Dall'11 giugno a Cividate Camuno (Brescia)

Un nuovo museo archeologico per la Val Camonica, scrigno delle Alpi

Affresco con erma di satiro dalla domus di via Palazzo, Cividate Camuno, museo Archeologico nazionale della Valle Camonica
 

Samantha De Martin

30/04/2021

Brescia - Statue, ritratti, amuleti carichi di valenze simboliche. L’incontro tra i Romani e gli antichi Camuni si racconta nel nuovo museo Archeologico nazionale della Val Camonica, pronto a inaugurare il prossimo 11 giugno a Cividate Camuno, a una sessantina di chilometri da Brescia.
Siamo nell’antica Civitas Camunnorum, nella Valle Camonica romana, una delle realtà archeologiche più sorprendenti di tutto l’arco alpino. In questo straordinario scrigno che esemplifica la romanizzazione di un territorio attraverso siti e testimonianze archeologiche, il visitatore avrà la possibilità di seguire la presenza romana declinandola nei suoi aspetti più diversi, dalla trasformazione del territorio ai culti, dalla vita quotidiana agli spazi pubblici, alla sfera funeraria.

“Il nuovo museo - spiega Emanuela Daffra, direttore regionale Musei Lombardia del Ministero della Cultura - si estende su spazi quadruplicati rispetto alla vecchia sede e potrà accogliere in modo finalmente adeguato i reperti già esposti a partire dal 1981 in un primo Museo Archeologico, oggi troppo angusto, oltre che dare spazio a un patrimonio in continua crescita, confermando la ricchezza vitale della ricerca archeologica e il dinamismo dei musei che la raccontano”.


Pavimento a mosaico dalle terme dell’antica Civitas Camunnorum, con motivi geometrici a tessere colorate, I-II d.C., Cividate Camuno, Museo Archeologico nazionale della Valle Camonica

Un viaggio tra gli antichi romani delle Alpi
Un museo della romanizzazione delle Alpi. Ecco come si presenterà ai visitatori il nuovo scrigno d'arte della Valle Camonica, che guarderà anche ai luoghi limitrofi, aiutando il pubblico a contestualizzare i ritrovamenti della Valle nel quadro più ampio dell’arco alpino.
Attraverso un viaggio in otto tappe, tante sono le sezioni del nuovo allestimento, il visitatore è invitato a immergersi tra i materiali di età romana rinvenuti a Cividate Camuno e nel territorio. Una ricca collezione epigrafica - accanto a corredi funerari dalle necropoli, pendenti e amuleti anche in oro e argento - incontra oggetti d’eccezione, come la porta carbonizzata in legno risalente al II-I secolo a.C., ritrovata a Pescarzo di Capo di Ponte, una delle meglio conservate per il periodo di tutto l’arco alpino.
Tra i “fiori all’occhiello” del museo, la statua della dea Minerva, in marmo greco, dal santuario di Breno, e la statua in marmo locale di Vezza d’Oglio (alta Val Camonica) raffigurante un personaggio maschile ritratto in posa eroica.


Statua di Minerva in marmo pentelico rinvenuta nell’aula centrale del santuario di Breno (BS), loc. Spinera, Cividate Camuno, Museo Archeologico nazionale della Valle Camonica

Un punto di partenza per scoprire la Valle dei Segni
Una piccola area archeologica, di recente valorizzata nel cortile interno del museo, offre uno sguardo sulla città antica. Il nuovo edificio si appresta così a diventare per visitatori e appassionati il punto di partenza e di arrivo del percorso della Valle Camonica romana che a Cividate Camuno trova altre significative tappe nell’area del foro, nel Parco Archeologico del teatro e dell’anfiteatro e, non lontano, nel Parco Archeologico del Santuario di Minerva in località Spinera di Breno.

La visita al Museo diventa così una tappa importante per la scoperta di quella Valle dei Segni - che trova il suo fulcro nella Valle Camonica - dove la millenaria tradizione delle incisioni rupestri offre lo spunto per un viaggio attraverso uno degli itinerari archeologici più affascinanti dell’arco alpino.

Alla scoperta degli antichi Camunni
Conosciuta in tutto il mondo per la sua arte rupestre - primo Sito Unesco italiano nel 1979 - la Valle Camonica incanta con il suo patrimonio archeologico di epoca romana. Alla vigilia della romanizzazione il territorio era abitato dalla popolazione alpina dei Camunni, nota per l’impiego di un’originale forma di scrittura, ma soprattutto per l’abitudine millenaria di incidere sulle rocce. La straordinaria storia di questo popolo trova voce tra numerosi ritrovamenti, oggi in parte visibili in aree e parchi archeologici, che coniugano archeologia e arte rupestre.
Alla fine del I sec. a.C., la Valle entra a fare parte dell’Impero romano. La Civitas Camunnorum, destinata a diventare il centro politico di riferimento, nasce proprio dove oggi sorge l’abitato di Cividate Camuno. Dopo un’iniziale dipendenza da Brescia, alla fine del I sec. d.C., il territorio diventa Res Publica Camunnorum, guadagnandosi piena autonomia politica, giuridica e amministrativa. Della città sono stati riportati alla luce le terme, resti consistenti del foro, diverse domus, le necropoli e il quartiere degli edifici da spettacolo, con un teatro e un anfiteatro.
Il nuovo museo segna così un significativo punto di partenza per la scoperta della Valle dove è possibile ammirare numerosi altri contesti archeologici, dai luoghi di culto alle necropoli. Un'occasione per ricostruire il quadro del territorio tra l’età del Ferro e quella romana, attraverso quelle trasformazioni scaturite dall’incontro tra la cultura camuna e quella romana.



Statua in marmo locale di Vezza d’Oglio (alta Valle Camonica) raffigurante un personaggio maschile ritratto in posa eroica, forse un giovane principe della famiglia imperiale. Datata ad età giulio-claudia, proviene dall’area del foro dell’antica Civitas Camunnorum. I-II d.C, Cividate Camuno, Museo Archeologico nazionale della Valle Camonica

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