Dal 14 giugno al Museum Barberini di Potsdam

Pissarro, l’impressionista anarchico venuto dai Caraibi

Camille Pissarro, Plum Trees in Blossom, Éragny, 1894. Oil on canvas, 60 x 73 cm. Ordrupgaard, Copenhagen © Heritage Images / Fine Art Images / akg-images
 

Francesca Grego

12/06/2025

Mondo - Per molto tempo è stato tra i meno considerati tra i pittori impressionisti, forse per l’atmosfera sobria e quotidiana, apparentemente tutt’altro che rivoluzionaria, che spira dai suoi dipinti. Tuttavia, oltre a essere tra i fondatori del movimento, Camille Pissarro giocò un ruolo fondamentale nello sviluppo della pittura della luce, rivelando una personalità spiccata e un’interpretazione unica e personale della poetica impressionista. Da outsider a personaggio chiave, insomma: è la tesi del Museum Barberini di Potsdam, che dopo l’importante progetto espositivo su Monet del 2020 dedica a Pissarro una grande mostra in collaborazione con il Denver Art Museum, con prestiti di cinquanta rinomate collezioni statunitensi ed europee. 

Dal 14 giugno al 21 settembre The Honest Eye: Camille Pissarro’s Impressionism riunisce nel museo alle porte di Berlino oltre 100 dipinti per una panoramica ampia e approfondita sull’intera opera del maestro. In arrivo paesaggi campestri e ritratti di famiglia, scene di vita contadina e motivi urbani, dai porti della Normandia alle strade trafficate di Parigi: armonie sapientemente orchestrate, frutto di uno sguardo rispettoso, idealista, dalla mentalità aperta e sempre felice di sperimentare. Cuore del progetto sono sette dipinti della collezione di Hasso Plattner, fondatore del Museum Barberini. Attorno a loro, capolavori provenienti dal Denver Art Museum, dall’Art Institute of Chicago, dal Getty Museum di Los Angeles, dal Philadelphia Museum of Art, dalla National Gallery di Washington e dal MET di New York, tra gli altri, mentre per quanto riguarda l’Europa tra i prestatori figurano il Van Gogh Museum di Amsterdam, il Musée d’Orsay di Parigi, l’Ordrupgaard di Copenhagen, il Szépművészeti Múzeum di Budapest, la Courtauld e la National Gallery di Londra. 

Tappa dopo tappa, il racconto della mostra ricostruisce l’evoluzione della pittura di Pissarro, in parallelo con gli eventi della sua vita. In evidenza troviamo non solo la sua ricerca d’artista, ma anche la personalità, le idee politiche, gli interessi e il cruciale ruolo di mediazione giocato all’interno del movimento impressionista: oltre a lavorare al fianco di Claude Monet nelle campagne intorno a Parigi, Pissarro introdusse Paul Cézanne nel gruppo e sostenne l’opera dell’americana Mary Cassatt, fu aperto alle istanze dei più giovani neo-impressionisti e, a differenza di Monet e Renoir, non ebbe remore a esporre insieme a loro. 

Nato nel 1830 a Charlotte Amalie, in quelle che allora erano le Antille danesi, Pissarro trascorre l'infanzia in un ambiente multiculturale, figlio di una prospera famiglia di mercanti ebrei con radici franco-portoghesi. Studia in Francia, poi torna nelle Americhe per viaggiare a lungo in Venezuela con il pittore danese Fritz Melbye. Si stabilisce infine a Parigi, dove segue le orme della Scuola di Barbizon, dipingendo all’aperto nella foresta di Fontainebleau, e conosce Monet, Cézanne, Corot, suoi futuri compagni di viaggio. Ma la tranquillità non dura molto: allo scoppio della guerra franco-prussiana nel 1870, l’artista decide di trasferirsi a Londra per mettere al sicuro i suoi otto figli. Qui ha modo di studiare i dipinti di Turner e Constable, una tappa fondamentale nella sua ricerca sul paesaggio, e conosce il mercante d’arte Paul Durand-Ruel. Al ritorno a casa lo aspetta un’amara sorpresa: gran parte delle sue opere - circa mille - è stata distrutta dai soldati. A dispetto delle premesse poco incoraggianti, l’avventura dell’Impressionismo sta per cominciare: nel 1874 la prima grande mostra del movimento andrà in scena nell’atelier del fotografo Nadar. Ne seguiranno altre sette, e Pissaro sarà l’unico membro del gruppo a partecipare a tutte. 

La politica è parte integrante del suo percorso: sensibile alle idee di Proudhon e Kropotkin, Pissarro crede una società con pari diritti per tutti, dove la libera auto-organizzazione offra a ognuno una vita migliore. A ispirarlo sono gli agricoltori autosufficienti, che frequenta ogni giorno abitando in campagna. Molti dei suoi dipinti sono dedicati a loro, che appaiono sulla tela intenti alle attività quotidiane, seguendo il ritmo naturale del giorno e delle stagioni. Solo nella fase avanzata della carriera Pissarro rivolgerà la propria attenzione al paesaggio urbano, con i porti di Rouen, Dieppe e Le Havre in Normandia, e le strade di Parigi. Le sue 125 della capitale sono un’occasione per evocare atmosfere: le innumerevoli persone che si muovono al loro interno rappresentano l’energia che per tutta la vita Pissarro cercò di catturare sulla tela con il suo umanesimo silenzioso e riservato. 

“Camille Pissarro ha rappresentato una figura paterna per molti artisti impressionisti, eppure solo in tempi più recenti la sua opera è stata studiata e apprezzata in modo più approfondito”, osserva la direttrice del Museum Barberini Ortrud Westheider: “Partendo dalle sette opere di Pissarro della Collezione Hasso Plattner e dalla straordinaria collaborazione del Denver Art Museum, dimostriamo come l'Impressionismo di Pissarro sia strettamente legato al gruppo, ma allo stesso tempo anche unico”. 

“È soprattutto la concezione del paesaggio di Pissarro a distinguerlo tra gli Impressionisti", spiega Nerina Santorius, curatrice della mostra e responsabile della collezione del museo: "Mentre pittori come Monet o Renoir di solito mostravano la città e la campagna come scenari di attività ricreative borghesi, Pissarro ci porta a osservare il modo in cui la gente comune plasma e influenza una varietà di paesaggi quotidiani, attraverso la vita e il lavoro del singolo in armonia con la natura, così come attraverso il movimento delle folle nella metropoli. Rappresenta la moglie Julie intenta a coltivare l'orto, mostra una contadina esperta che accende un fuoco anche con la legna umida e dipinge carrozze bloccate nel traffico dell'ora di punta su un viale di Parigi. Uno dei principali interessi artistici di Pissarro era mostrare la bellezza nelle piccole cose della vita quotidiana”.