Giorgio Cossu. Mamulengo il teatro di burattini in Brasile

© Giorgio Cossu

 

Dal 14 Febbraio 2017 al 23 Marzo 2017

Roma

Luogo: Teatro Villa Pamphilj - Villino Corsini

Indirizzo: via di San Pancrazio 10

Orari: da martedì a domenica ore 10-17

Enti promotori:

  • Roma Capitale - Assessorato alla Crescita culturale
  • Teatro Villa Pamphilj - Teatri in Comune

Telefono per informazioni: +39 06 5814176  

E-Mail info: promozione@teatrovillapamphilj.it



Nel Nordest brasiliano (in portoghese "Nordeste") è fiorita una ricca tradizione di teatro popolare di burattini che è sopravvissuta per più di due secoli attraverso la trasmissione orale della cultura.
Le caratteristiche del Mamulengo sono la forte connessione con la cultura della regione e lo stretto vincolo con gli strati popolari, visto che, nella sua formazione tradizionale, il Mamulengo è un teatro destinato ai meno abbienti della società.
Infatti, fino alla metà degli anni Settanta il Mamulengo, insieme ai circhi mambembes e ad altri spettacoli popolari, era il divertimento preferito delle popolazioni a basso reddito dellʼinterno e delle capitali del Nordeste, grazie alle rappresentazioni in spazi aperti, nelle fiere, nelle piazze che raggiungevano un gran numero di spettatori. Nei piccoli agglomerati rurali, poi, le rappresentazioni avvenivano generalmente durante la notte e potevano durare fino a otto ore. Seppur sempre più raro, ancora oggi possiamo incontrare questo tipo di spettacolo, principalmente attorno a piccole città nellʼentroterra di Pernambuco.
 
La mostra composta di quaranta scatti che raccontano e documentano il lavoro di otto mamulengueiros è accompagnata dal volume Mamulengo. Il teatro popolare di burattini in Brasile che, oltre a riunire l’intero reportage di Giorgio Cossu con interviste raccolte sul campo da Celina Dávila, si avvale dell’introduzione storica di Izabela Brochado, ricercatrice presso l'Università di Brasilia.  Al catalogo è allegato un dvd che contiene uno slideshow per ogni burattinaio, dove le fotografie sono sincronizzate con l'audio originale delle interviste per mostrare la matrice sonora da cui sono estratti i testi del libro. Il volume, inserito nella collana “Archivio Gian Renzo Morteo” dell’Istituto per i Beni Marionettistici e il Teatro Popolare, è pubblicato da Titivillus Edizioni.
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Giorgio Cossu nasce a Napoli nel 1973. Da diversi anni lavora nel campo della fotografia etnografica e di scena su cui è incentrata la maggior parte della sua ricerca e produzione. Sta sviluppando da tempo un progetto di documentazione sul Teatro di Figura nel Mondo che lo ha portato a lavorare con alcune delle compagnie più importanti nel panorama artistico contemporaneo. I suoi lavori sono stati esposti in Italia, Germania, Portogallo e Brasile. Ha collaborato con la Ducati Motor Holding S.p.A con cui ha pubblicato un libro di documentazione fotografica in Zimbabwe e attualmente collabora con l’Istituto per i Beni Marionettistici e il Teatro Popolare di Grugliasco a diversi progetti di documentazione fotografica.
 
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Le quaranta fotografie in mostra al Teatro Villa Pamphilj - Villino Corsini raccontano un viaggio alla ricerca di un’arte antica nascosta ai molti, il Mamulengo, il teatro popolare di burattini nel Brasile.
Per nove mesi abbiamo attraversato il paese da sud a nord alla ricerca dei mamulengueiros rurali e di quelli urbani che oggi tengono in vita questo spicchio di cultura popolare nata e alimentata dai caratteri delle tante culture che compongono il popolo brasiliano.
Abbiamo trascorso intere settimane a stretto contatto con ognuno di loro per poter capire, registrare e trasmettere lo spirito che anima i mamulengueiros, i mamulengos ed il loro pubblico. Durante questi periodi abbiamo seguito otto burattinai e innumerevoli burattini condividendo il loro quotidiano nel mondo reale e nel mondo immaginario per poter registrare, con macchina fotografica e microfono, le loro abitudini, le loro paure, i loro luoghi, le loro speranze. Il loro essere non solo nei teatrini, ma anche nei laboratori, per le strade, nelle casse, nei teatri o nelle macchine. Perchè il Mamulengo è anche la rappresentazione della vita di tutti i giorni di questo popolo, è l’eredità di una cultura tramandata oralmente da secoli e che oggi cerca con difficoltà di sopravvivere. Questa lotta, che ne fa uno dei simboli della resistenza della cultura popolare alla cultura di massa, si è radicata nel Mamulengo attraverso un continuo rinnovamento del linguaggio, della drammaticità e dell’estetica. Dando a figure antiche uno spirito sempre al passo coi tempi e allo stesso tempo portatore di tradizioni. Giorgio Cossu - Celina Dávila
 
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IL TEATRO POPOLARE DI BURATTINI IN BRASILE - LE ORIGINI, LA STORIA
Nel Nordeste brasiliano è fiorita una ricca tradizione di teatro popolare di burattini che è sopravvissuta per più di due secoli attraverso la trasmissione orale della cultura.
Tale tradizione presenta specificità e nomi diversi nei differenti Stati della regione in cui appare: in Pernambuco si chiama Mamulengo, in Paraiba Babau, nel Rio Grande do Norte e nel Cearà è rispettivamente conosciuta come João Redondo e Casimiro Côco.
Attualmente Mamulengo è il termine più conosciuto e diffuso, essendo utilizzato per designare, in forma generica, il teatro popolare di burattini nordestino. Benché presentino molte similitudini, i diversi tipi di teatro di burattini praticati nel Nordeste mantengono certe specificità che li distinguono.
Le caratteristiche più evidenti che li uniscono sono: lo stretto vincolo con gli strati popolari, visto che, nella sua formazione tradizionale, il Mamulengo è un teatro fatto per i meno abbienti della società e ad essi, di preferenza, è destinato; la forte connessione con la cultura della regione; lʼobiettivo finale della risata del pubblico; la manipolazione dal basso dei burattini, con gli animatori isolati dal pubblico da un semplice telo o da una baracca, che ricevono anche il nome di empanada o tolda.
Con il processo migratorio delle popolazioni del Nordeste verso gli Stati del centro-sud, iniziato a partire dagli anni Settanta, il Mamulengo si espanse in queste regioni cominciando ad essere rappresentato nelle città di São Paulo, Rio de Janeiro e Brasilia. In questi nuovi contesti, così come anche nelle grandi città del Nordeste, il Mamulengo ha subìto cambiamenti tanto nella sua struttura drammatica (inclusione di nuovi temi, scene e personaggi, durata dello spettacolo) quanto nel suo pubblico preferenziale che, oltre agli strati popolari, cominciò ad includere le classi medie e le platee infanto-giovanili. Di conseguenza si osservano spettacoli destinati più direttamente a questi nuovi pubblici.
Fino alla metà degli anni Settanta, il Mamulengo, insieme ai piccoli circhi ambulanti i mambembes e ad altri spettacoli folcloristici come i folguedos (Il Pastoril (atto natalizio), il Maracatu (spettacolo carnevalesco) ed il Bumba-meu-Boi/Cavalo Marinho (danza drammatica) e altri), era il divertimento preferito delle popolazioni a basso reddito dellʼinterno e delle capitali del Nordeste, perché raggiungeva un gran numero di spettatori dal momento che veniva rappresentato in spazi aperti, nelle fiere, nelle piazze e in piccoli sitios (agglomerati rurali). In questo ultimo contesto le rappresentazioni avvenivano generalmente durante la notte e potevano durare fino a otto ore.
Il settantenne Zé Divina, mamulengueiro pernambucano, racconta che anticamente i gruppi di Mamulengo percorrevano lunghe distanze, presentandosi in vari sitios della regione. Il materiale dello spettacolo (baracca e burattini) era trasportato da animali, in generale asini, e gli artisti andavano a piedi. Oggigiorno il trasporto è fatto in auto, dello stesso mamulengueiro o affittata per lʼoccasione.
Ricerche effettuate sui giornali di Recife, capitale dello Stato di Pernambuco, indicano che fino agli anni Quaranta spettacoli di Mamulengo erano abbastanza ricorrenti nelle feste religiose organizzate dalle parrocchie cattoliche della capitale. La prima notizia rintracciata di uno spettacolo di Mamulengo reca la data del 23 Dicembre 1896 e fu pubblicata sul “Diario di Pernambuco”. A partire dagli anni Trenta, celebrazioni natalizie cominciano ad essere organizzate da enti non religiosi, come fabbriche (raffinerie di zucchero -parte significativa dellʼeconomia dello Stato di Pernambuco - compagnie tessili), sindacati dei lavoratori, ed altri.
Attualmente, tanto nelle capitali degli Stati del Nordeste, quanto nei due Stati del centro-sud, oltre che negli spazi aperti come fiere e piazze, gli spettacoli avvengono anche in scuole, centri commerciali, teatri ed altro. I festival di teatro di burattini nazionali ed internazionali costituiscono oggi occasioni significative per presentare e divulgare il Mamulengo. I mamulengueiros della vecchia generazione erano, e sono, nella loro maggioranza, semiletterati, quando non analfabeti, e pochi erano quelli che vivevano esclusivamente del lavoro con i burattini, ma svolgevano altre attività per la sussistenza delle loro famiglie. Al contrario, quelli della nuova generazione in generale sono scolarizzati (alcuni con titolo superiore) e vivono quasi esclusivamente del lavoro con il Mamulengo e attività correlate.

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