Dal 28 ottobre al 1° novembre a Park Avenue Armory

La prima volta a New York del Genio Rezzonico di Canova

Antonio Canova, Genio Rezzonico, gesso, altezza 165 cm ca. Firmato in basso a destra: ant. Canova. Courtesy of Galleria Orsi
 

Samantha De Martin

24/10/2017

Mondo - Una statua rarissima, realizzata con particolare cura come forma di gratitudine nei confronti di una persona che Antonio Canova aveva particolarmente a cuore, sarà presto a New York in occasione della Tefaf, la grande fiera internazionale di arte, antiquariato e design, punto d'incontro dei più grandi galleristi del mondo.

La notizia è di quelle che sorprendono, anche perché si tratterà della prima apparizione pubblica del Genio Rezzonico, l’angelo senza ali realizzato nel 1793 dallo scultore di Possagno per il suo mecenate illuminato Girolamo Zulian, ambasciatore della Serenissima a Roma.
Si tratta di una rara scultura in gesso - costruita direttamente dall’artista come copia dell’originale Genio Alato in marmo, una delle figure più alte e rappresentative del maestro del Neoclassicismo, destinate al monumento funerario di Papa Clemente XIII Rezzonico, nella Basilica di San Pietro - dimenticata per secoli in una villa appartenuta ai discendenti di un conte padovano amico di Canova e di Zulian.

Questa preziosa opera in gesso si appresta a diventare, fino al prossimo 1° novembre, il pezzo forte dello stand del gallerista Carlo Orsi che la esporrà alla Park Avenue Armory a partire dal prossimo 28 ottobre in occasione della Tefaf New York.

«Esporre un’opera come il Genio Rezzonico a Tefaf New York - ci rivela Carlo Orsi, proprietario della galleria milanese di via Bagutta e presidente dell’Associazione Antiquari d’Italia - significa portare all’attenzione del pubblico mondiale la bellezza dell’arte italiana e fare luce su un importante momento della storia della cultura. Infatti il Genio non è solo un’opera d’arte di estrema bellezza, ma un documento storico capace di raccontare Canova stesso. Le lettere che l’artista scambia con Gerolamo Zulian negli anni che precedono e accompagnano la realizzazione e la sua collocazione in casa del grande mecenate ci mostrano un Canova interessato a tutti gli aspetti concernenti l’opera, dalla sua realizzazione al trasporto e all’illuminazione in casa di Zulian. I due discutono il valore morale dell’arte, il collezionismo come mezzo per elevare lo spirito. Da questo si evince che Canova non realizzava questi gessi per la vendita, ma come pegni di amicizia per le persone a lui più vicine. Si tratta di un’opera veramente significativa e per questo motivo ci auguriamo che venga acquistata da un museo pubblico o da un grande collezionista amante della cultura italiana».

Ma se così non fosse, l’angelo senza ali ritornebbe nella collezione privata da cui è arrivato.
In realtà un’altra versione di quest’opera esisteva, ed era custodita presso la Gypsotheca del Museo Canova di Possagno, ma, gravemente danneggiata da un bombardamento nel 1917, fu restaurata maldestramente, monca del braccio destro. Da qui l'importanza del calco mandato a Zulian, che riproduce in modo fedele la raffinatezza dell' "ultima mano" di Canova.
Quest’angelo privo di ali - a differenza dell’originale in marmo - con una mano a sorreggere la fronte in segno di dolore, sembra godere infatti di un ottimo stato di salute e si appresta a sfoderare la sua nobile grazia al grande evento in programma nella Grande Mela.

Oltre che alla Tefaf, il maestro veneto sarà al centro di un'altra kermesse “newyorkese” che si svolgerà nel 2018 e che si preannuncia un grande appuntamento internazionale. Il calco dell'originale - in arrivo da Possagno - che ritrae George Washington in versione eroica e senza veli, sarà protagonista di una mostra alla Frick Collection che, a partire dal 22 maggio, celebrerà il sorprendente connubio artistico fra il massimo interprete del Neoclassicismo italiano - che fu tra l’altro tra i primi ad aver realizzato una statua per Washington - e il primo presidente degli Stati Uniti d’America.

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