Graffignano. Frammenti di vita quotidiana dai butti del Castello Baglioni

Graffignano. Frammenti di vita quotidiana dai butti del Castello Baglioni

 

Dal 18 Settembre 2020 al 15 Novembre 2020

Viterbo

Luogo: Museo della Ceramica della Tuscia

Indirizzo: via Cavour 67

Orari: dal giovedì alla domenica 10-13 / 15.30-18.30. Dal 1 ottobre al 15 novembre dal venerdì alla domenica 10-13 / 15-18

Curatori: Giuseppe Romagnoli

Telefono per informazioni: +39 0761 223674

E-Mail info: museoceramicatuscia@fondazionecarivit.it



Venerdì 18 settembre 2020 alle ore 17.00, presso il Museo della Ceramica della Tuscia, verrà inaugurata (su prenotazione, per un massimo di 30 posti) la mostra dal titolo “Graffignano, frammenti di vita quotidiana dai butti del Castello Baglioni”.
 
Un evento realizzato grazie al contributo della Fondazione Carivit, Ente proprietario e gestore del Museo, e in collaborazione con l’Università degli Studi della Tuscia di Viterbo, la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l’Area Metropolitana di Roma, la Provincia di Viterbo e l’Etruria Meridionale, l’Amministrazione Comunale di Graffignano, l’Amministrazione Comunale di Viterbo, l’Amministrazione Provinciale di Viterbo e la Comunità Montana dei Monti Cimini.
 
La mostra è il risultato del rapporto di collaborazione tra la Fondazione Carivit e il Dipartimento di studi linguistico-letterari, storico-filosofici e giuridici dell’Università degli Studi della Tuscia (DISTU); “Un percorso iniziato nel 2019 – dichiara il Presidente della Fondazione Carivit Dott. Marco Lazzari -  con l’esposizione, presso il Museo della Ceramica della Tuscia, delle maioliche medievali provenienti dal butto di Celleno Vecchio e concretizzatosi nell’accordo quadro stipulato al fine di promuovere la conoscenza e la valorizzazione delle attività di conservazione, di studio, di esposizione e promozione delle collezioni del Museo e del patrimonio ceramico del nostro territorio.”
 
L’esposizione dei reperti provenienti dal Castello Baglioni di Graffignano è il frutto del recupero e dello studio condotto dall’équipe di specialisti dell’Università degli Studi della Tuscia diretti dal Prof. Giuseppe Romagnoli, archeologo medievista e curatore della mostra.
 
In occasione dei lavori di consolidamento e restauro del piano terreno del Castello Baglioni Santacroce di Graffignano presso Viterbo, tra il 2009 e il 2011 vennero alla luce tre “pozzi da butto”, utilizzati per lo smaltimento dei rifiuti domestici del Castello tra il XV e il XVII secolo. Vi veniva scaricato tutto ciò che era scartato o non più utilizzabile nella residenza dei signori di Graffignano: vasi in ceramica rotti, usurati o semplicemente fuori moda; manufatti in pietra, in metallo e in osso danneggiati o inservibili; resti di pasto, scarti di cucina e altri materiali organici; scarti edili provenienti da lavori di manutenzione o di ristrutturazione effettuati nel castello. Altri oggetti rinvenuti erano caduti accidentalmente, come la moneta aurea di Callisto III (1455-1458).
Come tutti gli scarichi domestici, i butti del Castello Baglioni costituiscono una straordinaria fonte di informazione su molteplici aspetti della vita quotidiana del passato, riflettendo piuttosto fedelmente le pratiche di uso, consumo, riuso e scarto dei manufatti, nonché i cambiamenti di gusto e lo stile di vita di coloro che vi abitavano.
In particolare, il materiale ceramico rinvenuto nel corso degli scavi (circa 3.000 frammenti) si presenta di eccezionale interesse, sia dal punto di vista della qualità dei prodotti, sia per lo stato di conservazione dei reperti: il paziente lavoro di riassemblaggio e di studio, condotto presso il Laboratorio Fotografico e di Documentazione grafica e fotografica del DISTU dell’Università degli Studi della Tuscia, sotto la direzione del prof. Giuseppe Romagnoli, ha permesso infatti di restituire (parzialmente o integralmente) un centinaio di esemplari appartenenti alle più importanti classi della ceramica utilizzata sulla mensa (maiolica arcaica, zaffera, maioliche policrome laziali e umbre, graffita), nelle cucine (pentole e olle per cuocere e riscaldare cibi) e nelle dispense tra la fine del Trecento e la fine del Cinquecento. Tra i servizi utilizzati nel castello spicca il vasellame utilizzato da Francesca, primogenita di Simonetto III Baglioni, il cui nome ricorre su un vaso da toeletta riccamente decorato.
I reperti faunistici (resti di pasto e scarti di cucina), studiati nell’ambito di un rapporto di collaborazione con il Museo delle Civiltà del MIBACT e il Laboratorio del DNA antico del DIBAF dell’Università degli Studi della Tuscia, contribuiscono ad arricchire ulteriormente la storia del castello di Graffignano di preziose informazioni sulla dieta e sulle abitudini alimentari, restituendo un quadro quanto mai sfaccettato della vita in una comunità signorile del Lazio settentrionale tra la fine del medioevo e il Rinascimento.
 
L’evento è realizzato nel rispetto della normativa relativa al contenimento del contagio da COVID-19, pertanto per una visita in sicurezza possono entrare massimo 12 persone alla volta, è a disposizione il gel igienizzante per le mani, è necessario rispettare la segnaletica a pavimento e indossare la mascherina.


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