Filippo Moroni - Medina Zabo. L’accordo quadro si usa solo per le manutenzioni

Filippo Moroni - Medina Zabo. L’accordo quadro si usa solo per le manutenzioni

 

Dal 20 Agosto 2017 al 09 Settembre 2017

Perugia

Luogo: Palazzo Moretti

Indirizzo: via T.C. Fioretti 25, Pozzuolo

Enti promotori:

  • Associazione Franco Rasetti



L’inquadramento della materia diventa il pretesto per un confronto bipersonale tra i giovani artisti Filippo Moroni e Medina Zabo, in mostra a Palazzo Moretti di Pozzuolo Umbro dal 19 agosto al 9 settembre con “L’accordo quadro si usa solo per le manutenzioni”.

La mostra è promossa dall’Associazione Franco Rasetti: alla figura del fisico di natali umbri si relaziona con due nuove installazioni site specific che imbastiscono una riflessione sulla distanza tra opportunità e conseguenza, etica e procedura nella società moderna millesimata.

Il titolo - “L’accordo quadro si usa solo per le manutenzioni” –  è un invito a prendere come pretesto la serialità e la ripetitività di categorie in cui può cadere lo sguardo dell’Arte e sull’Arte, e per suo opposto, la circoscrizione in una superficie fisica o concettuale ermetica e autoreferenziale.

L’accordo quadro, a cui si ispira il titolo, parafrasando il recente articolo di un giornale economico, permette infatti di individuare con procedura compiuta l’operatore a cui affidare l’esecuzione di interventi determinabili.  Così gli annessi di Palazzo Moretti, in quel fascino di attesa e di un tempo sospeso, si fanno materia per questo progetto.

L’idea della bipersonale di Filippo Moroni e Medina Zabo nasce infatti sulla scia di esperienze espositive dalla forte personalitá, maturate all’interno del percorso accademico quali Opera Prima, che si è dipanata per le principali sedi museali del circuito Sistema Museo in collaborazione con partners istituzionali, e le due edizioni di Segnali, interessante contesto internazionale di arti, performance e audiovisivi promosso dal Conservatorio di Musica di Perugia “Francesco Morlacchi”, l’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci”, la Fonoteca Oreste Trotta e Regione Umbria. A suggellare l’idea dell’evento espositivo a Palazzo Moretti è stata l’esperienza nello studio tuderte dell’artista Beverly Pepper per il restauro di una maquette: dalla memoria del ferro è scaturita l’urgenza e la sfida di un discorso sul processo di vita della materia da poetiche e scelte formali diverse, attraverso il pensiero dell’uomo, prima ancora che per sua mano.

Medina Zabo

Nome d’arte di Serena Duchini Zullo, nata ad Arezzo, ha conseguito la laurea in Scienze della Comunicazione con una tesi in Semiotica presso l’Università degli Studi di Perugia, successivamente si è specializzata in Comunicazione web presso lo IED Istituto Europeo di Design a Roma, ha lavorato come giornalista e reporter per testate giornalistiche ed emittenti televisive regionali e web, attualmente frequenta il secondo anno del corso di Pittura curato da Lucilla Ragni presso l’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci”,  insignita della borsa di studio Chen Ming. Performer per Andreco (Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato), Eliza Soroga (11th Art Prize Laguna, Venezia) e per Aram Bartholl (57th  Biennale Internazionale d’Arte, Venezia), ha esposto per Anopticon_ Panopticon  (Trebisonda, Centro per l’Arte Contemporanea Perugia, 2016), Opera Prima (Pinacoteca di Spello, 2016 a cura di Sistema Museo Regione Umbria e Aba), menzione speciale per il Premio Magò (a cura di Soms e Comune di Magione, 2016) menzione speciale per Premio Nazionale Artistico Antonio Ranocchia (Museo Dinamico del Laterizio, Marsciano, 2017) finalista VII  Biennale ArteInsieme cultura e culture senza barriere- Mimmo Paladino e i giovani artisti (Mole Vanvitelliana, Ancona, 2017 a cura di Museo Tattile Omero Mibact e Tactus Centro per le Arti Contemporanee), finalista Biennale d’Arte Contemporanea Premio Shingle22J (Forte Sangallo, Nettuno 2017).
Nella risposta femminina dell’argilla e della cera ricerca storie segrete del legno e di materiali tossici come lana di vetro, piombo, resina, formalina, metalli ossidati. Che possano comunicare insieme, senza sapere cosa si diranno.
 
Filippo Moroni
Nasce a Castiglione del Lago il 17 aprile del 1996, fin da sempre ha espresso un innato desiderio Nel disegno che ben presto lo porterà ad iscriversi al Liceo Artistico Bernardino di Betto di Perugia. Prosegue gli studi presso l'Accademia di Belle Arti Pietro Vannucci dove ha la possibilità di conoscere molti artisti di rilievo. Espone in Segnali 2017 arti audiovisive e performance Temporary Academy, (Perugia promosso da ABA e Regione Umbria), vince con la sua proposta per il Progetto di riqualifica del sottopasso di via Ugo Foscolo promosso dal Comune di Montefalco in collaborazione con Sistema Museo. Collabora con lo staff artistico presso lo studio di Beverly Pepper per la realizzazione di un opera che la stessa dona all’Accademia di Perugia. Grande risonanza ha ricevuto il progetto Opera Prima realizzato in cooperazione di forze come Sistema Museo - Aba - Conservatorio Musicale "Francesco Morlacchi", patrocinato dalla Regione Umbria e Assessorato ai Beni e alle attività culturali Regione Umbria, dove viene esposto la propria opera "Il cadavere del Maestro" presso il Museo Città di Cannara. Tempo, materia, entropia, caducità, sono le caratteristiche che fanno parte della sua ricerca artistica. Lamiere di ferro che diventano supporto per un parassita irrefrenabile, la ruggine. Essa si prende tutto lo spazio possibile sulla superficie sovrastando tutto quello che trova sul suo cammino annichilendolo e trasformandolo semplicemente in altro. La vernice che si poggia sulla lamiera diventa  così parte integrante di un tutt’uno lasciato al suo destino. Un relitto lasciato al tempo nel bel mezzo di una guerra tra artificio umano e natura. 

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