Davide Bonaldo & Eros Crudi. Contemporanei Italiani / Tante care cose
Dal 22 Febbraio 2014 al 23 Marzo 2014
Piacenza
Luogo: Placentia Arte
Indirizzo: via Scalabrini 116
Orari: da martedì a domenica 16-19
Telefono per informazioni: +39 0523 332414
E-Mail info: info@placentiaarte.it
Sito ufficiale: http://www.placentiaarte.it
Pervasivo e invasivo, presenza strisciante muta e silenziosa. Eppure assordante, soffocante, elemento connotativo di un paesaggio unificato nel segno del dramma. Mutano da nord a sud, dalle Alpi alla Sicilia, le tracce dell’antropizzazione, di un’urbanizzazione declinata a seconda delle varie e più disparate (in)sensibilità. A restare come tragico segno di unità è allora, ovunque, l’amianto. Eterno per definizione, utopia di un benessere – quello garantito dal lavoro in fabbrica – trasfigurata nell’incubo pestilenziale di uno stillicidio di morti; orrore che incombe su un territorio sfibrato, spogliato di speranze e illusioni. Un territorio che, in questa sua natura avvelenata, diventa teatro ideale dove mettere in scena lo struggente senso di spaesamento di una generazione (o più generazioni) senza punti di riferimento concettuali, ideologici, culturali. La stagione del nichilismo, assaggiata con gli anni del grunge, esplode in modo forse ancora più virulento e irrimediabile oggi.
Costruisce un tenero paradosso Davide Bonaldo, che con il suo Contemporanei italiani ci offre il delicato terrore del presente. Non c’è niente di più placido e pacifico, ponte per nuove empatie, del video con cui segue i suoi performer intenti a effettuare una delle figure classiche dello yoga. Quel saluto al sole che è fiduciosa danza di rigenerazione. Ma che si traveste di cinico sarcasmo se svolto su un tetto interamente ricoperto di pannelli in fibra d’amianto, il classico profilo ondulato a ferire con la sua tossica presenza le mani e i piedi nudi. Questa è la condizione di chi oggi vive, crea e si nutre in Italia: fuori luogo sempre e comunque, cieco e inconsapevole nella sua struggente tensione verso un futuro zavorrato dalle macerie del passato.
Ad accompagnare il video di Bonaldo l’indagine sospesa tra l’immaginifico e il documentario di Eros Crudi. Broni, Casale Monferrato, Bari, Bagnoli, Priolo Gargallo, Rubiera, Cavagnolo, Grugliasco: sono le otto località che in Italia hanno ospitato le principali fabbriche per la produzione dell’amianto. E hanno quindi pagato il prezzo più alto, in termini di lutti legati alle malattie asbesto-correlate e di problematiche in tema di smaltimento e bonifica. Non c’è traccia, ovviamente, della presenza di queste fabbriche nelle cartoline postali che prima dell’avvento di Instagram documentavano transiti e passaggi, accoglievano saluti e auguri a parenti e amici lontani. Ma avrebbe dovuto esserci. Perché l’amianto è stato – lo è tutt’ora – connaturato al genius loci. Crudi risarcisce questa presenza-assenza ritraendo le aree dove un tempo si produceva amianto, siano esse affascinanti architetture industriali dismesse o spazi completamente recuperati, rifunzionalizzati; taglia dalle vecchie cartoline – manualmente, con un processo fisico di natura quasi performativa – la memoria costruita a tavolino dai fotografi di un tempo e la sostituisce con immagini di un presente che si carica sulle spalle i fantasmi del proprio passato.
Davide Bonaldo (Tortona, 1985) è un videografo, ha esposto alla Biennale di Fotografia di Alessandria. Suoi progetti appaiono su Corriere.it
Eros Crudi è un po’ uno pseudonimo, un po’ una firma collettiva. Senza ombra di dubbio non è un artista, un critico o un curatore.
Davide Bonaldo, CONTEMPORANEI ITALIANI
Doppio video - durata 1’17”
con Andrea Robbiano, Isabella Pozzi
Eros Crudi, TANTE CARE COSE
Serie di otto cartoline postali modificate
Fotografie e composizione: Michela Deponti
Costruisce un tenero paradosso Davide Bonaldo, che con il suo Contemporanei italiani ci offre il delicato terrore del presente. Non c’è niente di più placido e pacifico, ponte per nuove empatie, del video con cui segue i suoi performer intenti a effettuare una delle figure classiche dello yoga. Quel saluto al sole che è fiduciosa danza di rigenerazione. Ma che si traveste di cinico sarcasmo se svolto su un tetto interamente ricoperto di pannelli in fibra d’amianto, il classico profilo ondulato a ferire con la sua tossica presenza le mani e i piedi nudi. Questa è la condizione di chi oggi vive, crea e si nutre in Italia: fuori luogo sempre e comunque, cieco e inconsapevole nella sua struggente tensione verso un futuro zavorrato dalle macerie del passato.
Ad accompagnare il video di Bonaldo l’indagine sospesa tra l’immaginifico e il documentario di Eros Crudi. Broni, Casale Monferrato, Bari, Bagnoli, Priolo Gargallo, Rubiera, Cavagnolo, Grugliasco: sono le otto località che in Italia hanno ospitato le principali fabbriche per la produzione dell’amianto. E hanno quindi pagato il prezzo più alto, in termini di lutti legati alle malattie asbesto-correlate e di problematiche in tema di smaltimento e bonifica. Non c’è traccia, ovviamente, della presenza di queste fabbriche nelle cartoline postali che prima dell’avvento di Instagram documentavano transiti e passaggi, accoglievano saluti e auguri a parenti e amici lontani. Ma avrebbe dovuto esserci. Perché l’amianto è stato – lo è tutt’ora – connaturato al genius loci. Crudi risarcisce questa presenza-assenza ritraendo le aree dove un tempo si produceva amianto, siano esse affascinanti architetture industriali dismesse o spazi completamente recuperati, rifunzionalizzati; taglia dalle vecchie cartoline – manualmente, con un processo fisico di natura quasi performativa – la memoria costruita a tavolino dai fotografi di un tempo e la sostituisce con immagini di un presente che si carica sulle spalle i fantasmi del proprio passato.
Davide Bonaldo (Tortona, 1985) è un videografo, ha esposto alla Biennale di Fotografia di Alessandria. Suoi progetti appaiono su Corriere.it
Eros Crudi è un po’ uno pseudonimo, un po’ una firma collettiva. Senza ombra di dubbio non è un artista, un critico o un curatore.
Davide Bonaldo, CONTEMPORANEI ITALIANI
Doppio video - durata 1’17”
con Andrea Robbiano, Isabella Pozzi
Eros Crudi, TANTE CARE COSE
Serie di otto cartoline postali modificate
Fotografie e composizione: Michela Deponti
SCARICA IL COMUNICATO IN PDF
COMMENTI
-
Dal 08 maggio 2024 al 15 settembre 2024
Roma | Museo Carlo Bilotti Aranciera di Villa Borghese
Paolo Di Capua. Natura umana
-
Dal 08 maggio 2024 al 19 maggio 2024
Roma | MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo
Max Vadukul. Through Her Eyes – Timeless Strength
-
Dal 08 maggio 2024 al 31 dicembre 2024
Roma | Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea
Artista alla GNAM - Emilio Isgrò: Protagonista 2024
-
Dal 08 maggio 2024 al 09 giugno 2024
Roma | Palazzo Esposizioni
World Press Photo Exhibition 2024
-
Dal 03 maggio 2024 al 31 agosto 2024
Como | Ex Chiesa di San Pietro in Atrio e Palazzo del Broletto
Il catalogo del mondo: Plinio il Vecchio e la Storia della Natura
-
Dal 03 maggio 2024 al 14 luglio 2024
Pisa | Palazzo Blu
ANTICO E MODERNO | Dolfo scultore nella Dimora di Palazzo Blu