Dal 17 aprile al 5 giugno
Le prospettive di Listri nel Labirinto della Masone
Musei Vaticani, la collezione dei marmi antichi nelle fotografie di Massimo Listri
Ludovica Sanfelice
11/04/2016
Parma - Il filo della storia nel Labirinto
Massimo Listri e Franco Maria Ricci tornano a intrecciare il loro cammino nel Labirinto della Masone, l’incredibile “imbroglio” che l’editore della rivista FMR fece costruire a Fontanellato dopo una promessa - si racconta - fatta a Luis Borges.
Il fitto dedalo dedicato al sapere, dal 17 aprile al 5 giugno, ospiterà infatti un nucleo di sessanta opere scelte tra i più importanti scatti del fotografo delle simmetrie che incontrò per la prima volta Ricci nel 1981, proprio quando il progetto editoriale di FMR andava definendosi.
In quel periodo Listri era impegnato da una serie di ritratti di giganti del XX secolo tra i quali spiccava, guarda il caso, Borges.
La collaborazione tra Ricci e Listri costituì un nodo cruciale nella carriera del fotografo che prese a comporre in quegli anni la galleria di ritratti di interni che hanno fatto conoscere il suo nome nel mondo.
Listri, l'occhio felice in mostra
Unico per gusto a capacità nel vedere e catturare meraviglia e portare luce in spazi monumentali abbandonati, o inespugnabili, o semplicemente grandiosi, Listri regala bagliori di perfezione basando la sua estetica su un canone fatto di eleganza, proporzioni, simmetrie e armonia.
Un talento - spiega Giorgio Antei, curatore della mostra insieme a Laura Casalis -, ancorato ad un “occhio felice”. Descrizione che troverà conferma nella serie di scatti in mostra, dove opere storiche e inedite si ordinano per temi.
Musei e Palazzi, come la Venaria Reale e il Quirinale, Il Palazzo Reale di Napoli e la Reggia di Caserta, summa di una ricerca prospettica capace di togliere il fiato; una sezione di malinconici luoghi abbandonati e fatiscenti che fanno da contraltare ai munifici spazi dedicati alla rappresentanza; una sala intera per i Musei Vaticani che per diretto intervento di Antonio Paolucci nel 2014 hanno invitato il fotografo a ritrarre il Museo Pio Clementino per richiamare l’attenzione delle folle dirette a passo di marcia verso la Sistina sulla bellezza sublime di un luogo ormai ridotto a corridoio di transito; i ritratti di sculture, uniche figure umane ammesse alla corte di Listri; e infine una sezione sulle Biblioteche che nelle serie di interni sono il nucleo più quotato tra i collezionisti del mondo.
Massimo Listri e Franco Maria Ricci tornano a intrecciare il loro cammino nel Labirinto della Masone, l’incredibile “imbroglio” che l’editore della rivista FMR fece costruire a Fontanellato dopo una promessa - si racconta - fatta a Luis Borges.
Il fitto dedalo dedicato al sapere, dal 17 aprile al 5 giugno, ospiterà infatti un nucleo di sessanta opere scelte tra i più importanti scatti del fotografo delle simmetrie che incontrò per la prima volta Ricci nel 1981, proprio quando il progetto editoriale di FMR andava definendosi.
In quel periodo Listri era impegnato da una serie di ritratti di giganti del XX secolo tra i quali spiccava, guarda il caso, Borges.
La collaborazione tra Ricci e Listri costituì un nodo cruciale nella carriera del fotografo che prese a comporre in quegli anni la galleria di ritratti di interni che hanno fatto conoscere il suo nome nel mondo.
Listri, l'occhio felice in mostra
Unico per gusto a capacità nel vedere e catturare meraviglia e portare luce in spazi monumentali abbandonati, o inespugnabili, o semplicemente grandiosi, Listri regala bagliori di perfezione basando la sua estetica su un canone fatto di eleganza, proporzioni, simmetrie e armonia.
Un talento - spiega Giorgio Antei, curatore della mostra insieme a Laura Casalis -, ancorato ad un “occhio felice”. Descrizione che troverà conferma nella serie di scatti in mostra, dove opere storiche e inedite si ordinano per temi.
Musei e Palazzi, come la Venaria Reale e il Quirinale, Il Palazzo Reale di Napoli e la Reggia di Caserta, summa di una ricerca prospettica capace di togliere il fiato; una sezione di malinconici luoghi abbandonati e fatiscenti che fanno da contraltare ai munifici spazi dedicati alla rappresentanza; una sala intera per i Musei Vaticani che per diretto intervento di Antonio Paolucci nel 2014 hanno invitato il fotografo a ritrarre il Museo Pio Clementino per richiamare l’attenzione delle folle dirette a passo di marcia verso la Sistina sulla bellezza sublime di un luogo ormai ridotto a corridoio di transito; i ritratti di sculture, uniche figure umane ammesse alla corte di Listri; e infine una sezione sulle Biblioteche che nelle serie di interni sono il nucleo più quotato tra i collezionisti del mondo.
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