Parla Masue Kato, curatrice di "Rome Aeternal City"

Raccontando Roma ai giapponesi

Calco in bronzo della Lupa Capitolina, Palazzo senatorio - courtesy © Roma - Sovrintendenza capitolina ai beni culturali | Archivio fotografico dei Musei Capitolini
 

Piero Muscarà

30/09/2023

Mondo - Raccontare Roma in una mostra non è un tema semplice. Farlo dall’altra parte del mondo, in un paese lontano diecimila chilometri, dove la lingua, la cultura, la storia sono lontanissime dalle nostre è un’impresa ancora più complessa.

Per farlo servono dei grandi viaggiatori che riescano attraverso la propria esperienza di vita, prima ancora che dallo studio e dalla conoscenza, a far da tramite, a superare le grandi distanze che ci separano. Masue Kato è una viaggiatrice che sa portare a termine queste missioni di esplorazione. Oggi professore del Dipartimento di studi cristiani del College of Arts della Rikkyo University di Tokyo, Masue Kato è anche uno dei due curatori (l’altro è il sovrintendente Capitolino ai Beni Culturali Claudio Parisi Presicce - ndr) della mostra Rome, the Eternal City: Masterpieces from the Capitoline Museums’ Collection che ha aperto lo scorso 16 settembre al prestigioso Tokyo Metropolitan Museum. Kato ha vissuto e studiato a Roma per conseguire un dottorato di ricerca in storia dell’arte medievale ed è una grande conoscitrice del nostro paese.


Masue Kato - photo ©︎ Yoshiaki Nakamura


Professoressa Kato, nella cartella stampa di questa esposizione a Tokyo leggo che questa mostra nasce in occasione dei 150 anni della Missione Iwakura, un viaggio diplomatico giapponese negli Stati Uniti e in Europa condotto tra il 1871 e il 1873 da importanti statisti e studiosi del periodo Meiji.

“Sì è vero. Questa mostra si sarebbe dovuta organizzare nel 2021, in occasione dei 25 anni del gemellaggio del 1996 tra Roma e Tokyo. Una ricorrenza importante che però non abbiamo potuto celebrare dato che il mondo era travolto dalla pandemia. Due anni dopo, quando siamo finalmente riusciti a portare a termine questo importante progetto, abbiamo riannodato i fili e trovato anche questa ulteriore importante testimonianza, quella che la Missione Iwakura condusse nel 1873 in Europa e in Italia quando i nostri ambasciatori visitarono l’Italia e i grandi musei gli Uffizi, i Musei Capitolini, il Foro romano. Uno degli obiettivi di questa missione che era iniziata l'anno prima negli Stati Uniti era studiare i sistemi amministrativi, educativi, industriali delle potenze occidentali. In Italia fu meno importante l'osservazione del sistema industriale e amministrativo e l'attenzione si concentrò sull'arte. L’Italia a quel tempo era una delle destinazioni del Grand Tour e quindi i viaggiatori giapponesi osservarono soprattutto come erano organizzati i grandi musei italiani e come funzionavano le Accademie di Belle Arti. Due concetti estranei alla cultura giapponese. La Scuola tecnica di belle arti di Tokyo fu la prima scuola di questo genere in Giappone, istituita dal governo nell'ambito del processo di modernizzazione voluto dell'imperatore Mutsuhito nel primo periodo Meiji, ed ebbe tra i suoi insegnanti tre italiani, Antonio Fontanesi, Vincenzo Ragusa e Giovanni Vincenzo Cappelletti. I collegamenti tra Italia e Giappone, e tra Roma e Tokyo vanno dunque indietro nel tempo ..”

Per questa mostra al Tokyo Metropolitan Museum avete scelto un tema complesso. Raccontare la Città Eterna ai giapponesi ..

“Raccontare una storia come quella di Roma è molto difficile, ma se si sceglie un punto di osservazione diventa molto più semplice. Per questa mostra siamo partiti dalla storia del Campidoglio, dalla sua piazza, dal Museo”

Ci racconti come è organizzato il percorso espositivo.

“La mostra è suddivisa in cinque tappe. La prima è intitolata ‘La creazione del mito della fondazione di Roma’ parla delle origini della città. L’episodio più noto della storia della fondazione di Roma è quello della lupa che allattò e allevò il futuro fondatore Romolo e il fratello gemello Remo, figli del dio della guerra Marte e della vestale Rea Silvia. Partiamo quindi con la replica in bronzo della scultura del quinto secolo avanti cristo della Lupa capitolina, per raccontare la storia del mito. La seconda parte della mostra è dedicata a ‘La gloria dell'antico impero romano’ e qui troviamo molte sculture e reperti archeologici della Roma classica. Tra le cose più interessanti che abbiamo portato a Tokyo sicuramente va citato il marmo della Venere capitolina, una copia romana del II secolo di un originale greco(del IV-III secolo avanti Cristo - ndr). E’ una delle sculture più preziose delle collezioni dei Musei Capitolini e per esporla e consentire al pubblico di osservarla da ogni punto di vista abbiamo costruito una speciale sala a forma ottagonale che consente una visione a 360 gradi. In questa sezione ci sono anche le tre repliche del colosso di Costantino - la testa, la mano e un piede della gigantesca statua - che danno un’idea della grandiosità di quella scultura”

Un’idea che gli art lovers italiani si sono fatti visitando la mostra Recycling beauties alla Fondazione Prada a Milano nel 2022 … ma che a Tokyo deve aver destato molta curiosità. Quali altre sezioni completano la mostra ?

“Avremmo voluto continuare con una sezione dedicata all’arte medievale, ma i Musei Capitolini non hanno molto nelle loro collezioni. Abbiamo dunque deciso di dedicare la terza tappa della mostra alla nascita dei Musei Capitolini per volontà del Papa Sisto IV che donò alla città di Roma quattro bronzi - la Lupa Capitolina, il Colosso di bronzo di Costantino, Camillo e Spinario, assieme alla statua equestre di Marco Aurelio costituiscono il nucleo centrale, il cuore delle collezioni del museo romano. Poi nella quarta sezione abbiamo fatto un approfondimento sulla Pinacoteca capitolina, un museo nato a metà Settecento e che raccoglie due grandi collezioni di dipinti quelli della famiglia Sacchetti di Firenze e quelli della famiglia Pio di Savoia. A Tokyo portiamo alcune opere importanti di maestri come Tintoretto o Caravaggio. L’ultima tappa della mostra è dedicata a ‘Roma capitale dell'arte: tra fantasia e realtà’. Qui parliamo di come la città di Roma fu fonte di ispirazione per artisti italiani e, sempre più dal XVII secolo in poi, anche di altri paesi, man mano che i viaggi del Grand Tour attraverso l’Europa guadagnavano popolarità”.


Michelangelo Merisi detto Caravaggio, San Giovanni Battista, 1602-03, Olio su tela. Roma, Pinacoteca Capitolina

Quale accoglienza sta avendo questa mostra a Tokyo ?

“In queste prime due settimane mi pare di poter dire abbiamo avuto un'ottima risposta dal pubblico giapponese. I primi tre giorni abbiamo contato quasi 2500 visitatori al giorno .. e questo ci fa ben sperare. Si tratta di una mostra per cui sono stati fatti grandi investimenti, quindi è importante che ci sia una grande affluenza di pubblico. La mostra rimarrà al Tokyo Metropolitan Museum fino al 10 dicembre e poi si sposterà dal 5 gennaio al 10 marzo 2024 al Fukuoka Art Museum

Quali obiettivi vorreste raggiungere con questa esibizione ?

“I giapponesi sono molto affascinati dall’Italia, dalla sua storia e dalla sua arte. Se penso ad un obiettivo di questa mostra credo sarebbe un ottimo risultato se i giapponesi quando vengono come turisti a Roma non si ricordassero solo della Cappella Sistina e dei Musei Vaticani ma anche che esiste anche un grande altro polo museale che va visitato, quello appunto dei Musei Capitolini”.

COMMENTI