A Napoli dal 6 dicembre al 10 maggio

Calatrava, artista a tutto tondo, al Museo e Real Bosco di Capodimonte

Santiago Calatrava, World Trade Center Transportation Hub New York 2003 - 2016, modello in scala Foto © Santiago Calatrava Archive

 

Samantha De Martin

05/12/2019

Napoli - La luce e la materia, l’ancestrale, totemica funzione del segno racchiusa nei pigmenti primitivi dell’ocra e dei neri, la tensione muscolare dei corpi che, attraverso il disegno, si fa linguaggio architettonico. E ancora la ceramica che rinnova la tradizione ellenica e mediterranea, e, su tutto, Napoli, crocevia di culture e civiltà diverse.
Un Santiago Calatrava artista a 360 gradi - disegnatore, scultore, acquarellista e archistar di fama mondiale - alla costante ricerca di un equilibrio tra volume e luce, i due elementi essenziali del suo concetto di architettura, emerge dalla mostra a lui dedicata fino al 10 maggio dal Museo e Real Bosco di Capodimonte.

L’esposizione - curata dal direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte Sylvain Bellenger e da Robertina Calatrava, moglie dell’artista, e realizzata in collaborazione con lo Studio Calatrava - introduce, nelle sale del secondo piano del Museo, alle maquette delle architetture più importanti realizzate dall’architetto spagnolo: la Stazione dell’Aeroporto di Lione “Saint-Exupéry” o il World Trade Center Trasportation Hub di New York, noto come “Oculus”, memoria e testimonianza dell’attacco terroristico dell’11 settembre 2001 alle Torri Gemelle e simbolo di rinascita della città grazie alla leggerezza delle sue “ali di uccello”.
Perché la leggerezza, ottenuta attraverso linee e materiali, è forse la chiave per entrare in tutti gli edifici di Calatrava.
Circa 400 sono le opere esposte in mostra. Alle idee progettuali - dagli Sharq Crossing Bridges, tre diversi tipi di ponti interconnessi per la città di Doha in Qatar, al Ponte per Genova disegnato e offerto alla città dopo il crollo del Ponte Morandi - si affiancano le sculture di tutte le sue fasi artistiche (geometriche, matematiche, astratte, cinetiche e antropomorfe), come le forme astratte pure ispirate all’arte delle Cicladi e poi le sculture che guardano alla natura e alle piante, oltre a un'ampia selezione in materiali molto diversi, dall'ebano al marmo bianco, dall'alabastro al bronzo.

Per la prima volta a Napoli saranno esposte sei sculture in ferro ispirate ai guerrieri della facciata principale del tempio greco di Egina, oggi nella Glyptothek di Monaco, mentre il ponte metaforico tra il XXI secolo e la Napoli simbolo della cultura ellenistica è costruito da un gruppo di sagome antropomorfe, sintesi di tutta la carriera scultorea dell'architetto.

L'appuntamento napoletano dedica ampio spazio ai disegni: dipinti a pastello e carboncini accolgono alberi, tori e il nudo femminile affrontato spesso dall’artista che inizia giovanissimo a disegnare il corpo umano per esplorarne il senso e la dinamica del movimento.

Calatrava - che in Italia, ha realizzato il porto di Marina d’Arechi a Salerno, il Ponte della Costituzione a Venezia, la stazione di Reggio Emilia Mediopadana, i “Tre Ponti” di Reggio Emilia e il Ponte San Francesco di Paola a Cosenza - realizza anche centinaia di acquerelli come percorso di meditazione della sua architettura. La sua attività di pittore, ma anche quella di scultore influenzano decisivamente quella di architetto e ingegnere.

«Non ho mai smesso di dipingere - afferma - per me è importante lavorare sulla pittura, sulla scultura e sulla ceramica, non solo come discipline indipendenti, ma come nutrimento incessante per la mia architettura. La mia scultura precede il mio lavoro di architetto. Per capire la mia architettura bisogna conoscere il mio lavoro di scultore».

Il Cellaio nel Real Bosco di Capodimonte - edificio di epoca borbonica utilizzato per la conservazione delle derrate alimentari - ospita invece oltre 50 opere in ceramica in ideale dialogo con l’antica produzione della Real Fabbrica della Porcellana di Capodimonte, fondata da Carlo di Borbone nel 1743. La ceramica è infatti una materia che Calatrava ha conosciuto in Spagna a Manises, non lontano da Valencia, in una delle più grandi scuole europee.

La mostra Santiago Calatrava. Nella luce di Napoli vuole in questo modo offrire un’inedita riflessione sui 40 anni di carriera dell’archistar, svelando la sua ricca produzione artistica attraverso la luce, componente fondamentale di ogni sua grande architettura.

Leggi anche:
• Santiago Calatrava. La metamorfosi dello spazio
• Caravaggio, Napoli e il naturalismo partenopeo. Un dialogo inedito al Museo e Real Bosco di Capodimonte

COMMENTI