A Roma dal 26 marzo al 18 ottobre
Maschere, ori e dragoni: i tesori del Sichuan dall'antica Cina ai Mercati di Traiano

Statuina in ceramica di un comico, periodo Han Orientale (25-220 d.C.), 40 x 60 cm, Museo di Chengdu
Samantha De Martin
25/03/2019
Roma - Unite da un passato glorioso e da origini illustri maturate attorno alle sponde di un fiume - il Tevere e il Fiume Azzurro - Roma e la civiltà del Sichuan si incontrano ai Mercati di Traiano - Museo dei Fori imperiali in occasione di una mostra.
Dal 26 marzo al 18 ottobre un percorso nella vita sociale e nel mondo spirituale dell’antico popolo Shu, che proprio su questa terra nel sud-ovest della Cina ha creato una civiltà unica, accoglierà oggetti in bronzo, oro, giada e terracotta realizzati tra l’età del bronzo (II millennio a.C.) e l’epoca Han (II secolo d.C.), rinvenuti nei siti di Sanxingdui e Jinsha e arrivati a Roma da importanti istituzioni cinesi come il il Museo del Sito Archeologico di Jinsha, Museo di Sanxingdui, il Museo del Sichuan, l’Istituto di ricerca di reperti e archeologia di Chengdu.
Sarà il percorso del Fiume Azzurro - significativamente tracciato sull’installazione dorata ispirata a un dragone cinese che accoglie i visitatori nello spazio centrale della Grande Aula - ad accompagnare il pubblico tra i reperti che, dopo la tappa napoletana, sono per la prima volta al centro di una così grande esposizione.
Tra statue, vasi rituali, statuette in terracotta ed enigmatiche maschere di bronzo, il popolo Shu si svela attraverso i suoi tratti distintivi raccontando la genesi e l’evoluzione degli elementi religiosi e sociali, mostrando la sua naturale predisposizione alla creatività, all’eleganza e alla bellezza riscontrabile nelle decorazioni in oro, nelle opere in giada, nel cavallo di Mianyang o nel sole di Jinsha.
L’elevata qualità raggiunta dalla produzione artigianale durante la dinastia Han si mostra attraverso i raffinati recipienti in legno laccato, i particolari ritratti su mattone, che illuminano il pubblico occidentale circa la visione del popolo Shu, pacifico e ottimista, riguardo ai temi della vita e della morte.
Alla prima sezione, dedicata alla Cultura religiosa dello stato di Shu, ai riti di un popolo dedito al culto del Sole, come illustrano le maschere di bronzo provenienti dagli scavi del sito di Sanxingdui, segue la seconda parte della mostra, incentrata sulla vita quotidiana del popolo d'Oriente.
Alle 130 opere esposte a Napoli, si aggiungono, nel percorso romano, 15 nuovi prestiti, tra i quali le due maschere e una testa di bronzo di Sanxingdui, ciascuna fortemente caratterizzata. Una, in particolare, si differenzia da tutte le altre finora rinvenute nel sito per la resa del viso più delicata e per il velato sorriso, elementi che hanno fatto pensare a una divinità dell’antica cultura Shu.
Leggi anche:
• Da Napoli alla Cina nel segno dell'arte antica
• Mortali immortali. Tesori del Sichuan nell'antica Cina
Dal 26 marzo al 18 ottobre un percorso nella vita sociale e nel mondo spirituale dell’antico popolo Shu, che proprio su questa terra nel sud-ovest della Cina ha creato una civiltà unica, accoglierà oggetti in bronzo, oro, giada e terracotta realizzati tra l’età del bronzo (II millennio a.C.) e l’epoca Han (II secolo d.C.), rinvenuti nei siti di Sanxingdui e Jinsha e arrivati a Roma da importanti istituzioni cinesi come il il Museo del Sito Archeologico di Jinsha, Museo di Sanxingdui, il Museo del Sichuan, l’Istituto di ricerca di reperti e archeologia di Chengdu.
Sarà il percorso del Fiume Azzurro - significativamente tracciato sull’installazione dorata ispirata a un dragone cinese che accoglie i visitatori nello spazio centrale della Grande Aula - ad accompagnare il pubblico tra i reperti che, dopo la tappa napoletana, sono per la prima volta al centro di una così grande esposizione.
Tra statue, vasi rituali, statuette in terracotta ed enigmatiche maschere di bronzo, il popolo Shu si svela attraverso i suoi tratti distintivi raccontando la genesi e l’evoluzione degli elementi religiosi e sociali, mostrando la sua naturale predisposizione alla creatività, all’eleganza e alla bellezza riscontrabile nelle decorazioni in oro, nelle opere in giada, nel cavallo di Mianyang o nel sole di Jinsha.
L’elevata qualità raggiunta dalla produzione artigianale durante la dinastia Han si mostra attraverso i raffinati recipienti in legno laccato, i particolari ritratti su mattone, che illuminano il pubblico occidentale circa la visione del popolo Shu, pacifico e ottimista, riguardo ai temi della vita e della morte.
Alla prima sezione, dedicata alla Cultura religiosa dello stato di Shu, ai riti di un popolo dedito al culto del Sole, come illustrano le maschere di bronzo provenienti dagli scavi del sito di Sanxingdui, segue la seconda parte della mostra, incentrata sulla vita quotidiana del popolo d'Oriente.
Alle 130 opere esposte a Napoli, si aggiungono, nel percorso romano, 15 nuovi prestiti, tra i quali le due maschere e una testa di bronzo di Sanxingdui, ciascuna fortemente caratterizzata. Una, in particolare, si differenzia da tutte le altre finora rinvenute nel sito per la resa del viso più delicata e per il velato sorriso, elementi che hanno fatto pensare a una divinità dell’antica cultura Shu.
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