Oren Eliav. Mount Zero

© Oren Eliav / BUILDINGI | Oren Eliav, Valley, 2020, olio su tela, 180x260 cm. I Ph. Michele Alberto Sereni

 

Dal 08 Ottobre 2020 al 19 Dicembre 2020

Milano

Luogo: BUILDING

Indirizzo: via Monte di Pietà 23

Orari: da martedì a sabato 10 - 19

Prolungata: fino al 19 dicembre 2020

Sito ufficiale: http://www.building-gallery.com



“Mi piace pensare a un’opera come a un accadimento, e non come a una cosa. Quando guardi un dipinto scegli tu quanto tempo dedicargli. Puoi dare un’occhiata fugace, prendere le informazioni e dare un nome a ciò che vedi ("è un paesaggio") e poi andare avanti. Al contrario, puoi scegliere di dedicare più tempo, andare oltre l’immagine e iniziare a guardare.... Se l’opera funziona, la tua percezione continua a cambiare e puoi sentire e osservare quei cambiamenti. In un certo senso, la pittura è un’opportunità per analizzare l’atto del guardare.”
Oren Eliav, in conversazione con Maria Chiara Valacchi, aprile 2020.
 
È stata prorogata fino al 7 novembre la mostra Oren Eliav. Mount Zero, un’esposizione immersiva di opere pittoriche concepita dall’artista Oren Eliav appositamente per gli spazi di BUILDING.
Mount Zero è una coreografia poetica di dipinti, un trattato visivo sulla natura del tempo. La mostra si relaziona con la struttura architettonica di BUILDING, svelando gradualmente la complessità dell’espressione pittorica dell’artista.
 
Il percorso è diviso in quattro capitoli, corrispondenti ai quattro piani della galleria, dal piano terra fino a quello più alto: Foot of the Mountain, Crossing, Crossing at Night e Equalizer.
Mount Zero apre il piano terra, intitolato Foot of the Mountain. All’interno di un ampio paesaggio ci troviamo immersi in mutevoli prospettive e sottili variazioni cromatiche all’interno di immagini sincopate, accennando a ciò che sta per svolgersi mentre ci spostiamo nello spazio.
 
Al primo piano, al secondo capitolo, intitolato Crossing, i visitatori sono accolti da un’opera a più riquadri che ribadisce l’azione intrapresa, mentre l’elemento umano viene fugacemente introdotto. Pietra, acqua e luce risuonano nella pittura, spinti da audaci pennellate e smalti delicati. BUILDING diventa uno spazio metaforico che prende forma dalla fisica, dalla storia dell’arte, dalla filosofia e dall’architettura, fondendo il passato analogico con il presente digitale, il tutto reso attraverso la pittura ad olio su tela.
Al secondo piano dal giorno si passa alla notte. L’opera Crossing è un’eloquente allucinazione della fuga notturna di due persone, una che trasporta l’altra, come in un sogno, rivelando la loro essenza più umana e compassionevole. I protagonisti di quest’opera si accompagnano l’un l’altro nel loro viaggio attraverso lo spazio e nel tempo.
 
Proseguendo verso la cima incontriamo Equalizer, il terzo piano caratterizzato da opere prevalentemente rosse, è definito dall’artista “un momento orizzontale e neutrale di cessazione”. Le cime e le gole che ci hanno accompagnato fino ad ora a questo punto si incontrano finalmente nel mezzo, stabilizzandosi sullo stesso piano, al punto esatto corrispondente allo zero. In questo vuoto, la storia sembra raggiungere un punto, che potrebbe essere quello di arrivo o di una nuova partenza. La vita sembra concludersi o forse posizionarsi ad un nuovo inizio.
 
Le ventisei opere totali di Oren Eliav formano il percorso per Mount Zero un paesaggio mosso, uno spazio immaginario in cui le montagne emergono e si consumano, dove le pietre si trasformano in fiori e la vita continua ad apparire e scomparire.

Oren Eliav (Israele 1975) vive e lavora a Tel Aviv.
 
Attraverso l’utilizzo di immagini della storia dell’arte e di fenomeni ottici, con la sua pittura Eliav espone la complessa relazione tra vedere e credere. Tramite l’ausilio di diverse manipolazioni visive come riflessi, cambiamenti di scala, interruzioni nella composizione, immagini speculari, molteplici prospettive, ripetizioni, le sue opere si configurano come qualcosa di simile a un territorio immaginario in cui la conoscenza culturale e l’atto fisico del vedere concorrono per uno spazio nella mente dello spettatore. In questo modo, illusione e disillusione convivono nello stesso spazio. Oren Eliav ha conseguito diploma (2005) e master (2009) presso la Bezalel Academy of Arts and Design di Gerusalemme.
 
Il suo lavoro è stato esposto in mostre personali presso la Givon Gallery (2004, 2006, Tel Aviv), Ashdod Museum of Art (2010, Ashdod), Braverman Gallery (2010, 2012, Tel Aviv), Tel Aviv Museum of Art (2011, Tel Aviv), Suzanne Tarasieve Gallery (2016, Paris) e Israel Museum Jerusalem (2018, Gerusalemme).
Ha partecipato a diverse mostre collettive presso vari musei, tra cui The Genia Schreiber University Art Gallery (2007, Tel Aviv), Hanina Center for Contemporary Art (2008, Tel Aviv), Museum of Bat Yam (2008, Bat Yam), Bezalel M.F.A Graduate Show (2009, Tel Aviv),  Ein Harod Museum (2009, Ein Harod),  Braverman Gallery (2009, 2015, 2016, Tel Aviv), Glasgow School of Art (2009, Glasgow), Haifa Museum of Art (2009, 2015, Haifa),  Liverpool Biennial (2010, Liverpool), Leipzig International Art Programme (2014, Leipzig), Fondazione Giorgio Cini (2015, Venezia), Pratt Institute (2016, Brooklyn),  Petach Tikva Museum of Art (2016,  Petach Tikva), and the Tel Aviv Museum of Art (2017, Tel Aviv).
 
Ha ricevuto diversi premi, tra cui l’America Israel Grant Award (2004), 2008 Ministry of Culture Award for Young Artist, Encouragement Award presso la Bezalel Academy of Arts and Design (2008), Rappaport Prize for a Young Israeli Painter presso il Tel Aviv Museum of Art (2010), Cité Internationale des Arts Residency, (2013 Parigi) e Residency@Berlin, Schir – Art Concepts (2013, Berlino).
 
Il suo lavoro appartiene a importanti collezioni pubbliche, tra cui Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, collezione Nicole Julien Mattei, Israel Museum, collezione del Tel Aviv Museum of Art, C-Collection, collezione Depardieu, collezione Tony Podesta,  collezione Israeli Discount Bank, collezione ORS, collezione Art Partners, collezione Art Vantage, collezione Peggy Scott e David Teplitzky, collezione Serge Tiroche, collezione Dubi Shiloah, collezione Brandes, collezione della famiglia Jaglom, collezione Hagit e Ofer Shapira, collezione Dubi Shiff, collezione Nili Lipman e Sara Szold, collezione Oli Alter, collezione della famiglia Shemer, e altre collezioni private in Israele e all’estero.

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