Fino al 21 ottobre alla Queen’s Gallery, Palace of Holyroodhouse

I gioielli di Canaletto conquistano Edimburgo

Canaletto (Venezia 1697 - Venezia1768), Venezia. Il Bacino di San Marco nel Giorno dell'Ascensione | Courtesy of the Royal Collection Trust
 

Francesca Grego

15/05/2018

Mondo - Canaletto vola a Edimburgo per la più grande esposizione mai realizzata sulla sua opera in terra di Scozia.
Nella splendida cornice del Palace of Holyroodhouse, fino al 21 ottobre celebri dipinti, disegni e incisioni racconteranno l’arte del grande vedutista veneziano, da sempre amato nelle isole britanniche. A portare oltre la Manica la fama e i gioielli di Canaletto fin da quando l’artista era in vita, fu infatti il mercante e console britannico a Venezia Joseph Smith che diede vita a una collezione prestigiosa, trasferita già nel 1762 nelle proprietà della Corona inglese.
 
Gli splendori della Venezia settecentesca – dal Canal Grande a Piazza San Marco, passando per scene di feste, rappresentazioni teatrali e per il leggendario Carnevale – brillano in una spettacolare selezione di capolavori. Alla pittura di Canaletto si affiancano le opere di colleghi come Marco Ricci, Giambattista Tiepolo, Rosalba Carriera, Pietro Longhi, Francesco Zuccarelli, Giovan Battista Piazzetta, che aprono lo sguardo sul ricco panorama artistico della Serenissima nel XVIII secolo.
 
In primo piano, l’attenzione di Canaletto per la luce e il paesaggio, il più delle volte immersi nelle acque cangianti della Laguna, e i suoi “capricci”, vedute immaginarie in cui realtà e fantasia confluiscono in mix affascinanti; ma anche le ultime scoperte sui processi creativi del maestro.
Fino a poco tempo fa, molti studiosi ritenevano che Canaletto usasse la camera oscura per disegnare palazzi e scorci architettonici. Un’idea senza fondamento, secondo la curatrice Rosie Razzall: le linee nascoste che le fotografie ai raggi infrarossi hanno rivelato sulle opere in mostra evidenziano sì una preparazione precisa e dettagliata del disegno, ma sarebbero incompatibili con il lavoro en plein air che sarebbe stato necessario per lavorare con la camera oscura.
 
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