TLG 2.0. Through the looking glass 2.0

TLG 2.0. Through the looking glass 2.0, Museo Civico Rocca Flea, Gualdo Tadino (PG)

 

Dal 21 Settembre 2014 al 30 Settembre 2014

Gualdo Tadino | Perugia

Luogo: Museo Civico Rocca Flea

Indirizzo: via della Rocca

Orari: dal martedì alla domenica ore 10:00 - 13:00 e 15:00 - 19

Curatori: Susanna Crispino

Telefono per informazioni: +39 075 9142445

E-Mail info: info@roccaflea.com

Sito ufficiale: http://www.roccaflea.com/


Gli spazi espositivi della prestigiosa Rocca Flea di Gualdo Tadino ospitano TLG 2.0 – Through the looking glass 2.0, rassegna di videoarte proveniente dalla VIII Biennale delle Arti di Shiryaevo a cura di Nelya Korzohva e Roman Korzhov (Shiryaevo/Samara, Russia 2013).
L'esposizione, a cura di Susanna Crispino in collaborazione con il Polo Museale di Gualdo Tadino,riunisce dieci artisti italiani affermati nel panorama internazionale intorno al tema della verità dell’immagine. 
Le opere video di: Bruno Di Lecce, Giuseppina Esposito, Giulia Giannola, Giuseppe Manigrasso, Mauro Rescigno, Vito Pace, Angelo Ricciardi, Roxy in-the-box, Nello Teodori, Angelo Volpe,promuovono un dialogo tra la dimensione storica del luogo e quella presente dell’arte contemporanea.
Come Alice che attraversa lo specchio, ognuno di noi è in grado – grazie allo schermo del proprio televisore, cellulare, tablet o PC – di trovare un mondo che va oltre la propria realtà quotidiana. 
La velocità della comunicazione e la relativa indipendenza delle fonti (chiunque può inviare immagini e testimonianze attraverso il web) può informarci su qualsiasi evento quasi in ogni angolo del mondo. 
Tuttavia, il flusso di informazioni fa perdere ad ogni avvenimento la propria unicità, rendendolo una goccia in un mare di altri eventi ed appiattendolo in un eterno presente, e la mole di notizie rende difficile orientarsi tra verità e mistificazione, tra informazione e deformazione e, in definitiva, nessuno può essere sicuro che la realtà sia come appare sullo schermo.
Davanti ad esso siamo come Alice: a volte spaventati, altre affascinati, ma mai neutrali. Anche se non vogliamo, abbiamo sempre un confronto con le immagini, ma possiamo davvero comprenderle fino in fondo?
La questione del tempo come eterno presente entra nel lavoro di Bruno Di Lecce Novanta miliardi di passi, dove le vecchie fotografie degli scorci di un paese si sovrappongono agli stessi luoghi nel presente, mentre la sua alterazione è il tema della videoinstallazione di Giulia Giannola formata dai video O.T. Runners e Schwimmbahn (Swimming lane), che attraggono e ingannano lo spettatore con una rappresentazione della vita e del movimento pesantemente manipolata.
Un approccio diretto alla globalizzazione è invece il tema di East Isst, altro video di Di Lecce, in cui la parola Est, costruita su una foto aerea di Berlino Est quando il muro era ancora in piedi, viene “scomposta” da una mano che impugna delle bacchette.
L'ambiguità della percezione è il tema affrontato da Mauro Rescigno con Denaturalize, dove lo spettatore assiste alla nascita di un pesco giapponese intrappolato in un palloncino, metafora della contrapposizione tra reale e fasullo. 
I lavori di Vito Pace e Angelo Ricciardi, il cui nucleo rimane ancorato all'elemento concettuale, si occupano del potere della cultura di svelare la verità delle immagini e stimolarne una lettura critica. Nel caso di Pace, il termine “Silenzio” che dà il titolo al lavoro (Schweigen), ci conduce alla sua rappresentazione simbolica attraverso i gesti di una ricamatrice e alla sua manifestazione imbavagliando l’artista. Nel lavoro di Ricciardi, (le) parole del Novecento, vocaboli noti e familiari, simboli del secolo appena trascorso, comunicano un senso di straniamento scorrendo sul rumore di fondo di una lavatrice. 
La globalizzazione culturale e l'influenza dell'immaginario occidentale sul resto del mondo sono rappresentati invece dai lavori di Roxy in-the-box e Nello Teodori.
Nel caso di Roxy, il video The Secret of Love affianca e contrappone l'estetica dei gangster movies statunitensi degli anni '40 e '50 al sound mediterraneo del cantante napoletano Raiz, in un'ibridazione multirazziale e multiculturale. 
Lungo la stessa direttrice si pone Codice Bianco di Teodori, che mette in relazione le immagini futuristiche di film simbolici, come Metropolis, con un testo ed alcuni disegni ispirati all'architettura futurista ed al Costruttivismo russo.
With the hand where my heart is... di Giuseppe Manigrasso invita a riflettere sulla facilità con cui la memoria collettiva può essere confusa o alterata, mentre l'interpretazione delle immagini in mancanza di un esplicito filo narrativo è il tema della video installazione di Giuseppina Esposito intitolata And what then
Angelo Volpe con Apocalypse show riflette infine sulla manipolazione dell'informazione e la spettacolarizzazione delle guerre, combinando fotogrammi di conflitti reali con quelle di una guerra tra giocattoli.



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