Dal 10 febbraio alla Galleria Nazionale di Danimarca
Una geniale ossessione: Giacometti conquista Copenaghen
Anonimo, Alberto Giacometti nel suo studio con La Foresta in gesso, Circa1950, Fondation Giacometti | © Succession Alberto Giacometti / Adagp, Paris, 2024
Francesca Grego
08/02/2024
Mondo - “È come se la realtà fosse sempre dietro una tenda che scosti… Ce n’è sempre un’altra… e un’altra ancora. Ma ho l’impressione, o forse è un’illusione, di fare ogni giorno qualche progresso. Questo è ciò che mi spinge ad agire, come se dovessi riuscire davvero a comprendere il nocciolo della vita”. Così Alberto Giacometti ha descritto la tensione tra immagine e realtà che percorre tutta la sua opera, al centro di una grande mostra che aprirà i battenti a Copenaghen sabato 10 febbraio. A raccontarla nelle sale dell’SMK, la Galleria Nazionale di Danimarca, saranno 90 capolavori del celebre maestro svizzero, in un progetto creato in collaborazione con la Fondation Giacometti di Parigi: un viaggio lungo l’intera carriera dell’artista, tra disegni, dipinti e, naturalmente, iconiche sculture, dove le opere più note dialogheranno con lavori raramente esposti al pubblico.

Alberto Giacometti, Il Naso, 1947, Gesso, metallo dipinto e corde di cotone, 82.5 × 37 × 71 cm, Fondation Giacometti | © Succession Alberto Giacometti / Adagp, Paris, 2024
A sentir lui, Giacometti non era capace nemmeno di “copiare una testa”. Eppure, già negli anni Cinquanta era tra gli artisti più famosi al mondo. Le sue figure alte e allampanate, dalle superfici grezze, quasi organiche, hanno conquistato spettatori, critici e collezionisti disposti a spendere fortune. Fino al 2015, quando l’Homme au Doigt fu battuto all’asta per 141 milioni di dollari, diventando la scultura più costosa di sempre.

Alberto Giacometti, Black Annette, 1962, Olio su tela, 55 × 45.8 cm, Fondation Giacometti | © Succession Alberto Giacometti / Adagp, Paris, 2024
Incurante del successo, il maestro continuò per tutta la vita a lottare per catturare il mondo così come lo vedeva, senza mai trovare pace: perennemente insoddisfatto, faceva e disfaceva, creando per ogni opera innumerevoli bozze e versioni. Fino al 27 maggio Alberto Giacometti. What Meets the Eye esplorerà a fondo la sua spasmodica ricerca, mostrando come questa ossessione per la percezione visiva abbia portato alla nascita di un linguaggio unico e straordinariamente riconoscibile.

Alberto Giacometti, The Forest, 1950, Bronzo, 57 × 61 × 49.5 cm, Fondation Giacometti | © Succession Alberto Giacometti / Adagp, Paris, 2024
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A sentir lui, Giacometti non era capace nemmeno di “copiare una testa”. Eppure, già negli anni Cinquanta era tra gli artisti più famosi al mondo. Le sue figure alte e allampanate, dalle superfici grezze, quasi organiche, hanno conquistato spettatori, critici e collezionisti disposti a spendere fortune. Fino al 2015, quando l’Homme au Doigt fu battuto all’asta per 141 milioni di dollari, diventando la scultura più costosa di sempre.

Alberto Giacometti, Black Annette, 1962, Olio su tela, 55 × 45.8 cm, Fondation Giacometti | © Succession Alberto Giacometti / Adagp, Paris, 2024
Incurante del successo, il maestro continuò per tutta la vita a lottare per catturare il mondo così come lo vedeva, senza mai trovare pace: perennemente insoddisfatto, faceva e disfaceva, creando per ogni opera innumerevoli bozze e versioni. Fino al 27 maggio Alberto Giacometti. What Meets the Eye esplorerà a fondo la sua spasmodica ricerca, mostrando come questa ossessione per la percezione visiva abbia portato alla nascita di un linguaggio unico e straordinariamente riconoscibile.

Alberto Giacometti, The Forest, 1950, Bronzo, 57 × 61 × 49.5 cm, Fondation Giacometti | © Succession Alberto Giacometti / Adagp, Paris, 2024
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