La Tempesta

Dorsoduro

La Tempesta
Ricordato in casa di Gabriele Vendramin come un paese con la tempesta con la cingana et soldato, il dipinto è forse uno dei più famosi della storia dell’arte.

La Tempesta di Giorgione è un dipinto misterioso che ancora oggi è soggetto a diverse ipotesi interpretative da parte degli storici dell’arte. Conservato presso le Gallerie dell’Accademia di Venezia, raffigura, solo apparentemente, un paesaggio con figure. Si tratta di un giovane soldato vestito con abiti rinascimentali, che si sorregge appoggiandosi a un lungo bastone, e di una madre seminuda seduta su un prato mentre allatta il proprio figlio. Il centro della scena è occupato da un fiume attraversato da un piccolo ponte. Sullo sfondo una città. L’ambientazione campestre della scena è resa plumbea da un cielo cupo, denso di nuvole e squarciato dalla luce di un fulmine, che dà il titolo all’opera.
 
Il dipinto sembra essere stato eseguito tra il 1503 e il 1509. È plausibile pensare che la Tempesta sia statacommissionata da Gabriele Vendramin intorno al 1504, anno decisivo per il suo percorso personale. Si tratta di un’opera di dimensioni ridotte, un genere che era molto apprezzato dalla nobiltà veneziana del Cinquecento. Secondo recenti interpretazioni, l’iconografia del dipinto sarebbe da mettere in relazione a un poemetto celebrativo della famiglia Vendramin che identificherebbe il soldato con asta in Silvio, secondogenito di Enea, mentre sullo sfondo la madre Lavinia al momento di metterlo al mondo nella selva (da cui il nome).
 
Il capolavoro, documentato nella collezione di Gabriele Vendramin da Marcantonio Michiel nel 1530 e poi negli inventari famigliari cinque e seicenteschi, è successivamente presente nelle collezioni del mercante Cristoforo Orsetti e ricompare più tardi nella collezione Manfrin, da cui è acquistata dallo Stato italiano nel 1856 e destinata alle Gallerie dell’Accademia.