A Reggio Emilia dal 14 marzo al 14 giugno
La bellezza matematica di Piero della Francesca

Ludovica Sanfelice
17/02/2015
Reggio Emilia - Il segreto dell’equilibrata essenzialità delle opere di Piero della Francesca è nascosto tra le righe dei suoi trattati e obbedisce a regole scientifiche. Ponendo particolare accento su quanto espresso nel De prospectiva pingendi, la mostra "Piero della Francesca. Il disegno tra arte e scienza", che inaugurerà a Palazzo Magnani, Reggio Emilia, il 14 marzo, presenterà il maestro di San Sepolcro nel doppio ruolo di disegnatore e matematico riunendo per la prima volta in cinquecento anni l’intero corpus grafico e teorico da lui prodotto.
FOTO: Piero della Francesca. Il disegno tra arte e scienza
Sette esemplari latini e volgari del De Prospectiva pingendi provenienti da Bordeaux, Londra, Milano, Parigi, Parma e Reggio Emilia; due codici dell’Abaco e l’Archimede in arrivo da Firenze; e il Libellus de quinque corporibus regularibus, conservato nella Città del Vaticano, verranno dunque esposti l’uno accanto all’altro in un evento di forte richiamo accademico che regalerà ai visitatori anche l’occasione per compiere un viaggio nel Rinascimento grazie alla presenza di capolavori di altri indiscussi giganti del XV e XVI secolo come Lorenzo Ghiberti, Ercole de’ Roberti, Domenico Ghirlandaio, Giovanni Bellini, Francesco di Giorgio, Albrecht Dürer, Bernardo Zenale, Antonio da Sangallo il Giovane, Baldassarre Peruzzi, Amico Aspertini, Michelangelo.
Del Piero teorico, stimato da tutti i pittori prospettici della sua epoca, verrà illustrata la risonanza nella cultura figurativa attraverso un percorso espositivo costruito sulle tematiche affrontate nei capitoli del De Prospectiva: dai principi geometrici alle figure piane, dai corpi geometrici all’architettura, dalla figura umana alla proiezione delle ombre e fino all’anamorfosi.
La rassegna, concepita anche come strumento didattico teso ad accedere all’universo creativo dell’artista, presenterà anche modelli tridimensionali delle illustrazioni presenti nel trattato, mentre una serie di macchine matematiche
dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia riprodurrà scientificamente gli attrezzi della bottega dell’artista rinascimentale, consentendo al visitatore di sperimentare le tecniche adottate dai pittori per sfruttare gli inganni della visione. Il capolavoro prospettico della “Città ideale” di Urbino sarà invece “espugnato” grazie all’impiego di apparati multimediali e app di navigazione in realtà aumentata.
Consulta anche:
Un crowdfunding per Piero della Francesca
FOTO: Piero della Francesca. Il disegno tra arte e scienza
Sette esemplari latini e volgari del De Prospectiva pingendi provenienti da Bordeaux, Londra, Milano, Parigi, Parma e Reggio Emilia; due codici dell’Abaco e l’Archimede in arrivo da Firenze; e il Libellus de quinque corporibus regularibus, conservato nella Città del Vaticano, verranno dunque esposti l’uno accanto all’altro in un evento di forte richiamo accademico che regalerà ai visitatori anche l’occasione per compiere un viaggio nel Rinascimento grazie alla presenza di capolavori di altri indiscussi giganti del XV e XVI secolo come Lorenzo Ghiberti, Ercole de’ Roberti, Domenico Ghirlandaio, Giovanni Bellini, Francesco di Giorgio, Albrecht Dürer, Bernardo Zenale, Antonio da Sangallo il Giovane, Baldassarre Peruzzi, Amico Aspertini, Michelangelo.
Del Piero teorico, stimato da tutti i pittori prospettici della sua epoca, verrà illustrata la risonanza nella cultura figurativa attraverso un percorso espositivo costruito sulle tematiche affrontate nei capitoli del De Prospectiva: dai principi geometrici alle figure piane, dai corpi geometrici all’architettura, dalla figura umana alla proiezione delle ombre e fino all’anamorfosi.
La rassegna, concepita anche come strumento didattico teso ad accedere all’universo creativo dell’artista, presenterà anche modelli tridimensionali delle illustrazioni presenti nel trattato, mentre una serie di macchine matematiche
dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia riprodurrà scientificamente gli attrezzi della bottega dell’artista rinascimentale, consentendo al visitatore di sperimentare le tecniche adottate dai pittori per sfruttare gli inganni della visione. Il capolavoro prospettico della “Città ideale” di Urbino sarà invece “espugnato” grazie all’impiego di apparati multimediali e app di navigazione in realtà aumentata.
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