Esistenze. La vita e la morte nell’arte messicana contemporanea
Nicolás de Jesús, Esistenze, Palazzo d'Albertis, Genova
Dal 07 Aprile 2012 al 03 Giugno 2012
Genova
Luogo: Palazzo d'Albertis - Museo delle Culture del Mondo
Indirizzo: corso Dogali 18
Orari: da martedì a venerdì 10-18; sabato e domenica 10-19; lunedì chiuso
Enti promotori:
- Massimo Bignardi
- Elisa Pacini
- Ambasciata del Messico di Roma
Costo del biglietto: intero € 6; ridotto (ragazzi 5-12 anni e >65 anni) € 4,50; scolaresche (ragazzi 5-18) € 3
Telefono per informazioni: +39 010 2723820
E-Mail info: castellodalbertis@comune.genova.it
Sito ufficiale: http://www.museidigenova.it
Le opere realizzate dal Maestro Nicolás de Jesús rappresentano il tipico immaginario oltremondano messicano incentrato sulla tradizionale figura dello scheletro o calavera; una figura le cui origini si rintracciano nella tradizione azteca, e che nel corso dei secoli è giunta a costituire una delle immagini più ricorrenti e diffuse sia nell’iconografia popolare che in quella artistica messicana.
A questa tradizione si rifà Nicolás de Jesús, il quale, ispirandosi in special modo all’opera dell’illustratore satirico José Guadalupe Posada, utilizza quest’immagine come strumento di denuncia sociale e politica. Attraverso il suo lavoro, l’artista rivendica la necessità di prendere posizione rispetto al mondo in cui viviamo. L’arte diviene così un momento di profondo coinvolgimento politico e personale attraverso cui l’artista può esprimere le sue più profonde convinzioni etico-morali invitando il pubblico alla riflessione.
I temi che affronta Gabriel Trinidad nelle sue opere sono legati al rapporto dell’individuo con se stesso, con la natura e con la collettività (intesa sia in senso antropologico che politico e sociale). Le figure che appaiono in ogni incisione non fanno più riferimento a un immaginario prestabilito ma rimandano ad un percorso del tutto originale ed autonomo dell’artista.
In entrambi i casi gli artisti sono riusciti, pur attingendo a piene mani dalla tradizione dell’arte popolare e non, a sviluppare un linguaggio espressivo che sia personale ed efficace strumento di critica e di interpretazione del reale.
Le tecniche usate dagli artisti per la realizzazione delle loro opere sono quelle classiche dell’acquaforte e dell’acquatinta.
Il supporto sul quale la maggior parte di esse sono stampate è il “Papel Amate”, un tipo di carta in fibra vegetale ricavata dalla cottura della corteccia di “jonote” bianchi e rossi (Ficus e Ficus cotinifolia padifolia), utilizzata sin dal I sec. a.C nei codici Maya e Aztechi e tutt’oggi prodotta artigianalmente.
Sia De Jesus che Trinidad, riprendendo la tradizione, realizzano questo genere di carta secondo gli antichi sistemi artigianali, schiacciando la corteccia di “jonote”, cuocendola poi in acqua con calce e cenere fino a quando non si ammorbidisce. Il risultato che così ottengono è uno strato vegetale fibroso il cui colore varia dal marrone scuro al giallo paglierino. Questo resistente materiale viene sciacquato, disposto su una tavola di legno e pestato con una pietra fino a produrre una carta sottile e delicata, la cui superficie, caratterizzata da linee di increspatura, viene fatta infine essiccare al sole.
Inaugurazione il 6 Aprile alle 18.30.
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