A settembre la grande mostra al Castello Visconteo

Pavia 1525, storie d’arti e di battaglia dalla perla del Rinascimento lombardo

Arazzo della Battaglia di Pavia, Dama in rosso, 1528-31. Museo di Capodimonte, Napoli
 

Francesca Grego

26/08/2025

Pavia - Nel 1525 una memorabile battaglia cambiò le sorti dell’Europa, dell’Italia e della città teatro degli scontri: Pavia, perla del Rinascimento lombardo e luogo di illustri memorie prima per i Visconti, poi per gli Sforza. Con il decisivo apporto delle nuove armi da fuoco, il capo supremo del Sacro Romano Impero e re di Spagna Carlo V d’Asburgo trionfava sul re di Francia Francesco I, aprendo una nuova era per tutto il continente. Come in un film, i momenti chiave della battaglia sono ancora oggi leggibili in una celebre serie di arazzi conservata al Museo di Capodimonte, un’opera di straordinario valore artistico che a breve raggiungerà Pavia per diventare il fulcro di una grande mostra.

In programma dal 19 settembre 2025 all’11 gennaio 2026, Pavia 1525: le arti nel Rinascimento e gli arazzi della battaglia rappresenta il culmine del ricco programma di celebrazioni che ha animato la città per il cinquecentenario dello storico episodio: un invito a riviverlo attraverso magnifiche opere, ma soprattutto un’occasione per conoscere l’esuberante fioritura artistica che cambiò il volto di Pavia tra il XV e il XVI secolo. A raccontarla in mostra saranno i lavori di maestri come Leonardo da Vinci, Pietro Bergognone e Pietro Perugino, tra importanti prestiti riuniti da istituzioni italiane e internazionali come la Pinacoteca di Brera, la Veneranda Pinacoteca Ambrosiana e il Castello Sforzesco di Milano, il Musée d’art et d’histoire di Ginevra, la Royal Collection di Windsor e il Victoria & Albert Museum di Londra. 


Vincenzo Foppa, Pala Bottigella, 1477-87, tempera su tavola, cm 175 x 122,5. Musei Civici di Pavia

Dipinti, disegni, sculture, codici miniati, oggetti di oreficeria e d’arte decorativa restituiranno l’affresco di un’epoca gloriosa, che fece di Pavia un centro artistico vivace e sensibile alle novità, un vivaio di talenti, un laboratorio dove le innovazioni provenienti dal Nord Europa incontravano quelle dell’Italia centrale e della vicina Milano. Circa 125 anni in cui la presenza della corte visconteo-sforzesca, un vivace ambiente universitario, la vicinanza con il contesto mediterraneo genovese e con Milano condussero alla nascita di una cultura figurativa peculiare, capace di fondere in modo originale novità di diversa provenienza. Tra i protagonisti di questa stagione c’è il pittore Donato de’ Bardi, che pur lavorando prevaletemente in Liguria si firma con orgoglio “Papiensis”: una pietra miliare per la pittura del Quattrocento lombardo, che avrà l’onore di aprire il percorso espositivo. 

Due momenti distinti scandiranno l’itinerario di visita. Dapprima i visitatori si immergeranno tra le meraviglie della Pavia rinascimentale, con gioielli come i disegni di Leonardo da Vinci  o un magnifico polittico di Ambrogio Bergognone ricomposto per l’occasione. Particolare attenzione sarà riservata alla Certosa e al Duomo di Pavia, che i committenti vollero “più bella di Santa Sofia a Costantinopoli”: la costruzione e la decorazione di entrambi richiamò in città i migliori artisti della Penisola, la cui presenza fu da stimolo per la nascita di una scuola di maestri pavesi da scoprire lungo il percorso al Castello Visconteo.  


Giovan Pietro Fugazza (attr.), Modello ligneo del Duomo, 1497-1583,
legno; legno di cipresso; legno di rovere; legno di frassino; legno di noce, m 3.64 x 5.05 x 3.64. Musei Civici di Pavia

La seconda parte della mostra sarà dedicata alla battaglia vera e propria: uno spartiacque nella storia della città, un trauma che bruscamente pose fine alla rigogliosa fioritura delle arti a Pavia. E qui assoluti protagonisti saranno i sette arazzi monumentali del Museo e Real Bosco di Capodimonte, tessuti solo pochi anni dopo la battaglia nella manifattura fiamminga di di Jan e Willem De Moyen su disegni di Bernard van Orley. Lo spettacolare racconto per immagini celebra la vittoria degli eserciti imperiali di Carlo V su Francesco I di Francia con una sensibilità pittorica notevolmente moderna. Un tempo di proprietà dell’imperatore, a settembre gli arazzi torneranno simbolicamente “a casa”, nella Pavia dove tutto ebbe origine, dopo un importante intervento di restauro e tre grandi mostre negli Stati Uniti. 

A cura di Francesco Frangi, Pietro Cesare Marani, Mauro Natale, Laura Aldovini e, per la sezione degli arazzi, Carmine Romano e Mario Epifani del Museo di Capodimonte, basata sul lavoro di un ampio comitato scientifico di Annalisa Zanni, Pavia 1525: le arti nel Rinascimento e gli arazzi della battaglia è organizzata dai Musei Civici di Pavia e dal Comitato Promotore e Alto Coordinamento per il Cinquecentenario della Battaglia di Pavia, composto da Comune di Pavia, Fondazione Monte di Lombardia, Camera di Commercio Cremona-Mantova-Pavia, Università di Pavia, con il prezioso sostegno di Intesa Sanpaolo, Fondazione Cariplo e Fondazione Bracco.


Jean Clouet (bottega), Ritratto di Francesco I, 1525 ca., olio su tavola, cm 22 x 19. Musei Civici di Pavia