Elena Mazzi. Becoming with and unbecoming with

Elena Mazzi, Self Portrait with a whale backpack, 2018, fotografia montata su disband, cm. 66x100

 

Dal 06 Ottobre 2019 al 19 Gennaio 2020

Gallarate | Varese

Luogo: Museo MA*GA

Indirizzo: via E. De Magri 1

Orari: da martedì a venerdì 10.00 -13.00 / 14.30 - 18.30; sabato e domenica 11.00 - 19.00. Chiuso lunedì

Costo del biglietto: intero € 7, ridotto € 5. Gratuito per i minori di 14 anni, disabili che necessitano di accompagnatore, accompagnatore del disabile, dipendenti MIBACT, accompagnatori e guide turistiche Regione Lombardia, 1 insegnante ogni 10 studenti, membri ICOM, soci AMACI, Amici del MA*GA, soci Mart membership, soci Club GAMeC, giornalisti accreditati, giornalisti con tesserino in corso di validità, soci Abbonamento Musei Lombardia Milano

Telefono per informazioni: +39 0331 706011

E-Mail info: info@museomaga.it

Sito ufficiale: http://www.museomaga.it



Dal 6 ottobre 2019 al 19 gennaio 2020, il Museo MA*GA di Gallarate ospita l’installazione di Elena Mazzi, dal titolo Becoming with and unbecoming with.

La ricerca di Elena Mazzi è stata scelta dal MA*GA per l’edizione del 2018 di Level 0, progetto frutto della collaborazione tra ArtVerona e i musei d’arte contemporanea italiani per dare supporto e visibilità agli artisti e alle gallerie.

La poetica di Elena Mazzi indaga il rapporto tra l’uomo e l’ambiente ad esso circostante, il contesto nel quale vive e con il quale si confronta ogni giorno: una tipologia di analisi che spesso si lega ad uno sguardo e ad un approccio di tipo antropologico, ovvero di esperienza diretta di uno specifico territorio, per analizzare un’identità al contempo personale e collettiva.

Le tre opere che compongono l’installazione
 sono il risultato dell’esperienza di ricerca condotta dall’artista in Islanda e dalla sua concentrazione su tre elementi principali: l’esplorazione dell’isola, il recupero di vertebre di cetacei, la riabilitazione del proprio corpo nelle piscine islandesi.

Self portrait with a whale backpack
 (2018) è un’immagine che nasce dalla volontà dell’artista di recuperare un equilibrio ormai perduto tra il bioritmo dell’uomo e il naturale andamento del regno animale e vegetale.

La rottura di alcune vertebre, avvenuta a seguito di un tuffo in mare da una scogliera, costrinse Elena Mazzi a un periodo di sedentarietà. Per ritrovare una sintonia tra il proprio corpo e il paesaggio, l’artista decise quindi di trasferirsi in un fiordo, un luogo in cui la densità umana è ridotta al minimo e i paesaggi si rifanno a un immaginario preistorico.

In questo lasso di tempo, decise di focalizzarsi sulle vertebre di cetaceo, metafora di specie a metà tra mammifero e pesce, che convive con gli oceani e con la terra, che dialoga con più ambienti ed esseri viventi, e che in Islanda continua a vivere anche post-mortem attraverso le collezioni degli abitanti che raccolgono le ossa in spiaggia e le utilizzano come decorazione di case e giardini.

La fotografia ritrae l’artista a schiena nuda, ancora provata dalle operazioni chirurgiche, mentre porta sulle spalle una vertebra di balena che l’ha accompagnata nella conoscenza dell’isola.

In Swimming pools (2018), Elena Mazzi ha documentato, durante la sua residenza in Islanda, l’esistenza in ogni piccolo paese di un impianto termale, dove vi si recava quasi ogni giorno per la sua riabilitazione. Mentre esplorava le diverse piscine, ne catalogava le forme e le strutture planimetriche, dalle forme inusuali, astratte e in alcuni casi quasi antropomorfe, e le traduceva in serigrafie che ha stampato sulle tavolette da piscina.

Becoming with and unbecoming with
 (2018 - in progress) è una scultura che mette in dialogo le vertebre dei cetacei, riprodotte in argento, con la trasparenza solida del vetro. L’opera verte sull’incontro tra forma e materia: le vertebre originarie vengono riprodotte in metallo, a ricordare le protesi che vengono inserite nelle operazioni chirurgiche di stabilizzazione di strutture ossee. Queste si confrontano con il vetro, un materiale liquido che, come l’acqua, rapidamente diventa solido, ma che, nella sua durezza, mantiene anche la sua fragilità.

Per le opere dell’installazione Becoming with and unbecoming with il MA*GA ringrazia la galleria Ex Elettrofonica di Roma
 
Elena Mazzi
 nasce nel 1984 a Reggio Emilia. Ha studiato Storia dell’Arte presso l’Università di Siena. Nel 2011 si è laureata in Arti Visive presso lo IUAV di Venezia. Ha trascorso un periodo di studi all’estero presso la Royal Academy of Art (Konsthogskolan) di Stoccolma. Le sue opere sono state esposte in mostre personali e collettive, tra cui: Whitechapel Gallery di Londra, GAMeC a Bergamo, MAMbo a Bologna, AlbumArte a Roma, Sonje Art Center a Seoul, Palazzo Fortuny a Venezia, Fondazione Golinelli a Bologna, Centro Pecci per l’arte contemporanea a Prato, 16° Quadriennale di Roma, GAM di Torino, 14° Biennale di Istanbul, 17° BJCEM Biennale del Mediterraneo, Fittja Pavilion durante la 14° Biennale d’Architettura di Venezia, COP17 a Durban, Istituto Italiano di Cultura a New York, Bruxelles e Stoccolma, XIV BBCC Expo a Venezia, Fondazione Bevilacqua La Masa. Ha partecipato a diversi programmi di residenza tra cui ZK/U a Berlino, HIAP a Helsinki, Guilmi Art project in Abruzzo, Via Farini a Milano, Fundacion Botin in Spagna, Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia, Future Farmers A.I.R. a San Francisco, Spinola Banna per l’arte, Botkyrka AIR a Stoccolma. È vincitrice, tra gli altri, del XVII Premio Ermanno Casoli, Premio STEP Beyond, Premio OnBoard, Premio Thalie Art Foundation, VISIO Young Talent Acquisition prize, premio Eneganart, borsa Illy per Unidee, Fondazione Pistoletto, nctm e l’arte, m-cult media and technology program, menzione speciale per Arte Patrimonio e diritti umani, Antworks award, premio Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, premio Lerici Foundation, Movin’up.

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