Temporary gallery Enrico Dico’
Dal 14 Dicembre 2016 al 15 Febbraio 2017
Roma
Luogo: Ex libreria Arion
Indirizzo: piazza Montecitorio 59
Un’altra tappa espositiva per il prolifico Enrico Dico’, ormai affermato e riconosciuto protagonista della vita artistica della Capitale: il prossimo 14 dicembre l’artista romano inaugurerà infatti una nuova temporary gallery in Piazza Montecitorio 59 (ex libreria Arion) che resterà aperta fino al 15 febbraio 2017.
Nel nuovo spazio espositivo troveranno posto circa venti opere e torneranno ancora una volta protagoniste le grandi icone di ogni tempo: da Madre Teresa di Calcutta a Fidel Castro, da Mahatma Gandhi alla Gioconda, fino ad arrivare ad un suggestivo Gesù in croce che sarà donato alla nuova chiesa di Amatrice.
Lo sguardo dell’artista si posa ora più che mai sull’attualità e sui grandi fatti di cronaca di ieri e di oggi. Tra le opere esposte spicca infatti un’imponente Torre Eiffel circondata da mani nere: un’evocazione dei sanguinari fatti di Parigi del novembre 2015. Un’altra opera ci riporta all’11 settembre 2001 e al tragico attentato alle Torri Gemelle di New York. Una suggestiva “Italia a testa in giù” rappresenta invece l’Italia dei nostri giorni e il difficile momento politico e sociale che il nostro Paese sta vivendo.
Enrico Dico’, artista definito “diversamente pop”, plasma le proprie opere attraverso il fuoco che utilizza per deformare il plexiglas che avvolge i suoi dipinti. In maniera del tutto spontanea l’artista romano individua negli echi pop alla Warhol e nelle famose combustioni materiche di Alberto Burri la chiave del proprio linguaggio, ma le sue esecuzioni acquistano una loro personale ed innovativa dimensione, mai banale, grazie all’originalità compositiva e alla forza espressiva data dalla commistione di elementi diversi. Le sue opere, realizzate su tavola, sono una sapiente combinazione di resine, materiali industriali, sovrapposizioni materiche, combustioni e corrosioni che affascinano ed emozionano allo stesso tempo con la loro notevole capacità espressiva. Ma la caratteristica che le rende opere davvero uniche e irripetibili è la plasticità scultorea che acquistano grazie al potere del fuoco, nel procedimento che i critici hanno battezzato “il miracolo della combustione”. La fiamma sostituisce il pennello e, rispondendo ai movimenti esperti dell’artista, plasma, modella, buca e squarcia la lastra in plexiglas che contorna la superficie delle opere.
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