Fino al 4 giugno al Centro Culturale Altinate San Gaetano
Dalla Collezione Gelman a Padova. Frida Kahlo e Diego Rivera in mostra tra pittura e fotografia
 
										
										 
										
										
																		
																	Banco de México Diego Rivera Frida Kahlo Museums Trust Mexico, D.F. / By SIAE 2023 | 
																									Frida Kahlo, Diego on My Mind (Self-portrait as Tehuana), 1943. Oil on canvas, 76x61 cm. The Jacques and Natasha Gelman Collection of 20th Century Mexican Art and the Vergel Foundation 
															
							Samantha De Martin
15/02/2023
							Padova -  Una mostra corale accoglie a Padova una delle coppie più celebri dell’arte. Frida Kahlo e Diego Rivera si incontrano al Centro Culturale Altinate San Gaetano, protagonisti insieme, fino al 4 giugno, di un percorso che vede i due artisti messicani al centro di un grande appuntamento che intreccia pittura e fotografia. 
Promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Padova, organizzata dalla Vergel Foundation, MondoMostre e Skira, in collaborazione con l’Instituto Nacional de Bellas Artes y Literatura (INBAL), e curata da Daniela Ferretti, la mostra vedrà nella città veneta l’unica tappa italiana di un tour che sarà presto in giro per il mondo.
  
A ripercorrere una delle storie d’amore più appassionate e travolgenti dell’arte saranno 23 opere di Frida e nove lavori del muralista Rivera.
In realtà il percorso abbraccia due storie che viaggiano in parallelo. Il nucleo fondamentale di opere arriva infatti a Padova dalla collezione statunitense di Jacques e Natasha Gelman, lui regista di successo e raffinato collezionista, lei impegnata ad arricchire anche dopo la morte del marito questo straordinario scrigno che accoglie capolavori di grandi maestri dell’arte contemporanea, da Balthus a Chagall, da Giacometti a Matisse. Jacques e Natasha ebbero con Frida e Diego un rapporto particolarmente intenso al punto da farsi anche ritrarre dopo essersi conosciuti in Messico. Così nella loro collezione entrarono diverse opere della pittrice messicana tra le quali i suoi più autoritratti più celebri, presenti in mostra.
Accanto alle tele il percorso al Centro Culturale Altinate San Gaetano presenta al pubblico gli scatti dei grandi fotografi della prima metà del XX secolo, da Nickolas Muray a Edward Weston, Héctor Garcia, Manuel Álvarez Bravo, Giséle Freund, Martin Munkacsi, Lucienne Bloch. Non è infatti un caso che Frida abbia conquistato l’attenzione dei più illustri maestri dell'obiettivo. Suo padre, Karl Wilhem Kahlo, ebreo tedesco emigrato in Messico, era un abile fotografo di architettura e Frida, giovanissima, lo accompagnava nelle sue campagne in giro per il Messico. Questa collaborazione influenzò molto la sua arte, a partire dalla “consuetudine con la oggettività ed anche la crudezza di chi maneggia una macchina fotografica” fino alla rigorosa costruzione dell’immagine e al minuzioso gusto per il dettaglio”, come scrive Dario Dalla Lana.

Diego Rivera, Portrait of Natasha Gelman, 1943. Olio su tela. The Jacques and Natasha Gelman Collection of 20th Century Mexican Art and the Vergel Foundation © SIAE 2023
Una sezione molto colorata, in questo viaggio alla scoperta di un Messico iconico - che, a metà Novecento, attrasse intellettuali, artisti, militanti e avventurieri dal vecchio continente - è riservata ai costumi messicani, i cui colori si riverberano nelle opere di lei, ma anche tra i murales e gli oli su tela di Diego.
“Quanto più amo una donna, tanto più desidero ferirla” aveva dichiarato una volta Rivera con un’affermazione che la dice lunga su una relazione divenuta croce e delizia per quella bambina venuta al mondo il 6 luglio 1907 nel quartiere di Coyoacán, a Città del Messico e che anni dopo proprio a quella nascita avrebbe dedicato un quadro.
Una bimba all'apparenza morta sbuca da una donna il cui volto è nascosto da un lenzuolo; sul letto compare un’effigie dell’Addolorata trafitta dalle spade, come una sorta di presagio di tutte le disgrazie a venire.
In realtà, e la mostra ne dà prova, sembrano essere esistite tre Frida diverse. C’è la Frida che emerge dalle lettere e dagli scritti, una donna sofferente e instabile, ma anche vivace, sempre in cerca di amore, ironica e contraddittoria. C’è poi l’artista altezzosa che inchioda lo sguardo sull’osservatore fino a ipnotizzarlo, e infine la pittrice che si presenta come una maschera di dolore, l’icona convertitasi in simbolo della sofferenza di tutte le donne.
Il catalogo della mostra è prodotto da Skira Editore.
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 Leggi anche:
• Frida Kahlo e Diego Rivera. A Padova, per la mostra di San Valentino
						
						
					Promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Padova, organizzata dalla Vergel Foundation, MondoMostre e Skira, in collaborazione con l’Instituto Nacional de Bellas Artes y Literatura (INBAL), e curata da Daniela Ferretti, la mostra vedrà nella città veneta l’unica tappa italiana di un tour che sarà presto in giro per il mondo.
A ripercorrere una delle storie d’amore più appassionate e travolgenti dell’arte saranno 23 opere di Frida e nove lavori del muralista Rivera.
In realtà il percorso abbraccia due storie che viaggiano in parallelo. Il nucleo fondamentale di opere arriva infatti a Padova dalla collezione statunitense di Jacques e Natasha Gelman, lui regista di successo e raffinato collezionista, lei impegnata ad arricchire anche dopo la morte del marito questo straordinario scrigno che accoglie capolavori di grandi maestri dell’arte contemporanea, da Balthus a Chagall, da Giacometti a Matisse. Jacques e Natasha ebbero con Frida e Diego un rapporto particolarmente intenso al punto da farsi anche ritrarre dopo essersi conosciuti in Messico. Così nella loro collezione entrarono diverse opere della pittrice messicana tra le quali i suoi più autoritratti più celebri, presenti in mostra.
Accanto alle tele il percorso al Centro Culturale Altinate San Gaetano presenta al pubblico gli scatti dei grandi fotografi della prima metà del XX secolo, da Nickolas Muray a Edward Weston, Héctor Garcia, Manuel Álvarez Bravo, Giséle Freund, Martin Munkacsi, Lucienne Bloch. Non è infatti un caso che Frida abbia conquistato l’attenzione dei più illustri maestri dell'obiettivo. Suo padre, Karl Wilhem Kahlo, ebreo tedesco emigrato in Messico, era un abile fotografo di architettura e Frida, giovanissima, lo accompagnava nelle sue campagne in giro per il Messico. Questa collaborazione influenzò molto la sua arte, a partire dalla “consuetudine con la oggettività ed anche la crudezza di chi maneggia una macchina fotografica” fino alla rigorosa costruzione dell’immagine e al minuzioso gusto per il dettaglio”, come scrive Dario Dalla Lana.

Diego Rivera, Portrait of Natasha Gelman, 1943. Olio su tela. The Jacques and Natasha Gelman Collection of 20th Century Mexican Art and the Vergel Foundation © SIAE 2023
Una sezione molto colorata, in questo viaggio alla scoperta di un Messico iconico - che, a metà Novecento, attrasse intellettuali, artisti, militanti e avventurieri dal vecchio continente - è riservata ai costumi messicani, i cui colori si riverberano nelle opere di lei, ma anche tra i murales e gli oli su tela di Diego.
“Quanto più amo una donna, tanto più desidero ferirla” aveva dichiarato una volta Rivera con un’affermazione che la dice lunga su una relazione divenuta croce e delizia per quella bambina venuta al mondo il 6 luglio 1907 nel quartiere di Coyoacán, a Città del Messico e che anni dopo proprio a quella nascita avrebbe dedicato un quadro.
Una bimba all'apparenza morta sbuca da una donna il cui volto è nascosto da un lenzuolo; sul letto compare un’effigie dell’Addolorata trafitta dalle spade, come una sorta di presagio di tutte le disgrazie a venire.
In realtà, e la mostra ne dà prova, sembrano essere esistite tre Frida diverse. C’è la Frida che emerge dalle lettere e dagli scritti, una donna sofferente e instabile, ma anche vivace, sempre in cerca di amore, ironica e contraddittoria. C’è poi l’artista altezzosa che inchioda lo sguardo sull’osservatore fino a ipnotizzarlo, e infine la pittrice che si presenta come una maschera di dolore, l’icona convertitasi in simbolo della sofferenza di tutte le donne.
Il catalogo della mostra è prodotto da Skira Editore.
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