OLTRE LA POP ART. LA MEC-ART ITALIANA / BAGLIORI VENEZIANI

Mimmo Rotella, Americano, 1966, riporto fotografico su tela, 100x142 cm.

 

Dal 01 Ottobre 2020 al 23 Ottobre 2020

Bergamo

Luogo: Sedi varie

Indirizzo: sedi varie

Curatori: Angelo Piazzoli, Paola Silvia Ubiali, Don Giovanni Gusmini

Enti promotori:

  • Fondazione Credito Bergamasco

Sito ufficiale: http://www.fondazionecreberg.it



OLTRE LA POP ART. LA MEC-ART ITALIANA
Opere di Gianni Bertini, Bruno Di Bello, Elio Mariani, Mimmo Rotella, Aldo Tagliaferro.
Mostra diffusa con opere collocate, distinte per autore, in cinque spazi d’arte di Bergamo – dal 1° al 23 ottobre 2020 – e con catalogo a stampa in distribuzione gratuita.
Dal 28 settembre sarà online il docufilm dedicato alla mostra.
A cura di Angelo Piazzoli e Paola Silvia Ubiali.

La mostra avrebbe dovuto essere inaugurata a Palazzo Creberg (Banco BPM, Bergamo) il 6 maggio 2020 ma la situazione sanitaria ne ha impedito l’organizzazione e la riprogrammazione in loco ad ottobre.
Il perdurare dell’emergenza non consente tuttora l’accesso al pubblico nel Palazzo Storico; tuttavia la Fondazione Creberg non rinuncia a presentare le opere dal vivo proponendo una mostra diffusa, che si aggiunge alla mostra online e al catalogo a stampa: una selezione delle opere di OLTRE LA POP ART. LA MEC-ART ITALIANA potrà essere ammirata in presenza, venendo ospitata – a titolo gratuito e senza scopo di lucro – in spazi d’arte di Bergamo (aperti al pubblico nel rispetto delle correnti ordinanze ministeriali).

Dal 28 settembre, l’intera mostra sarà visibile in versione virtuale
- su Youtube, al link www.youtube.com/watch?v=8jGlLiZYhmE
- sul sito www.fondazionecreberg.it, cliccando su apposito banner o visitando la sezione “Eventi Virtuali / Mostre virtuali”.

Mec-Art è l’abbreviazione di mechanical art; il temine deriva da una nuova tecnica di produzione artistica, basata su procedimenti meccanici, diffusasi in Europa nei primi anni Sessanta del XX secolo. Mec-Art è anche il nome del raggruppamento che ne conseguì, nato ufficialmente a Parigi nell’ottobre 1965 in una dimensione internazionale, in continuità con le ricerche legate soprattutto a Dadaismo e Neo Dadaismo, Neo Realismo e Pop Art, tendenze marcate da linguaggi provocatori che rompevano in modo sorprendente con la tradizione pittorica precedente puntando sulla riproduzione o addirittura sulla diretta esposizione di oggetti di quotidiana banalità come orinatoi, letti disfatti, manifesti strappati, cibi e bevande preconfezionati…

Al riguardo Angelo Piazzoli – Segretario Generale di Fondazione Creberg e Curatore della mostra – sottolinea: “Nel corso del Novecento la crisi della pittura da cavalletto, annunciata da Mario Sironi negli anni Trenta, raggiunse in Italia il suo apice negli anni Sessanta attraverso un gruppo di artisti di rilievo internazionale. Non si trattò di un fatto isolato; negli Stati Uniti Andy Warhol aveva già iniziato a utilizzare - in luogo di tubetti e pennelli - la tecnica della serigrafia con cui moltiplicava immagini tratte da giornali e rotocalchi, dalla cronaca, dalla pubblicità”.

Continua la Curatrice Paola Silvia Ubiali: “Nei primi anni Sessanta il flusso della vita reale e le contraddizioni della società dei consumi erano ormai stabilmente entrati nelle opere di molti protagonisti dell’avanguardia internazionale ma alcuni artisti di diversa nazionalità avvertono l’ulteriore esigenza di rendere il proprio lavoro ancor più innovativo attraverso ricerche che guardano al mezzo fotografico e rovesciano le vecchie idee sulla funzione sociale e comunicativa dell’arte”.

Molti operatori visivi cominciano ad adottare nuovi procedimenti e introducono nella loro arte le pratiche in uso nella fotografia con numerosi vantaggi rispetto all’impiego della sola pittura. Le tecniche fotografiche infatti contribuiscono a conferire maggior freschezza svecchiando il concetto di “quadro da cavalletto”, reputato obsoleto; permettono di introdurre riferimenti all’attualità riportati dai media e al linguaggio popolare della comunicazione di massa; danno l’occasione di trasferire nell’opera autentici brani di realtà analizzati da un “occhio” puro e scientifico; forniscono la possibilità della riproduzione in serie, il cui primato spetta ad Andy Warhol con la tecnica serigrafica.

Paola Silvia Ubiali rimarca: “Un ristretto gruppo di artisti europei che si configura come Mec-Art ha il coraggio di spingersi oltre la tecnica serigrafica usata da Warhol e da altri artisti Pop. La serigrafia è infatti un procedimento che presenta una grande componente di manualità; inoltre fa ancora uso della pittura. L’azione dei Mec-Artisti è invece completamente meccanizzata perché consiste nel “prelevare” le immagini selezionate da libri, rotocalchi, dalla pubblicità e dalla cronaca veicolata dai media, ri-fotografarle e proiettarne in camera oscura il negativo ingrandito su un supporto di tela emulsionata, al fine di sensibilizzarlo e renderlo “impressionabile”, cioè simile alla carta fotografica. A completamento dell’operazione seguono lo sviluppo, il fissaggio in soluzioni chimiche, il lavaggio e l’asciugatura. In tal modo si ottiene un prodotto simile al quadro tradizionale per struttura e contenuto creativo, ma potenzialmente riproducibile all’infinito, quindi popolare ed economico. È una rivoluzione che non manca di suscitare polemiche, soprattutto da parte di chi è ancora legato al concetto di unicità dell’opera d’arte”

Con le nuove tecnologie di cui dispongono i Mec-Artisti “sdoganano” definitivamente la fotografia nella pittura contemporanea e, con la stesura a Parigi del manifesto ufficiale da parte di Pierre Restany nel 1965, la Mec-Art si configura come alternativa alla Pop Art.

Sottolinea Angelo Piazzoli: “L’utilizzo della fotografia offrì grandi possibilità agli artisti che desiderarono cimentarsi con modalità innovative. Immagini ingrandite, ritagliate, lavorate secondo procedimenti meccanici conferirono al lavoro artistico una peculiare aderenza alla realtà e una modalità attuativa che abbandonò la tradizionale pratica artigianale”.

Le opere selezionate per la mostra appartengono al periodo che va dal 1963 al 1975, il momento più “caldo” della sperimentazione e sono state realizzate dagli artisti del gruppo italiano che con maggior continuità hanno sviluppato le idee e la filosofia della Mec-Art: Gianni Bertini (Pisa, 1922 – Caen, 2010), Bruno Di Bello (Torre del Greco, 1938 – Milano, 2019), Elio Mariani (Milano, 1943), Mimmo Rotella (Catanzaro, 1918 – Milano, 2006), Aldo Tagliaferro (Legnano, 1936 – Parma, 2009).

Conclude Angelo Piazzoli: “L’esposizione ha intento divulgativo, ponendo in luce un momento dell’arte italiana che – pur con notevoli influssi sulle esperienze successive – non è noto al grande pubblico. Essa intende diffondere la conoscenza del movimento Mec-Art e degli artisti che lo hanno costituito in un percorso che evidenzi le singole personalità e, nel contempo, illustri le evoluzioni dei protagonisti all’interno del gruppo e il loro reciproco dialogo, a volte stretto, a volte divergente. Ringraziamo gli spazi d’arte di Bergamo che, a titolo gratuito, ci consentono la tenuta della mostra in forma diffusa e in piena sicurezza”.

GRANDI RESTAURI. BAGLIORI VENEZIANI
Opere di Alessandro Varotari detto il Padovanino, Giulio Carpioni, Vittore Carpaccio
A partire dal 25 settembre 2020, esposizione diffusa delle opere restaurate dalla Fondazione in Chiese del territorio bergamasco.
Dal 20 ottobre sarà online il docufilm dedicato ai restauri del “Trittico” di Padovanino della Chiesa di Sant’Andrea in Bergamo Alta.
A cura di Angelo Piazzoli e don Giovanni Gusmini

I “Grandi Restauri” di Fondazione Creberg


Per le opere d’arte il restauro è un intervento necessario, spesso vitale. Questo è il motivo principale che, da tempo, induce la Fondazione Creberg a sostenere un’articolata campagna di restauri, finalizzata alla salvaguardia di un patrimonio comune di valore identitario.

Nel Palazzo Storico di Largo Porta Nuova è continuata l’ultradecennale iniziativa “Grandi Restauri” che ha permesso il recupero di numerosi dipinti di Chiese e Istituzioni del territorio nel pieno rispetto delle indicazioni delle competenti Soprintendenze. In 13 anni sono stati eseguiti interventi complessivi su 64 opere, per un totale 98 dipinti, nella Sala Consiliare della banca diventata laboratorio di restauro permanente, oltre ad iniziative svolte direttamente in loco che portano il numero delle opere restaurate a superare ampiamente il centinaio.

L’obiettivo della Fondazione è una programmazione mirata che possa salvaguardare e mettere in sicurezza il maggior numero di opere possibile al fine di preservarle da deperimento e dall’oblio e, una volta restaurate, restituirle alle comunità di appartenenza diffondendo capillarmente la conoscenza del nostro rilevante patrimonio storico-artistico in un’attenta operazione culturale e sociale.

Le campagne di restauro che si sono succedute in questi anni hanno visto i restauratori lavorare su opere di Lorenzo Lotto, Giovan Battista Moroni, Alessandro Bonvicino detto il Moretto, Alessandro Allori, Palma il Vecchio, Girolamo Romanino, Giandomenico e Gianbattista Tiepolo, Giovan Paolo Cavagna, Andrea Previtali, Matthias Stomer, Antonio Campi, Palma il Giovane, Simone Peterzano e molti altri, ai quali ora si aggiungono quelle di Alessandro Varotari detto il Padovanino, Giulio Carpioni e Vittore Carpaccio.

Ogni anno, in primavera e autunno, il pubblico che segue gli eventi della Fondazione è abituato a recarsi a Palazzo per visionare l’avanzamento dei lavori in Sala Consiliare o per ammirarne il completamento fruendo di visite guidate gratuite. Per questo autunno, il perdurare dell’emergenza sanitaria non consente tuttora l’accesso al pubblico nel Palazzo Storico; tuttavia la Fondazione Creberg non rinuncia a presentare le opere dal vivo proponendo una mostra diffusa sul territorio.

Le iniziative espositive e culturali al termine dei restauri

I “Grandi Restauri” completati nell’ultimo semestre potranno essere ammirati sul territorio dopo la loro restituzione al termine dei lavori di ripristino. Per le opere di Alzano Lombardo (Padovanino), Bergamo/Santo Spirito (Carpioni) e Grumello de’ Zanchi (Carpaccio) le opere saranno visibili nelle Chiese di provenienza, ricollocate nei rispettivi altari, senza particolari modalità espositive.

Per il “Trittico di Sant’Andrea” di Padovanino, con la ricollocazione nella Chiesa di Sant’Andrea Apostolo in Bergamo Alta, la Fondazione Creberg e la locale Parrocchia hanno 5 previsto un articolato programma di iniziative espositive e culturali che si svolgeranno tutte nella Chiesa, ad ingresso libero e con posti limitati.

E’ stato altresì realizzato un filmato che illustra la Chiesa, il Trittico e i lavori di ripristino; il video sarà diffuso il 20 ottobre 2020 sul sito www.fondazionecreberg.it cliccando su apposito banner o visitando la sezione “Eventi Virtuali / Grandi Restauri”.

Di seguito il dettaglio degli eventi dal vivo presso la Chiesa di Sant’Andrea Apostolo

Esposizione del “Trittico di Sant’Andrea” di Padovanino 25 settembre / 18 ottobre 2020
Le tre opere saranno esposte sull’altare maggiore dal 25 settembre al 18 ottobre e visibili al pubblico negli orari di apertura della Chiesa.

Presentazione dei restauri - Giovedì 24 settembre - ore 18.00
Interventi - intermezzo musicale a cura di Ensemble Locatelli

Visite guidate - Sabato 26 settembre dalle ore 18.00
Partenze ogni 15 minuti

Concerto - Sabato 26 settembre - ore 22.00
Ensemble Locatelli - Concerto di Musica Tardo Rinascimentale
Musiche di Giovanni Battista Vitali (1632-1692); Marco Uccellini (1603-1680); Claudio Monteverdi (1567-1643); Giovanni Maria Trabaci (1575 - 1647); George Friedrich Haendel (1685-1759); Christopher Simpson (1605-1669)

Thomas Chigioni, direzione; Santiago Garzòn-Arredondo: baritono; Jeremie Chigioni, Raffaele Nicoletti: violini; Nicola Sangaletti: viola; Leonardo Gatti: violoncello; Giulio Tanasini: viola da gamba; Margherita Burattini: arpa; Thomas Chigioni: clavicembalo, organo, direzione

Sabato 3 ottobre dalle 17.00 alle 19.30 sarà possibile partecipare alla "Maratona della Mec-Art".

Qui il percorso a tappe:

ore 17.00  - Presentazione della mostra diffusa (durata 20')

GALLERIA ELLENI ospita Mimmo Rotella
via Broseta, 37 info@galleriaelleni.it +39.035.243667
 
ore 17.30 - Letture dagli anni '60 e '70 (durata 15')
GALLERIA MICHELANGELO ospita Gianni Bertini
via Broseta, 15 info@galleriamichelangelo.it   +39.3755477133 
 
ore 18.00 - Antichi luoghi e storie recenti (durata 15')
VIA MORONI 16 c/o Laboratorio LA FENICE ospita Bruno Di Bello
via San Bernardino, 28 
info@viamoronisedici.it +39.3472415297 
 
ore 18.30 - Indagine storico critica su Aldo Tagliaferro (durata 15')
STUDIO VANNA CASATI ospita Aldo Tagliaferro
via Borgo Palazzo, 42 vannacasati@fastwebnet.it +39.035.222333 
 
ore 19.00 - Conversazione con Elio Mariani (durata 20')
GALLERIA MAReLIA ospita Elio Mariani
via Torretta, 4 (zona Borgo Palazzo) info@galleriamarelia.it  +39.3478206829 
 
ATTENZIONE POSTI LIMITATI. ISCRIZIONE OBBLIGATORIA.
E' possibile iscriversi a uno o a più incontri contattando direttamente le gallerie.

SCARICA IL COMUNICATO IN PDF
COMMENTI