'immaginazione del XX secolo dove, uscito definitivamente dall'armatura di legno, è andato incontro a vite inattese.
Con il patrocinio del Comune di Firenze e della Fondazione Nazionale Carlo Collodi, Enigma Pinocchio. Da Giacometti a LaChapelle è una mostra prodotta e organizzata da Generali Valore Cultura, Fondazione CR Firenze e Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron con il coordinamento del Gruppo Artemisia in collaborazione con Unicoop Firenze.
A esplorare in tutte le sue dimensioni l'influenza del burattino di Collodi nella produzione novecentesca arriva ora la mostra Pinocchio. Da Giacometti a LaChapelle, in calendario a Villa Bardini fino al prossimo 22 marzo.
Nel percorso curato da Lucia Fraschi oltre 50 opere – tra video, fotografie, dipinti, sculture in legno, metallo e cartapesta – ci accompagnano alla scoperta del potere di un'icona. Alberto Giacometti, David LaChapelle, Alexander Calder, Bruno Munari, Mimmo Paladino, Luigi Ontani, Venturino Venturi, Paul McCarthy sono solo alcuni dei nomi di spicco che popolano l'allestimento. Accanto alle loro creazioni - provenienti direttamente dagli atelier degli artisti o da musei come la Fondazione Guggenheim di Venezia, la Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma, la Fondazione Giacometti di Parigi, il Zurcher Hochschule der Kunste/Museum flur Gestaltung di Zurigo e la Fondazione Carlo Collodi – trovano posto installazioni multimediali dedicate a grandi e piccini.
Obiettivo di Generali Valore Cultura, che sostiene il progetto, è infatti portare la grande arte a un pubblico sempre più ampio. Motivo per cui l'iniziativa sarà affiancata da laboratori didattici, visite guidate rivolte a target specifici e giornate di apertura gratuita per tutti. In bilico tra ingenuità e furbizia, autonomia e soggezione, e infine tra la vita e la morte, la creatura collodiana si apre qui a molteplici letture.
Lo sottolineano i titoli delle sette sezioni, ciascuna delle quali mette sul tappeto un'ambivalenza rivelatrice: da “Pinocchio (non ) è un burattino” a “Pinocchio (non) è una maschera”, ripercorriamo in parallelo con l'avventura del personaggio tutto il suo fascino metaforico, che da una fiaba ottocentesca lo ha catapultato nell'immaginazione del XX secolo dove, uscito definitivamente dall'armatura di legno, è andato incontro a vite inattese.
Con il patrocinio del Comune di Firenze e della Fondazione Nazionale Carlo Collodi, Enigma Pinocchio. Da Giacometti a LaChapelle è una mostra prodotta e organizzata da Generali Valore Cultura, Fondazione CR Firenze e Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron con il coordinamento del Gruppo Artemisia in collaborazione con Unicoop Firenze.
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