Tre quadri con cui fuggire: van Gogh, Gauguin, Balla

L'arte della fuga, con la pittura

Pere Borrell del Caso, Escapando de la crítica, 1874 | Courtesy © Collection del Banco de España
 

Piero Muscarà

19/03/2020

"Quando non può lottare contro il vento e il mare per seguire la sua rotta, il veliero ha due possibilità: l'andatura di cappa che lo fa andare alla deriva, e la fuga davanti alla tempesta con il mare in poppa e un minimo di tela. La fuga è spesso, quando si è lontani dalla costa, il solo modo di salvare barca ed equipaggio. E in più permette di scoprire rive sconosciute che spuntano all'orizzonte delle acque tornate calme. Rive sconosciute che saranno per sempre ignorate da coloro che hanno l'illusoria fortuna di poter seguire la rotta dei carghi e delle petroliere, la rotta senza imprevisti imposta dalle compagnie di navigazione. Forse conoscete quella barca che si chiama Desiderio".
(Henri Laborit, Premessa a "Elogio della Fuga", Parigi 1976, Editions Robert Laffront)

Un rimedio al tedio della vita quotidiana ai tempi del coronavirus ci viene dal mondo delle arti. Arte, cinema, letteratura sono un valido farmaco per combattere la paura e la noia, due sentimenti che convivono inevitabilmente nell'era dell' #iorestoacasa.

Dovendo restare confinati all'interno delle quattro mura dei nostri appartamenti e limitare allo stretto necessario i contatti con il mondo esterno, ARTE.it ha compilato una piccola guida a puntate dedicata all'arte della fuga. Una fuga metaforica, immaginifica e che offre uno sguardo altrove per ritrovare noi stessi e cominciare a immaginare un futuro migliore. Da oggi, per domani.  In questa prima puntata, parliamo di arti visive.

Gli artisti, geni della fuga.
L'arte offre straordinarie opportunità di fuga. In chiave escapologica, del resto, gli artisti sono secondi a nessuno. Molti hanno praticato con metodo la fuga dal mondo, l'isolandosi e scappando dalla quotidianità urbana per rifugiarsi in luoghi ameni e tranquilli. Alcuni per necessità hanno girovagato il mondo, si pensi a Caravaggio perennemente in fuga perseguitato dai propri delitti. Altri hanno reinterpretato il mondo attraverso uno sguardo diverso il reale che li circondava, su tutti Vincent van Gogh, Paul Gauguin e gli impressionisti francesi tra tutti. Ma gli artisti che ci offrono spunti di fuga dalla realtà sono molti, Giacomo Balla e le sue ricerche sul movimento e la luce, ci danno altri interessanti punti di vista. Ecco tre opere che sono una ottima chiave con cui fuggire dalle nostre case, senza fare un metro.

Un quadro per sognare: Notte Stellata di Vincent van Gogh


"Con un quadro vorrei poter esprimere qualcosa di commovente come una musica. Vorrei dipingere uomini e donne con un non so che di eterno, di cui un tempo era simbolo l’aureola, e che noi cerchiamo di rendere con lo stesso raggiare, con la vibrazione dei colori [...]. Ah il ritratto, il ritratto che mostri i pensieri, l’anima del modello: ecco cosa credo debba vedersi" (Vincent van Gogh, Lettere, Arles 1888)

Notte stellata
è un dipinto di Vincent van Gogh, realizzato nel 1889 durante il suo ricovero all'Ospedale di Saint-Rémy de Provence dove era stato ricoverato a causa dei suoi disturbi mentali. Il quadro è oggi parte delle collezioni del MoMA - Museum of Modern Art di New York. Questo dipinto è un vero e proprio sogno, dove van Gogh fa spazio alle proprie emozioni per tramite di una rappresentazione del reale che viene completamente trasfigurata. Le stelle nella notte, il paesaggio, le piccole case flebilmente illuminate, il cipresso sono un tramite per aprire a una visione onirica in cui affiorano le emozioni, le paure, il viaggio nell'anima dell'artista.

Un quadro per viaggiare: Arearea di Paul Gauguin


“L'enigma celato in fondo agli occhi infantili di una donna tahitiana è e rimane incomunicabile”. (Paul Gauguin, Lettere da Tahiti, 1893)

Un paesaggio quasi irreale nella sua intensità è la cornice di una delle opere più famose - Arearea del 1892 - del primo periodo polinesiano di Paul Gauguin. L'irrequieto artista dopo il soggiorno ad Arles con van Gogh trova la sua dimora altrove, a Tahiti. In quest'opera Gauguin descrive con dei colori che superano la realtà. la quieta tranquillità gioiosa degli indigeni dell'isola, il loro rapporto con la religione (sullo sfondo il totem della dea della Luna, Hina) e la natura circostante.

Un quadro per sorridere: Dinamismo di un cane al guinzaglio di Giacomo Balla


"Data l'esistenza della fotografia e della cinematografia, la riproduzione pittorica del vero non interessa né può interessare più nessuno". (Giacomo Balla, Manifesto del colore, 1918)

Impossibile non sorridere di fronte alla famosa opera di Giacomo Balla Dinamismo di un cane al guinzaglio. L'artista nato a Torino nel 1871 e che fu uno dei principali esponenti del divisionismo prima e del futurismo poi è sempre stato interessato ai temi del moderno. In questo quadro del 1912 Balla raggiunge uno degli apici della sua ricerca dedicata al movimento. Il cane - un piccolo bassotto - viene rappresentato, come se si trattasse di una ripresa fotografica: simultaneamente sono presenti le diverse immagini delle zampe e della coda del cane nella successione determinata dal moto, e lo stesso per le gambe della padrona e per l'oscillazione del guinzaglio. Il quadro è oggi parte della collezione del Albright Knox Art Gallery di Buffalo nello stato di New York.

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