Quartetto. Arte povera
Dal 19 Dicembre 2012 al 20 Gennaio 2013
Milano
Luogo: Progetto Arte ELM
Indirizzo: via Fusetti 14
Orari: da lunedì a venerdì 16-19.30; mattina, sabato e festivi su appuntamento
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 02 83390437
E-Mail info: info@progettoarte-elm.com
Sito ufficiale: http://www.progettoarte-elm.com
Si inaugura martedì 18 dicembre presso la Galleria Progetto Arte ELM una mostra dedicata a un gruppo selezionato di opere di Alighiero Boetti, Pierpaolo Calzolari, Jannis Kounellis e Michelangelo Pistoletto, quattro protagonisti dell’Arte Povera e della scena artistica internazionale.
Questa proposta espositiva si pone all’interno di quell’attenzione che la giovane galleria milanese, giunta al suo quinto anno di attività, nutre nei confronti di molteplici visioni della ricerca artistica contemporanea, situazioni ampiamente storicizzate come la Scultura Costruttiva (Nicola Carrino, Pino Spagnulo, Mauro Staccioli, Giuseppe Uncini), la Pittura lirico-astratta (Mario Raciti, Valentino Vago), la Pittura Analitica (Enzo Cacciola, Marco Gestini, Pino Pinelli, Claudio Verna ).
Tra i molteplici orientamenti dell’Arte Povera, le opere di Boetti Calzolari Kounellis e Pistoletto indicano differenti percorsi di sensibilità della materia e della forma esplorata in modo ampio e articolato, con una libertà d’azione che costringe lo spettatore a misurarsi con diverse sperimentazioni di materiali e procedimenti tecnici.
Nata alla fine del 1967 e teorizzata dallo storico e critico militante Germano Celant, l’Arte Povera esprime una concezione dell’opera legata agli eventi contingenti e alla forza primaria dell’immaginazione, con profondi rimandi al flusso vitale dell’esistenza e alle origini dell’energia creativa, senza schemi linguistici prefissati.
Le opere esposte indicano alcune fasi di ricerca che caratterizzano il percorso dei singoli autori, le tracce fisiche e mentali con cui Boetti fissa la presenza mutevole del tempo attraverso il suo rapporto con le forme del mondo; la forza poetica dei materiali con cui Calzolari affronta il dialogo tra natura e artificio, con un senso evocativo che esalata l’aspetto soggettivo e interiore dell’immagine; la capacità visionaria di Kounellis di prelevare materiali contrastanti per congiungerli nell’impatto sensoriale di una nuova forma, sospesa tra storia e attualità; lo sdoppiamento delle superfici specchianti con cui Pistoletto gioca sulla soglia tra realtà e finzione, amplificando lo spazio della rappresentazione facendo entrare la vita nella scena dell’opera.
Questa proposta espositiva si pone all’interno di quell’attenzione che la giovane galleria milanese, giunta al suo quinto anno di attività, nutre nei confronti di molteplici visioni della ricerca artistica contemporanea, situazioni ampiamente storicizzate come la Scultura Costruttiva (Nicola Carrino, Pino Spagnulo, Mauro Staccioli, Giuseppe Uncini), la Pittura lirico-astratta (Mario Raciti, Valentino Vago), la Pittura Analitica (Enzo Cacciola, Marco Gestini, Pino Pinelli, Claudio Verna ).
Tra i molteplici orientamenti dell’Arte Povera, le opere di Boetti Calzolari Kounellis e Pistoletto indicano differenti percorsi di sensibilità della materia e della forma esplorata in modo ampio e articolato, con una libertà d’azione che costringe lo spettatore a misurarsi con diverse sperimentazioni di materiali e procedimenti tecnici.
Nata alla fine del 1967 e teorizzata dallo storico e critico militante Germano Celant, l’Arte Povera esprime una concezione dell’opera legata agli eventi contingenti e alla forza primaria dell’immaginazione, con profondi rimandi al flusso vitale dell’esistenza e alle origini dell’energia creativa, senza schemi linguistici prefissati.
Le opere esposte indicano alcune fasi di ricerca che caratterizzano il percorso dei singoli autori, le tracce fisiche e mentali con cui Boetti fissa la presenza mutevole del tempo attraverso il suo rapporto con le forme del mondo; la forza poetica dei materiali con cui Calzolari affronta il dialogo tra natura e artificio, con un senso evocativo che esalata l’aspetto soggettivo e interiore dell’immagine; la capacità visionaria di Kounellis di prelevare materiali contrastanti per congiungerli nell’impatto sensoriale di una nuova forma, sospesa tra storia e attualità; lo sdoppiamento delle superfici specchianti con cui Pistoletto gioca sulla soglia tra realtà e finzione, amplificando lo spazio della rappresentazione facendo entrare la vita nella scena dell’opera.
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