Una scultura del 100 a.C. presto a Napoli
La statua di Zeus in trono torna in Italia
 
										
										 
										
										
																		
																									 Statua di Zeus in trono, artista sconosciuto, Grecia, 100 a.C. circa. Marmo, 74 × 46 × 45.6 cm Ph. by I, Sailko [GFDL (http://www.gnu.org/copyleft/fdl.html) or CC BY-SA 3.0 (http://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0)], via Wikimedia Commons
															
							Samantha De Martin
14/06/2017
							Mondo -  Potrebbe essere stata utilizzata come oggetto di culto nel tempietto privato di una facoltosa famiglia greca o romana e presto tornerà in Italia dopo 25 anni trascorsi al Getty Museum di Malibù. La statua di Zeus in trono, capolavoro in marmo del I secolo a.C, sarà presto a Napoli dove verrà esposta al Museo Archeologico Nazionale «prima di esser destinata, una volta individuatane l'esatta provenienza, alla comunità alla quale era stata illecitamente sottratta». 
Ad annunciare la restituzione volontaria della raffinata scultura databile intorno al 100 a.C. è stato lo stesso museo di Los Angeles che aveva acquistato l'opera nel 1992.
La decisione del Getty di riconsegnare all'Italia l'opera - alta 74 centimetri, probabilmente realizzata in Grecia da un artista sconosciuto - è arrivata in seguito alle informazioni fornite dalle autorità italiane, corroborate dalla recente scoperta di un frammento della statua.
Le evidenti incrostazioni marine che la ricoprono parzialmente indurrebbero a pensare che la scultura sia rimasta in mare per un lungo periodo. Il lato sinistro della statua si presenta, invece, meglio conservato, forse perché protetto dalla sabbia.
«Il ritorno dello Zeus in trono - ha dichiarato il ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini - restituisce all’Italia un reperto che è parte integrante del patrimonio culturale nazionale».
La consegna dell'antico gioiello alle autorità italiane è avvenuta ieri presso la Villa Getty, una delle sedi del museo californiano, alla presenza del Console Generale italiano a Los Angeles.
«Il Getty dà un grande valore alle sue relazioni con i colleghi italiani nei musei e in altri settori culturali - ha detto il direttore del J. Paul Getty Museum, Timothy Potts -. La decisione di restituire questo reperto, da un lato prosegue la nostra pratica di collaborazione con il ministero per risolvere questioni riguardanti la provenienza e la proprietà di opere della nostra collezione, e dall’altro rispetta la buona fede e la missione culturale di entrambe le parti».
Leggi anche:
• La statua di Druso minore torna in Italia
• Torna a casa il pugilatore in riposo
						
					Ad annunciare la restituzione volontaria della raffinata scultura databile intorno al 100 a.C. è stato lo stesso museo di Los Angeles che aveva acquistato l'opera nel 1992.
La decisione del Getty di riconsegnare all'Italia l'opera - alta 74 centimetri, probabilmente realizzata in Grecia da un artista sconosciuto - è arrivata in seguito alle informazioni fornite dalle autorità italiane, corroborate dalla recente scoperta di un frammento della statua.
Le evidenti incrostazioni marine che la ricoprono parzialmente indurrebbero a pensare che la scultura sia rimasta in mare per un lungo periodo. Il lato sinistro della statua si presenta, invece, meglio conservato, forse perché protetto dalla sabbia.
«Il ritorno dello Zeus in trono - ha dichiarato il ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini - restituisce all’Italia un reperto che è parte integrante del patrimonio culturale nazionale».
La consegna dell'antico gioiello alle autorità italiane è avvenuta ieri presso la Villa Getty, una delle sedi del museo californiano, alla presenza del Console Generale italiano a Los Angeles.
«Il Getty dà un grande valore alle sue relazioni con i colleghi italiani nei musei e in altri settori culturali - ha detto il direttore del J. Paul Getty Museum, Timothy Potts -. La decisione di restituire questo reperto, da un lato prosegue la nostra pratica di collaborazione con il ministero per risolvere questioni riguardanti la provenienza e la proprietà di opere della nostra collezione, e dall’altro rispetta la buona fede e la missione culturale di entrambe le parti».
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