Miracoli eburnei a Palazzo Pitti

 

L.S.

14/07/2013

Firenze - A Firenze, Ferdinando I de' Medici (1549-1609), avviò una delle più spettacolari collezioni di avori in Europa, che fu poi ampliata dai suoi eredi fino al tramonto della dinastia. Per quantità, per qualità e rilievo storico-artistico, la raccolta medicea raggiunse livelli pari a quelli della corte imperiale di Vienna curandosi di riunire esemplari che mettessero in risalto ogni aspetto della sofisticata tecnica scultorea.

Alla grazia opalescente di questi capolavori che entusiasmarono le corti di tutta Europa, non è mai stata dedicata una mostra specifica. Il Museo degli Argenti di Palazzo Pitti pone finalmente rimedio a tale lacuna con l’esposizione “Diafane passioni. Avori barocchi dalle corti europee”, aperta al pubblico dal 16 luglio al 3 novembre.

Radunando oltre centocinquanta opere che, ai tesori fiorentini, accostano oggetti provenienti dai più importanti musei stranieri e da collezioni private, il percorso si articola in diverse sezioni. Il viaggio comincia dal Quattrocento, quando l’arte eburnea catturò l’attenzione di Lorenzo il Magnifico, matura nel Rinascimento, ed esplode nel Barocco, includendo la produzione delle colonie orientali, e una preziosa selezione di avori torniti il cui virtuosismo combina geometria e filosofia.

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