Dal 30 maggio al Museo Archeologico nazionale di Napoli

Dai depositi alla città: "l'altro MANN" si racconta in una mostra

L'altro MANN. Depositi in mostra, Allestimento della mostra al Museo Archeologico nazionale di Napoli | Courtesy MANN
 

Samantha De Martin

30/05/2022

Napoli - Un originale scaldaliquidi di oltre duemila anni, una fontana con Ninfa, splendidi affreschi con scene di giardino.
I tesori nascosti del MANN di epoca romana, provenienti da Pompei, Ercolano e da altre città vesuviane, escono alla spicciolata dai depositi per arricchire e far risplendere la grande vetrina delle meraviglie che è il Museo Archeologico nazionale di Napoli.
Quella che a partire da oggi, lunedì 30 maggio, correrà nelle sale degli Affreschi, destinata ad espandersi entro la fine di settembre 2022, non è una collezione, e nemmeno una semplice mostra. L’altro MANN. Depositi in mostra si presenta come un progetto da condividere con i visitatori, i turisti, la collettività.
Questa mostra in fieri, frutto dell’incessante lavoro di “scavo” e studio negli immensi depositi del museo, precede il raddoppio delle collezioni pompeiane presentate al pubblico.




A introdurre il percorso, a cura delle funzionarie archeologhe del Museo, Laura Forte e Marialucia Giacco, sono sessanta reperti raramente esposti in passato. Un cratere a volute con corteo bacchico in marmo (da Villa San Marco a Stabiae, datato prima metà del I sec. d.C.), una cassaforte in bronzo, ferro e legno con rappresentati amorini e personaggi dionisiaci (da Pompei, Casa di Gaio Vibio Italo, I sec. d.C.) affiancano un tavolo con piccoli satiri (da area vesuviana, I sec. d.C.), mentre uno sgabello con maschere e motivi vegetali (da Pompei, casa di Romolo e Remo, I sec. d.C.) guarda a un originalissimo scaldaliquidi a forma di cinta muraria (da Pompei, I sec. d.C.) e ad alcuni candelabri (da Ercolano e Pompei, I sec. d.C.).

La prima parte dell’itinerario di visita è dedicata ai tesori che raccontano la vita delle città vesuviane, invitando il pubblico ad ammirarne le antiche domus. Così, oltre a visitare gli ambienti esterni delle case, con i loro sontuosi apparati decorativi e gli affreschi con scene di giardino (da Ercolano e Pompei, inizio I sec. d.C.) il pubblico potrà anche soddisfare qualche curiosità. Un esempio? Chi non sapesse cos’è la pelvis (un bacino per le abluzioni), può apprendere che i cittadini dell’area vesuviana erano soliti decorare queste suppellettili, come testimonia un’applique in bronzo con scena di toletta femminile.
Gli amanti dell’iconografia dedicata alla dea della bellezza, non possono farsi sfuggire la sensuale scultura in marmo della Venere Anadiomene che esce dalle acque (da Pompei, Casa del Camillo, I sec. d.C.).


L'altro MANN. Depositi in mostra, Allestimento della mostra al Museo Archeologico nazionale di Napoli | Courtesy MANN

L'altro MANN - commenta il direttore Paolo Giulierini - non è solo una vetrina di meraviglie, in gran parte vesuviane, mai o poco viste, spesso in giro per il mondo, custodite negli ormai celebri depositi del Museo Archeologico, dalle Cavaiole a Sing Sing. L'Altro MANN è anche una straordinaria campionatura della parte “rimanente” del nostro patrimonio museale, che vogliamo sia sempre più valorizzata e condivisa non solo attraverso l'esposizione, ma anche con la ricerca scientifica, l'apporto del digitale e, quindi, la creazione di grandi banche date open.

Il lavoro sui depositi in questi anni è stato incessante e continuo, a partire dal riordino e la messa in sicurezza anche in chiave antisismica. Il nostro obiettivo è una fruizione pubblica più larga possibile, con l'idea conclusiva di espandere gli stessi depositi in altri luoghi della città”.


L'altro MANN. Depositi in mostra, Allestimento della mostra al Museo Archeologico nazionale di Napoli | Courtesy MANN

Il percorso L’altro MANN affonda infatti le sue radici nei progetti che, da anni, la direzione del museo sta dedicando al patrimonio dei depositi: se il riordino di Sing Sing, che custodisce migliaia di manufatti nei sottotetti dell’Archeologico, si appresta a diventare fruibile per i visitatori, grazie a una convenzione stipulata con l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze sono stati restaurati un “borsellino” e un nastro in filo d’oro, che saranno esposti in anteprima a settembre, con l’ampliamento della mostra L’altro MANN nella sala del Plastico di Pompei. A questa sperimentazione iniziale seguirà il restauro di un ulteriore gruppo di una ventina di reperti tessili.

Nel frattempo si lavora anche sull’area delle Cavaiole che custodisce i materiali lapidei. In collaborazione con la facoltà di architettura dell’Università di Delft e con il ministero della Cultura olandese, è ai nastri di partenza il masterplan per trasformare questo settore dei depositi in un’area visibile al pubblico.


L'altro MANN. Depositi in mostra, Allestimento della mostra al Museo Archeologico nazionale di Napoli | Courtesy MANN

Infine, in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Napoli, si sta sviluppando un filone di ricerca riservato a docenti, studenti e tirocinanti finalizzato alla scoperta e alla tutela dei tesori della collezione Spinelli del MANN, che raccoglie antichi manufatti della necropoli di Suessula, nel territorio di Acerra.

Due le date da segnare in agenda. Il 9 giugno e il 7 luglio, in occasione delle aperture serali del giovedì, saranno organizzati tour guidati alla mostra L’altro MANN.

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