Nel cuore di Napoli 15 murales reinventano i capolavori del MANN
Se l’Ercole Farnese diventa street art
										
										 
										
										
																		
																									Ercole Farnese, Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Di Miguel Hermoso Cuesta [CC BY-SA 4.0 (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0)], da Wikimedia Commons
															
							Francesca Grego
24/10/2018
							Napoli -  I tesori del MANN incontrano la strada: succede nel quartiere di Forcella, protagonista del progetto NeaPolis ReStArt. 
Nei prossimi mesi street artist internazionali e writers partenopei saranno impegnati insieme nella creazione di murales ispirati ai capolavori del Museo Archeologico. Un percorso di rilettura del patrimonio culturale partenopeo, volto a collegare fisicamente la vita della città ai gioielli che i turisti di tutto il mondo ammirano nelle sale del MANN. A partire da piazza Calenda, 15 opere guideranno i passanti fino all’ingresso del museo, mostrandone le icone sotto una luce non convenzionale e valorizzando al contempo angoli del centro storico sconosciuti anche a molti napoletani
  
Tra i primi interventi in programma, una reinterpretazione della celebre statua dell’Ercole Farnese in via Pietro Colletta, cui seguirà un’opera ispirata al mosaico pompeiano con la testa di Medusa, che troverà posto in vico Zuroli.
“Da tempo il MANN adotta una linea culturale di estroversione del museo verso il territorio, con sguardo attento a quelle aree in cui il tema dell’integrazione è la chiave di volta per promuovere l’identità partenopea”, ha commentato il direttore Paolo Giulierini: “NeaPolis RestArt rappresenta un esperimento artistico originale, che spero possa avere la giusta risonanza in Italia e all’estero”.
“Art dint’o street” è la fase finale e creativa di un progetto che ha visto i cittadini, in particolare i più giovani, avvicinarsi al patrimonio archeologico attraverso una serie di laboratori, per poi permettere alle opere d’arte di uscire metaforicamente dalle mura del museo e contaminarsi con i fermenti della metropoli contemporanea.
  
Alla base di tutto c’è l’entusiasmo dell’archeologa Paola Filardi dell’associazione Agorà, ideatrice già nel 2015 del “Vascio Tùr”, un itinerario teatralizzato alla scoperta di storie e luoghi inconsueti nascosti nel ventre di Napoli. Con NeaPolis ReStArt la studiosa si è posta l’ambizioso obiettivo di trasformare il quartiere di Forcella - nel cuore del centro storico e a pochi passi dalla stazione centrale - in un vero e proprio museo diffuso, coinvolgendo gli abitanti e gli studenti dell’Accademia di Belle Arti, insieme ad archeologi, artisti, scrittori, illustratori.
Eventi abbinati ai murales e mostre itineranti in abitazioni private animeranno i vicoli in occasione del progetto, che prevede anche la pubblicazione di un libro e la realizzazione partecipata di video, interviste e docufilm, senza dimenticare i linguaggi del fumetto con la collaborazione del direttore della Scuola Italiana di Comix Mario Punzo.
  
Leggi anche:
• Hercules alla guerra nelle sale del MANN
• Al MANN gli Incontri di Archeologia
						
					Nei prossimi mesi street artist internazionali e writers partenopei saranno impegnati insieme nella creazione di murales ispirati ai capolavori del Museo Archeologico. Un percorso di rilettura del patrimonio culturale partenopeo, volto a collegare fisicamente la vita della città ai gioielli che i turisti di tutto il mondo ammirano nelle sale del MANN. A partire da piazza Calenda, 15 opere guideranno i passanti fino all’ingresso del museo, mostrandone le icone sotto una luce non convenzionale e valorizzando al contempo angoli del centro storico sconosciuti anche a molti napoletani
Tra i primi interventi in programma, una reinterpretazione della celebre statua dell’Ercole Farnese in via Pietro Colletta, cui seguirà un’opera ispirata al mosaico pompeiano con la testa di Medusa, che troverà posto in vico Zuroli.
“Da tempo il MANN adotta una linea culturale di estroversione del museo verso il territorio, con sguardo attento a quelle aree in cui il tema dell’integrazione è la chiave di volta per promuovere l’identità partenopea”, ha commentato il direttore Paolo Giulierini: “NeaPolis RestArt rappresenta un esperimento artistico originale, che spero possa avere la giusta risonanza in Italia e all’estero”.
“Art dint’o street” è la fase finale e creativa di un progetto che ha visto i cittadini, in particolare i più giovani, avvicinarsi al patrimonio archeologico attraverso una serie di laboratori, per poi permettere alle opere d’arte di uscire metaforicamente dalle mura del museo e contaminarsi con i fermenti della metropoli contemporanea.
Alla base di tutto c’è l’entusiasmo dell’archeologa Paola Filardi dell’associazione Agorà, ideatrice già nel 2015 del “Vascio Tùr”, un itinerario teatralizzato alla scoperta di storie e luoghi inconsueti nascosti nel ventre di Napoli. Con NeaPolis ReStArt la studiosa si è posta l’ambizioso obiettivo di trasformare il quartiere di Forcella - nel cuore del centro storico e a pochi passi dalla stazione centrale - in un vero e proprio museo diffuso, coinvolgendo gli abitanti e gli studenti dell’Accademia di Belle Arti, insieme ad archeologi, artisti, scrittori, illustratori.
Eventi abbinati ai murales e mostre itineranti in abitazioni private animeranno i vicoli in occasione del progetto, che prevede anche la pubblicazione di un libro e la realizzazione partecipata di video, interviste e docufilm, senza dimenticare i linguaggi del fumetto con la collaborazione del direttore della Scuola Italiana di Comix Mario Punzo.
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