Una giornata dedicata all'"agente segreto dell'arte"
Capodimonte celebra Siviero e le opere da lui salvate

Sebastiano del Piombo (Sebastiano Luciani), Madonna del Velo, c.1533-35
E. Bramati
19/03/2014
Napoli - Sull'onda del dibattito lanciato dal film "The Monuments Men", il Museo di Capodimonte organizza il prossimo 20 marzo 2014 una giornata dedicata a Rodolfo Siviero. Sarà la studiosa Brigitte Daprà a descrivere la complessa e avvincente storia di questo ormai noto “agente segreto dell’arte” e dei recuperi di numerosi capolavori napoletani.
Durante la Seconda Guerra Mondiale Siviero contribuì a salvare diverse opere dall’espropriazione che i nazisti avevano messo in atto con l'intenzione di costruire un faraonico Museo dedicato al Fuhrer.
In quegli anni alcuni dipinti, provenienti dal Museo Nazionale di Napoli e depositati nella Abbazia di Montecassino, furono ‘messi in sicurezza’ dalle truppe tedesche della divisione Goering, prima a Spoleto e poi a Berlino.
Alla fine del conflitto le opere furono ritrovate nella miniera di sale a Altaussee, presso Salisburgo, e trasferite a Monaco. Da lì vennero poi restituite al governo italiano il 7 agosto 1947, proprio grazie all’intervento di Rodolfo Siviero, all'epoca capo dell'Ufficio Interministeriale per il Recupero delle Opere d'Arte.
In seguito all'incontro sarà possibile visitare i quindici capolavori recuperati: il "San Girolamo" di Colantonio, l'"Annunciazione" di Filippino Lippi, la "Madonna del Divino Amore" di Raffaello, la "Madonna del Velo" di Sebastiano del Piombo, la "Madonna con Bambino" di Bernardino Luini, la "Danae" e il "Ritratto di giovane donna" di Tiziano, la "Sacra Conversazione" di Palma il Vecchio e l'"Antea" del Parmigianino. Accanto a questi anche l'"Adorazione dei Magi" di Joos van Cléve, la "Parabola dei ciechi" di Pieter Brueghel, la "Fuga in Egitto" di Battistello Caracciolo, il "Paesaggio con il tempio della Ninfa Egeria" di Claude Lorrain, una "Marina con mercanti orientali" attribuibile alla Scuola napoletana del XVII secolo e infine un dipinto di "Carlo di Borbone alla Basilica di San Pietro" di Gian Paolo Pannin.
Durante la Seconda Guerra Mondiale Siviero contribuì a salvare diverse opere dall’espropriazione che i nazisti avevano messo in atto con l'intenzione di costruire un faraonico Museo dedicato al Fuhrer.
In quegli anni alcuni dipinti, provenienti dal Museo Nazionale di Napoli e depositati nella Abbazia di Montecassino, furono ‘messi in sicurezza’ dalle truppe tedesche della divisione Goering, prima a Spoleto e poi a Berlino.
Alla fine del conflitto le opere furono ritrovate nella miniera di sale a Altaussee, presso Salisburgo, e trasferite a Monaco. Da lì vennero poi restituite al governo italiano il 7 agosto 1947, proprio grazie all’intervento di Rodolfo Siviero, all'epoca capo dell'Ufficio Interministeriale per il Recupero delle Opere d'Arte.
In seguito all'incontro sarà possibile visitare i quindici capolavori recuperati: il "San Girolamo" di Colantonio, l'"Annunciazione" di Filippino Lippi, la "Madonna del Divino Amore" di Raffaello, la "Madonna del Velo" di Sebastiano del Piombo, la "Madonna con Bambino" di Bernardino Luini, la "Danae" e il "Ritratto di giovane donna" di Tiziano, la "Sacra Conversazione" di Palma il Vecchio e l'"Antea" del Parmigianino. Accanto a questi anche l'"Adorazione dei Magi" di Joos van Cléve, la "Parabola dei ciechi" di Pieter Brueghel, la "Fuga in Egitto" di Battistello Caracciolo, il "Paesaggio con il tempio della Ninfa Egeria" di Claude Lorrain, una "Marina con mercanti orientali" attribuibile alla Scuola napoletana del XVII secolo e infine un dipinto di "Carlo di Borbone alla Basilica di San Pietro" di Gian Paolo Pannin.
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