Le forme della luce
Antonio Gallinaro, Le forme della luce, Spazio Zero11, Torre Annunziata
Dal 24 Aprile 2012 al 12 Maggio 2012
Torre Annunziata | Napoli
Luogo: Spazio Zero11
Indirizzo: via Vittorio Veneto 514
Orari: 9-14; u appuntamento 15-18
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 081 5362838
E-Mail info: info@isadechirico.it
Sito ufficiale: http://www.isadechirico.it
Un inedito spazio per l’arte contemporanea è nato nella città di Torre Annunziata.
Nel contesto di un territorio attraversato dal disagio sociale e dalle difficoltà della vita quotidiana - ma anche dal senso della memoria, crocevia installato tra le rovine dell’antico e i gesti della tradizione popolare - il Liceo Artistico G. de Chirico, con i suoi ambienti riattivati in modo polifunzionale, diventa un polo regionale di arte e cultura - con mostre, incontri e laboratori - con la storia e con i linguaggi contemporanei dell’Arte, della Comunicazione, dell’ Architettura e del Design. È iniziativa che aspira a divenire punto di riferimento per artisti, studenti, cittadini, operatori culturali della città, del territorio, della regione.
È un evento che apre la scuola alla ricerca dei nuovi linguaggi espressivi, uno spazio che aspira a divenire luogo d’incontro e d’interattività tra artisti, studenti, cittadini, operatori culturali della città e del territorio. Col logo Spazio Zero11, un ambiente dell’istituto è stato convertito in centro espositivo, grazie al contributo delle aziende TEKLA e Benetton, su progetto della sezione Architettura, a cura del prof. Franco Cipriano e il coordinamento del dirigente scolastico Felicio Izzo. È “laboratorio delle mostre”, che esporrà opere di artisti impegnati in ricerca e attività espressive di intensa singolarità, che potranno aprire alla didattica nuove percorsi di conoscenza e di elaborazione dei linguaggi della contemporaneità artistica. Ma, sono anche iniziative che collegano presenze, domande, storie, segni, immagini, che possono incrociarsi con le dinamiche e le tensioni culturali della città e del territorio. Attivando una rete relazionale che coinvolgendo istituzioni e socialità, sia l’architettura di una storia “altra” del presente, si può “riflettere” il mondo anche nelle lingue polimorfiche dell’arte, rappresentando la molteplicità e le differenze, delle culture e delle forme di vita, come un inesauribile terreno di espressioni e di esperienze che siano percorsi verso un futuro di co-esistenze e di dialoghi.
La prima mostra che inaugura Spazio Zero11 ospita una sintesi antologica di sculture e un ciclo di grafiche dell’artista Antonio Gallinaro. Già docente di materie artistiche presso l’Istituto d’arte de Chirico, allievo di Renato Barisani, Gallinaro ha sviluppato durante più di 40 anni di lavoro, una ricerca coerente che guardava alle tematiche del maestro Barisani, ma sapendo elaborare, nel corso degli ultimi decenni, la singolarità di un linguaggio delle forme geometriche che ha enigmatiche risonanze simboliche. Nel testo di Franco Cipriano che accompagna la mostra si dice, infatti che “ Antonio Gallinaro è scultore di techne ellenica, nel quale le forme nella chiarezza formale che gli è propria risuonano del loro indeterminato opposto. È nel mito apollineo della forma letto da Nietzsche che l’armonia rivela il negativo caotico e l’informe. L’artista pensa le sue opere come “superfici dello spazio”, ma le sue mani costruiscono le forme come cavità del simbolo. Una mitografia dell’astratto inscrive la scultura di Gallinaro. È lavoro sulla forma che traduce il silenzio in spazio, nella quale si tramanda un tempo al di là del tempo, che persiste eterno nella mutevolezza della physis. Le forme di Gallinaro si fanno, così, presenti e compiute, classiche, come onde di un odisseico mare, pieghe di un drapeau sconosciuto, lingue e bocche di luce per un oracolo dell’anima. ”
Nel contesto di un territorio attraversato dal disagio sociale e dalle difficoltà della vita quotidiana - ma anche dal senso della memoria, crocevia installato tra le rovine dell’antico e i gesti della tradizione popolare - il Liceo Artistico G. de Chirico, con i suoi ambienti riattivati in modo polifunzionale, diventa un polo regionale di arte e cultura - con mostre, incontri e laboratori - con la storia e con i linguaggi contemporanei dell’Arte, della Comunicazione, dell’ Architettura e del Design. È iniziativa che aspira a divenire punto di riferimento per artisti, studenti, cittadini, operatori culturali della città, del territorio, della regione.
È un evento che apre la scuola alla ricerca dei nuovi linguaggi espressivi, uno spazio che aspira a divenire luogo d’incontro e d’interattività tra artisti, studenti, cittadini, operatori culturali della città e del territorio. Col logo Spazio Zero11, un ambiente dell’istituto è stato convertito in centro espositivo, grazie al contributo delle aziende TEKLA e Benetton, su progetto della sezione Architettura, a cura del prof. Franco Cipriano e il coordinamento del dirigente scolastico Felicio Izzo. È “laboratorio delle mostre”, che esporrà opere di artisti impegnati in ricerca e attività espressive di intensa singolarità, che potranno aprire alla didattica nuove percorsi di conoscenza e di elaborazione dei linguaggi della contemporaneità artistica. Ma, sono anche iniziative che collegano presenze, domande, storie, segni, immagini, che possono incrociarsi con le dinamiche e le tensioni culturali della città e del territorio. Attivando una rete relazionale che coinvolgendo istituzioni e socialità, sia l’architettura di una storia “altra” del presente, si può “riflettere” il mondo anche nelle lingue polimorfiche dell’arte, rappresentando la molteplicità e le differenze, delle culture e delle forme di vita, come un inesauribile terreno di espressioni e di esperienze che siano percorsi verso un futuro di co-esistenze e di dialoghi.
La prima mostra che inaugura Spazio Zero11 ospita una sintesi antologica di sculture e un ciclo di grafiche dell’artista Antonio Gallinaro. Già docente di materie artistiche presso l’Istituto d’arte de Chirico, allievo di Renato Barisani, Gallinaro ha sviluppato durante più di 40 anni di lavoro, una ricerca coerente che guardava alle tematiche del maestro Barisani, ma sapendo elaborare, nel corso degli ultimi decenni, la singolarità di un linguaggio delle forme geometriche che ha enigmatiche risonanze simboliche. Nel testo di Franco Cipriano che accompagna la mostra si dice, infatti che “ Antonio Gallinaro è scultore di techne ellenica, nel quale le forme nella chiarezza formale che gli è propria risuonano del loro indeterminato opposto. È nel mito apollineo della forma letto da Nietzsche che l’armonia rivela il negativo caotico e l’informe. L’artista pensa le sue opere come “superfici dello spazio”, ma le sue mani costruiscono le forme come cavità del simbolo. Una mitografia dell’astratto inscrive la scultura di Gallinaro. È lavoro sulla forma che traduce il silenzio in spazio, nella quale si tramanda un tempo al di là del tempo, che persiste eterno nella mutevolezza della physis. Le forme di Gallinaro si fanno, così, presenti e compiute, classiche, come onde di un odisseico mare, pieghe di un drapeau sconosciuto, lingue e bocche di luce per un oracolo dell’anima. ”
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