Raffaele Ciceri

Raffaele Ciceri, Tribu - Spazio per le arti, Nuoro

 

Dal 31 Ottobre 2012 al 28 Febbraio 2013

Nuoro

Luogo: Tribu - Spazio per le arti

Indirizzo: piazza Santa Maria della Neve 8

Orari: da martedì a domenica 10-13/ 16.30-20.30

Enti promotori:

  • Istituto Superiore Regionale Etnografico

Costo del biglietto: ingresso gratuito

Telefono per informazioni: +39 0784 253052

E-Mail info: info@tribunuoro.it

Sito ufficiale: http://www.tribunuoro.it


L’Istituto Superiore Regionale Etnografico presenta al TRIBU – Spazio per le arti le fotografie realizzate da uno dei protagonisti de Il giorno del giudizio di Salvatore Satta, Raffaele Ciceri, farmacista a Nuoro tra Ottocento e Novecento. 

Nato a Nuoro il 6 aprile del 1870, Raffaele Ciceri si avvicina alla fotografia durante il periodo giovanile trascorso nel Convitto Nazionale di Cagliari, ma è dopo l’avvio della sua attività di farmacista che vi si applica con passione e regolarità. 
L’area del terminale superiore del Corso Garibaldi, dove ha sede la “Farmacia R. Ciceri, già Floris” è il luogo d’osservazione privilegiato per le immagini che Ciceri esegue con una Verascope Richard, macchina stereoscopica leggera e compatta, che gli permette di effettuare riprese veloci e senza cavalletto. 
Altri scenari riguardano diversi paesi del Nuorese, come Orani e Oliena e varie località della Sardegna e d’oltremare, tra le quali Roma, Firenze, Milano, Genova, Pisa, Venezia, Tunisi. 

Alto ed elegante, Ciceri è un uomo raffinato e di spirito; la sua farmacia è il luogo d’incontro di diversi intellettuali, tra i quali Sebastiano Satta e Antonio Ballero. Ma il farmacista fotografo è anche una delle colonne portanti della società del caffè Tettamanzi, nella zona centrale del corso Garibaldi. 
Salvatore Satta, ne Il giorno del giudizio, descrive ampiamente la vita che si svolgeva nel caffè, dedicando alla figura di Ciceri diverse memorabili pagine. Satta racconta anche della fase finale della vita di Ciceri e del sentimento di odio e disprezzo che il farmacista aveva alla fine maturato nei confronti della sua esistenza. 

Muore nel 1921, a cinquantun anni, nella sua casa del corso Garibaldi. Nel testamento lascia tutti i suoi beni all’ospedale civile e chiede un funerale senza croci e una sepoltura senza nome nella nuda terra. 
Attraverso la sua attività fotografica Ciceri contribuisce in misura significativa al processo di ricostruzione / emersione di una sorta di catalogo visivo della società nuorese deleddiana che si aggiunge all’opera del fotografo professionista Sebastiano Guiso e dell’eclettico Piero Pirari e, ancora, alle immagini di Sebastiano Satta e di Antonio Ballero, come Ciceri fotografi dilettanti. 

Si possono distinguere nella sua opera due categorie principali di immagini: quelle relative ad amici e frequentatori della farmacia e del caffè Tettamanzi, dunque possidenti borghesi e alcuni professionisti e intellettuali, che ne costituiscono la parte più cospicua. Sotto questo aspetto le documentazione che Ciceri offre è preziosa e dà corpo e contesto a un universo sociale esclusivamente maschile, frequentemente ripreso a colloquiare in gruppo nel corso Garibaldi, ma anche durante escursioni nelle case dell’agro e nel corso di battute di caccia nelle campagne del nuorese e in estesi territori della Barbagia. 
Un’altra serie d immagini attiene ad alcuni importanti eventi pubblici e a momenti di vita popolare che informano di una partecipazione sociale e di un intento documentario. 
In tutte queste fotografie colpisce la modernità dello sguardo, uno sguardo da reporter che intende offrire un documento della realtà il più possibile immediato piuttosto che l’immagine equilibrata nella composizione e tecnicamente ineccepibile. 

Le fotografie in mostra provengono dalla donazione Murgia Ulzega dell’ISRE e dalla raccolta di proprietà dell’Ilisso Edizioni. 
Il fondo dell’ISRE consta di 309 lastre fotografiche che il giornalista nuorese Agostino Murgia ha donato all’Istituto nel 2008. Più precisamente comprende 300 lastre stereoscopiche al cloro-bromuro d’argento del formato di 4,5 x 10,7 cm, più altre 9 dimezzate, e tre stampe fotografiche. Le lastre sono state consegnate nelle loro scatole originali insieme a un visore e a un apparecchio fotografico stereoscopici Richard. 

La raccolta dell’Ilisso è costituita da 92 lastre stereoscopiche rinvenute tra i materiali fotografici e cinematografici, in parte realizzati e in parte collezionati dal reporter nuorese Piero Pirari (Nuoro 1886-1972). Si tratta di 91 negativi e di una diapositiva, tutti su supporto vitreo del formato di 10,7 x 4,5 cm. 

L’esposizione si articola in due piani nei quali vengono presentate 109 fotografie delle dimensioni medie di cm. 5x 50, relative a Nuoro e altre località della Sardegna, 49 immagini di formato minore inerenti ai viaggi dell’autore in diverse città italiane e in Tunisia, nove gigantografie delle quali tre in 3D, che richiedono l’utilizzazione di appositi occhialini messi a disposizione dei visitatori. 
Sono in mostra, altresì, alcune lastre con i contenitori originali, la macchina fotografica e il visore stereoscopici della donazione Murgia Ulzega. 
Un ambiente del livello superiore presenta una ricostruzione scenografica in 3D di piazza Cavallotti, ora piazza San Giovanni, di Nuoro. 

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