Dal 31 ottobre al 3 novembre la fiera torinese dedicata al contemporaneo

Verso Artissima 2019. Tutte le novità

Artissima 2019. Courtesy FIONDA
 

Francesca Grego

28/05/2019

Torino - A cinque mesi dall'apertura, Artissima annuncia le sorprese della ventiseiesima edizione.
Da giovedì 31 ottobre a domenica 3 novembre l'unica fiera d'arte italiana dedicata esclusivamente al contemporaneo tornerà all'Oval di Torino per presentare protagonisti e tendenze della scena attuale.

Confermata per il prossimo biennio la direzione di Ilaria Bonacossa, alla guida della kermesse torinese per il terzo anno consecutivo.
Il tema attorno al quale ruoterà l'offerta di Artissima 2019 sarà invece il binomio “desiderio/censura”, per riflettere su aspirazioni, utopie, narrazioni che attraversano la produzione contemporanea, in una società in cui il rapporto tra le immagini e il loro controllo dà continuamente luogo a nuove domande, basti pensare al mondo del web.

“Il desiderio – spiega Bonacossa – nasce dal rapporto tra il corpo e la società, tra la realtà vissuta e la realtà immaginata e ambita. Le opere d'arte sono storicamente portatrici di immagini in grado di emancipare ciò che convenzionalmente viene considerato un tabù, grazie al desiderio di sovvertire le regole, rendendo fluidi i confini tra normale ed eccezionale. Il limite tra contenuti permessi e contenuti proibiti è al centro di un dibattito quanto mai attuale che vede l'arte stessa oggetto di censura. Nel mondo digitale e sui principali social network il controllo preventivo, spesso algoritmico, rende di fatto sempre più difficile la diffusione e promozione del nostro patrimonio artistico-culturale. In un tale contesto, il desiderio rimane un momento di rottura, una 'ligne de fuite', come evocato da Deleuze e Guattari in Mille Piani: un'energia dirompente che riesce a infiltrarsi nelle crepe del sistema per aprire delle visioni laterali inaspettate capaci di mostrare gli spazi aperti al di là dei limiti delle convenzioni. E l'arte contemporanea rimane uno spazio di incontro vero e fisico tra la persona e le sue aspirazioni”.

Numerose le nomine nazionali e internazionali destinate a portare nuova linfa nell'offerta di Artissima: da Raffaella Cortese (Milano) e Claudia Altman Siegel (San Francisco), che si aggiungono al team di selezione delle gallerie partecipanti a Main Section, New Entries, Dialogue e Art Spaces & Editions (Isabella Bortolozzi, Gregor Podnan, Paola Capata e Alessandro Pasotti) fino ai responsabili delle sezioni curate.

In questo caso le novità riguardano anche temi, protagonisti e ambiti di riferimento. La sezione Back to the Future, per esempio, sarà dedicata ai grandi pionieri del contemporaneo, con progetti espositivi di qualità museale che presenteranno opere realizzate tra gli anni Sessanta e i Novanta. Per la prima volta, inoltre, saranno esposte anche opere provenienti dagli estate personali degli artisti. A curare la sezione saranno Lorenzo Giusti (direttore della GAMeC - Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo), Cristiano Raimondi (curatore indipendente, curatore e direttore artistico di Società delle Api) e Nicolas Trembley, curatore indipendente e curatore della SYZ Collection a Parigi e Ginevra.

Riflettori puntati sui giovani artisti emergenti con Present Future, che da quest'anno oltre che alle gallerie è aperta anche agli spazi di ricerca: a guidarla saranno Ilaria Gianni, curatrice indipendente attiva a Roma, lo scrittore e critico d'arte di Barcellona Juan Canela e la direttrice del Kadist di Parigi Émilie Villez.

Prosegue infine la sperimentazione di Disegni, inaugurata nel 2017 per dare spazio a un linguaggio che attrae sempre più l'attenzione dei collezionisti: si annunciano sorprese sia nelle modalità di presentazione delle opere che nella visione curatoriale, affidata ai direttori della Kunsthalle di Lisbona João Mourão e Luìs Silva.

Un diaframma nero forato da sei cerchi sarà la base dell'immagine coordinata di questa edizione di Artissima, curata per il secondo anno dallo studio grafico torinese Fionda.
“Abbiamo scelto una maschera nera, letterale e simbolica, attraverso la quale si intuiscono immagini mai nitidamente leggibili, che catturano lo sguardo”, spiega il direttore di Fionda Roberto Maria Clemente: “Sono immagini celebri riprodotte come porzioni ingrandite. Ma non vediamo solo quello: in ciascuna immagine, uno dei cerchi rivela un messaggio scritto. Si tratta di frammenti di frasi rubate, di cui non è dato sapere l'autore né il contesto, che suggeriscono altre letture dell'immagine, in una deriva semantica che alterna significati comuni ad altri proibiti e inconfessabili”.



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