Magnetismi

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25/02/2004

Magnetismi. Con questo termine il critico Claudio Cerritelli ha definito un gruppo di artisti che non si è mai costituito come movimento, che proviene da esperienze e paesi diversi ma che presenta un denominatore comune: l’appartenenza al bacino del Mediterraneo. Artisti difficilmente catalogabili, individualmente affermati e conosciuti, estranei alle mode correnti. Pittori che hanno esasperato il loro stile informale, materico, avulso da qualsiasi idea di rappresentazione e assimilazione al reale. Corrispondenze e contatti si manifestano attraverso l’energia del segno , la palpabilità del colore; attraverso i percorsi, il passaggio dall’invisibile al visibile, dal racconto alla favola. Enzo Esposito nasce nel 1946 in Campania, si afferma prima nel campo della fotografia, approdando alla fine degli anni Settanta alla pittura informale. L’artista utilizza tecniche miste su tela e legno, un colore forte e materico e proprio questo dinamismo cromatico muove la ricerca per raggiungere l’equilibrio con le consistenze del segno. Gianfranco Asveri ha una storia del tutto particolare, si forma come autodidatta sperimentando tecniche, stili e colori senza freni passando dalla ceramica artigianale alla pittura di paesaggio. Asveri è venuto ad elaborare uno stile originale che mescola il graffitismo ad un fortissimo senso del colore. Figlio dello scultore Pietro e nipote di Andrea, Tommaso Cascella, attraversa con disinvoltura la pittura e la scultura, mescolando materiali diversi ed eterogenei, il legno la carta l’olio, affermando uno stile di grandissima potenza. Sergi Barnils, artista catalano, parte dall’artigianato artistico, lavora per molti anni nella fabbrica di ceramiche fondata dal padre; verso la fine degli anni ottanta, l’artista comincia a dedicarsi alla pittura, sviluppando uno stile astratto, fatto di segni primitivi e di colori forti. Medhat Shafik, originario dell’Egitto, vincitore nel 1996 del Premio delle Nazioni, presenta una pittura rivolta all’ informale segnico e materico, ricca di riferimenti al passato, ma estremamente attuale. Cinque artisti importanti ed originali, sperimentatori ed allo stesso tempo viaggiatori di dimensioni e spazi magici, unici. I quadri di Asveri sono valutati tra 2 milioni (cm 35x30) e 9 milioni (cm150x150). I lavori di Barnils vanno da 2 milioni (cm 33x24) a 10 milioni (cm150x150). Per Cascella, i prezzi delle tavole vanno dai 2,6 milioni (cm 30x30) ai 15 milioni (cm 200 x123); mentre le carte costano 1,5-7 milioni. I quadri su tela di Esposito sono invece valutati tra i 3,8 milioni (cm 30x30) e i 19 milioni (cm150x200), mentre le carte vanno dai 1,6 a 7 milioni. Per Shafik, i prezzi oscillano tra i 3,5 milioni (cm 41x50) e i 25 milioni (cm200x240) per le tele, e tra 2 e 4 milioni per le carte.

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